.

.


28 luglio 2021

TRA FIUMI E GUADI

SAN CRISTOFORO
PROTETTORE DEI TRAGHETTATORI
Piacenza terra di fiume
 
Cade al 25 di luglio la festa di San Cristoforo patrono di viaggiatori, pellegrini, barcaioli e traghettatori.
Insomma è il Santo per eccellenza al quale nei secoli si affidavano quelli che dovevano passare corsi d'acqua: infatti si rappresenta come uomo forte e possente che guada un corso d'acque con il piccolo Gesù caricato sulle spalle.
La sua Vita e storia la potete trovare sul web, qui invece piace ricordare che non ostante la terra di Piacenza sia "terra francigena e di pellegrinaggio" poco e nulla sia invece ricordato questo Santo.
Nei secoli andati a Piacenza i barcaioli lo tenevano in considerazione, infatti in cattedrale potete ammirare il grande affresco del 1280 circa che lo rappresenta nel tipico momento: il guado del fiume, con in spalla il piccolo Gesù ed altri simboli importanti quali il bordone, il sole e la luna e la sua fama di santo Protettore con una bella aureola intorno al capo! E anche esiste un piccolo ma artistico Oratorio a lui dedicato usato per eventi culturali in certi momenti dell'anno.
Effettivamente non è un santo celebrato da queste parti piacentine, ma il fatto moderno del pellegrinaggio francigeno dovrebbe portarlo nuovamente allo scoperto ed alla ribalta: ma tant'è che ne pellegrini, ne moderni barcaioli e neanche autorità religiose e autorità civiche e culturali legate al fatto pellegrinaggio, sentono il richiamo e ancor meno il patronato di questo Santo.
Forse dopo queste righe, adocchiate da qualcuno furtivamente, potrà rinascere l'idea di parlarne e dargli il giusto e doveroso ricordo che merita proprio per i fatti sopra citati. 
Se ciò accadrà non potremo che rimarcarne la nostra gioia e lungimiranza nell'aver rinverdito questo insigne Santo che è Cristoforo: il portatore di Cristo!
 
foto sotto il San Cristoforo affrescato circa nel 1280 in cattedrale a Piacenza
 
testo U B   2021 luglio       se copii cita la fonte, usa l'etica!

27 luglio 2021

UNA SELVA E TRE FIUMI

SAN ROCCO 
ANALISI DELLA SUA STORIA
E DEL SOGGIORNO IN AREA PIACENTINA
Alcune domande  

di Umberto Battini

Leggendo la Vita di San Rocco - che trovate ormai senza fatica nelle tante edizioni anche antiche e quindi più o  meno affidabili sul web, basta andare su Google e digitare "Vita San Rocco" - ecco che vi compaiono decine di testi d'ogni epoca dalla moderna a quella scritta  qualche secolo fa!
Senza entrare nel dettaglio, lasciandovi leggere e andare a vedere di persona, ecco che anche vi appaiono alcuni dati storici tramandati, alquanto svianti perlomeno per chi è piacentino e quindi conosce molto bene la zona.
In effetti i tanti che scrivevano in parecchi casi andavano fidandosi di quel o quell'altro agiografo di San Rocco e trascrivendo pari pari certe notizie senza instillare perlomeno qualche dubbio sul dato storico, che sebbene era certo nel suo insiemema che a volte però presentava delle incongruenze, e proprio perchè non erano a conoscenza della topografia del luogo se non a grandi linee.
 
Ad esempio qualcuno insinuava persino il fatto che S. Rocco nei dintorni di Sarmato vivesse in una grotta, cosa alquanto improbabile nella sua etimologia anche proprio perche siamo in piena pianura, con qualche avvallo creato dai meandri del movimento dei letti dei fiumi nei secoli ma nulla di più. 
Certamente un'area questa con anche una forte densità di boschi, cosa certa e anche normale per dei secoli nei quali il legname serviva per tanti usi: dal mobilio, alle travi della casa, al riscaldamento e per cucinare e quant'altro quali arnesi da lavoro, cotruire carri e altro.
Se quindi leggerete tra le tante Vita di San Rocco vi imbatterete anche nella notizia che egli anche visse tra la radura e la selva, cioè in mezzo a boscaglie praticabili e non in una grotta proprio nel territorio rasente il paese di Sarmato.
E' qui che ha il periodo di sosta più lungo per il fatto delle sue pustule che doveva curare: leggiamo che nella verde selva dove abitò anche vi scorreva un rivo d'acque limpide, utili a lui per detergere le ferite e per dissetarsi.

La cosa curiosa, molto curiosa a mio avviso, e che potrete leggerlo e appurarlo dai libri che trattan della sua Vita, dopo che ebbe lasciato l'ospedale di S. Maria di Betlhem a Piacenza (oggi chiesa di Sant'Anna) e dopo anche una sosta di qualche giornata al fiume Trebbia dove era il guado, a Sant'Antonio fuori le mura di Piacenza per intenderci presso le Case di Rocco che per altro pare che avessero quel nome già da prima il passaggio di San Rocco (ma questa è un'altra parte della storia che poi racconteremo) eccolo poi dirigersi ancora più ad ovest e dopo il paese di Rottofreno camminando pochi chilometri egli può arrivare presso Sarmato e qui far quel lungo periodo di sosta forzata per curarsi, ma non entreremo nel dettaglio dei fatti che leggendo scoprirete.
 
 

Ora interessa sapere che si legge che sostò appunto nei dintorni di Sarmato feudo di Gottardo dè Pallastrelli presso un luogo ricco di vegetazione e riparato, con una piccola fonte d'acqua, e non in una grotta, ma ecco che viene trascritto che il luogo dove San Rocco prese dimora era nei pressi del fiume Trebbia! Cosa impossibile per chi conosce il territorio: Sarmato è a pochi chilometri dal fiume Tidone che sfiora  Rottofreno ed ha a nord il fiume Po mentre il succitato fiume Trebbia è a quindici chilometri a est e prossimo a Piacenza, a San Nicolò a Trebbia ed al comune di Calendasco (vedere cartina).
 
Fatto sta che anche questa notizia è circolata in antiche Vita Sancti Rochi  e poi certamente tramandata anche solo per "copia e incolla" diremmo oggi, ma resta il dato che compare in libri di storici antichi e che da qualche parte devono ben averla conosciuta, non era certo una invenzione visto che il fiume Trebbia c'è eccome!

Come allora già detto, San Rocco ha parte della sua storia di vita qui in area piacentina, su questo non ci piove, però sarebbe interessante sapere come mai viene anche tramandato come fatto storico che la sua dimora fu nei pressi di Sarmato dove scorreva il fiume Trebbia, cosa come detto assolutamente non vera, lì al massimo scorre il fiume Tidone ma sempre un cinque chilometri ad est di Sarmato in direzione Piacenza. 
E anche è strano che citino il fiume Trebbia e il paese di Sarmato ma mai il fiume Tidone e tantomeno il fiume Po: il fatto è che il fiume Trebbia servì come riparo e sosta al santo per un certo periodo prima di ripartire verso Sarmato, ma appunto poi quando arriva lì ecco che gli storici antichi, ci dicono senza tentennare che la lunga sosta era presso il fiume Trebbia nella zona di Sarmato! E ribadiamo cosa impossibile proprio geograficamente!
 
Quale sia il mistero di questo dato non lo sappiamo, possiamo fare la ipotesi che sia un errore di conoscenza dei luoghi, ma suona strano che nel tempo non sia stato corretto e che al limite si fosse corretto il dato citando il fiume Tidone, cosa che non è mai avvenuta.
Insomma abbiamo tre fiumi, una selva dove vi scorre un rivo d'acque e che fanno parte di questa storia che per certi versi diventa curiosa per il lettore piacentino che conosce questi luoghi e la loro storia,  e resteremo con la curiosità di capire da dove sian provenute le voci della grotta di pianura e ancor più del fiume Trebbia spostato di oltre una decina di chilometri dal suo alveo!

Umberto Battini
studioso di storia locale

testo U B     se copii cita la fonte
 

26 luglio 2021

SAN ROCCO D'INDOLE FRANCESCANA

DA GIOVANE SI FECE TERZIARIO
IL CULTO DIVULGATO DAI FRANCESCANI
Papa Paolo III lo inserisce nel catalogo dei Terziari
 
Leggendo la Vita di San Rocco scopriamo che dopo la perdita dei due genitori, quindi un fatto molto significativo e toccante, il giovane e nobile Rocco prende la decisione di farsi terziario, così come indicato nella bolla papale Supra Montem del 1289 e resta però allo stato laicale senza affiliarsi a nessuna piccola comunità terziaria francescana come era quella ad esempio cui aderì S. Corrado Confalonieri presso Calendasco di Piacenza.
Si dedica quindi al volontariato di carità in ospedali per poveri malati e pellegrini ed a un certo momento parte pellegrino.
 
L'aspetto che si vuol significare qui è quello d'essere stato S. Rocco un vero e proprio penitente francescano: infatti fin da bambino visse molto da vicino l'ideale francescano e come S. Corrado ne fu attratto e dopo i fatti decisivi della vita, fu a questo ideale terziario cui dedicò la vita, in modo solitario come era tra le possibilità della Regola del tempo per i laici cioè la Supra Montem.
Con atto formale papa Paolo III nel 1547 con la bolla "Cum a nobis" inserisce San Rocco ufficialmente nel catalogo dei Santi del Terzo Ordine di San Francesco de penitentia nuncupati e che dal 1447 era un Ordine proprio come quelli già conosciuti cioè con propri conventi, ospedali, oratori e un proprio Ministro Generale etc.
Papa Urbano VIII approva ufficialmente il culto nel 1629 e papa Innocenzo XII nel 1694 prescrive ai francescani di celebrarlo con solennità.
Ovviamente S. Rocco già dai primi decenni del 1400 è molto venerato e conosciuto come protettore dalla peste e il suo culto si propaga nel popolo rapidamente e soprattutto grazie ai francescani cappuccini dal 1500 e quindi la Chiesa di Roma arriva a farne indagine e compiere gli atti che abbiamo sopra descritto.
Quindi sul dato che S. Rocco sia un penitente terziario francescano non esistono dubbi: culto da sempre portato avanti dai francescani e quindi ufficialmente inserito nel Catalogo del Terz'Ordine e senza che gli altri ordini francescani facessero proteste, come ad esempio i frati Minori oppure i Conventuali o i Cappuccini.
In questi decenni il culto sanrocchino, causa la non conoscenza della sua Vita, lo ha posto tra i santi laici anonimi ma così non è, cioè non è il caso di San Rocco di Montpellier, egli appartiene al francescanesimo e fin dalla sua giovinezza per sua scelta personale e quindi poi estesa a tutta la sua santa vita e poi passata alla Storia sacra e umana del Santo della Peste Rocco.
 
testo UB      -         se copii qualcosa cita la fonte
 
 

24 luglio 2021

IL PO A ENERGIA SOLARE

DA VALENZA PO A VENEZIA
CON UN PEDALO' A PANNELLI SOLARI
L'impresa di un giovane
 
di Umberto Battini

Leggiamo da ILGIORNALEDELPO.IT questa notizia: il trentenne originario di Cavaglià Simone Ippolito solcherà le acque del Grande Fiume con un mezzo natante completamente green ad energia pulita.
Come sempre prenderemo contatto con il giovane che ha lanciato un apposito canale Instagram e Facebook, che trovate come SIMBA SOLARBOAT, per potergli fare una qualche fotografia al suo passaggio presso Calendasco dal porticciolo del Masero.
 
    il Simba-SolarBoat - foto facebook 
 
Da Valenza a Venezia con un vero e proprio pedalò sul quale ha montato dei pannelli solari che fungono anche da copertura. La potenza sviluppata è in 1cavallo e seguendo la corrente del fiume e con l'energia solare con questo insolito natante compirà questa ottima impresa a energia verde ed a costo zero.
Ovviamente a questa iniziativa han preso parte anche degli sponsor sensibili che han fatto si che il giovane abbia realizzato questo progetto.
Po permettendo, ma visto che sono attesi forti temporali la prossima settimana pre-agostana l'acqua dovrebbe esser a buon livello, partirà domenica 1 agosto di questo 2021.
Ha detto Simone Ippolito  della sua Simba Solarboat, l’imbarcazione con cui tenterà l’impresa: “Sono partito da un pedalò a cui ho montato un motore da un cavallo alimentato interamente da energia solare e batterie per accumularla. Per il resto è tutto protetto. Posso dormirci sopra, essere riparato dalle intemperie e ospitare tutti i viveri del caso". 
Dopo alcuni giorni di navigazione l'arrivo sarà direttamente a Venezia in piazza San Marco. 
Comunicheremo anche giorno e ora per il passaggio sul Po a Calendasco.

21 luglio 2021

SAN ROCCO ITINERARIO PIACENTINO

SAN ROCCO CAMMINO' IN VARI LUOGHI PIACENTINI
PASSO' ALL'OSPITALE DI CALENDASCO?
IPOTESI DA NON TRASCURARE 
 
di Umberto Battini
     studioso di storia locale, agiografo di S. Corrado
 

 
 
Continuiamo ad analizzare un dato storico avvalendoci della memoria di Pietro Maria Campi illustre storico piacentino che nel primo 1600 ci lasciò alcuni monumentali libri di storia basata su documenti ampiamente citati dallo stesso.
San Rocco era senza dubbio un penitente, abbracciato all'ideale terziario del francescanesimo, dedicato ai laici e che potevano in libertà scegliere se vivere in questo stato laicale rimanendo indipendenti oppure ritirandosi con altri fratelli in comunità di piccole dimensioni.
Calendasco vanta un ospedale antico e nel medioevo era gestito da penitenti terziari sotto la guida di fra Aristide, che nel 1315 accolse S. Corrado Confalonieri dopo il fatto dell'incendio e della sua riduzione  alla completa povertà.
San Rocco arriva nel territorio di Piacenza nel 1322 e scorrazza e visita vari luoghi del piacentino, passando per tanti paesi.
Il Campi scrive che "in detto anno 1322 in Piacenza fu l'avventurosa venuta del glorioso San Rocco" e continua scrivendo "è da sapersi che il santo pellegrino, prima d'entrar in Piacenza, visitò molti villaggi del territorio...".
Ecco quindi un indizio, che ci fa ipotizzare anche il suo passaggio tra i suoi fratelli ospitalieri di Calendasco ed in questo 1322 è ancora in piena attività e frate terziario vestito del saio grigio, anche S. Corrado.
Qui in questo luogo di ospitalità l'infermiere itinerante S. Rocco (così lo definiscono eminenti studiosi per il fatto che vagava di ospitale in ospitale prestando anche servizio di carità in opere)  incontra S. Corrado e gli altri fraticelli: un incontro tra futuri Santi, emblematico e inaspettato!
E di lì a pochissimi anni anche S. Corrado partirà pellegrino per i luoghi Santi di Assisi e Roma e fin alla Terra Santa per poi raggiungere la Sicilia e di là fermarsi a Noto per viver da eremita nella gloriosa Valle dei Miracoli fino alla sua morte avvenuta il 19 febbraio del 1351.
San Rocco passò nella chiesa cittadina di S. Maria di Nazareth - oggi Sant'Anna - e passò pure nel borgo di Caorso per infine stare per svariato tempo nel luogo di Sarmato, in campagna.
Il caso è anche questo: Sarmato, Caorso e Calendasco sono tutti luoghi posti lungo il fiume Po.
Continueremo quindi nella analisi storica di aspetti dei due Santi con altri brevi ma succosi articoli.

se copii qualcosa cita la fonte, è un fatto di etica!

20 luglio 2021

SAN ROCCO ARTICOLO

AMICI LETTORI
vi ripropongo un mio articolo su ILPIACENZA apparso sul quotidiano il giorno del Santo cioè il 16 agosto 2020
Secondo lo storico Diedo S. Rocco nacque nel 1295 e morì nel 1327, come vedete anni in stretta analogia con San Corrado Confalonieri da Calendasco che visse da convertito penitente proprio a cavallo degli anni di S. Rocco qui nel territorio piacentino, lo storico Campi lo dice arrivato qui nel 1322 !
Buona lettura
 
il LINK è questo sotto
 
oppure leggi qui sotto il testo

L'incontro in terra piacentina tra San Rocco e San Corrado

Attualità storica, ecco una ipotesi basata su antichi studi

di Umberto Battini

 
Già il fatto che San Rocco sia inscritto nel Calendario e Ufficio Liturgico del Terzo Ordine Francescano - oppure Regolare (TOR) che dir si voglia - era stata per me una scoperta importante: così infatti è riportato negli antichi Registri Sanctorum di alcuni secoli fa e con approvazione vaticana e papale!

Infatti questo santo, veneratissimo nel Piacentino, secondo la Tradizione è appena successivo nei suoi accadimenti di vita, a San Corrado, ed anzi per certi anni, la loro vita si intreccia nel piacentino: intendo quando il nostro santo Corrado già era ritirato nel romitorio di Calendasco del 'gorgolare' (appresso al mulino), con la comunità retta dal superiore frate Aristide verso l’anno 1315.

E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospizio in ospizio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di 


Calendasco è annoverato addirittura tra i 'fondanti'.
Dicevo di San Rocco: ebbene scopro che Studi eminenti, quali quello di mons. Fusaro, ci donano riferimenti storico-critici molto interessanti, in sintesi:

- Lo storico Diedo dice s. Rocco nato nel 1295 e morto nel 1327

- Un altro studio ci informa che fino ad argomenti più decisivi le date cui attenersi circa la vira rocchiana sono quelli forniti dal Diedo e non il 1345-1377 come alcuni ipotizzano.

- Il Maurino propende per le date ultime mentre p. Filippo da Bergamo e il domenicano Maldura sono per la data prima

- Monsignor Ceroni Professore del Pontifico Seminario Vaticano sostiene le date tradizionali 1295-1327.

Se le date prime fossero confermate (ne le prime ne le ultime lo sono con certezza ma aperte a studio e ipotesi) vediamo una coincidenza piena con l'epoca del piacentino San Corrado: tra il 1315 e il 1325 possono aver avuto un incontro.
Ovvio che l'incertezza sulle date del santo Rocco non ci spinge oltre, di storico rimane la permanenza nel piacentino, presso il territorio di Sarmato, e che era penitente terziario, anche se questo aspetto viene raramente messo in luce non ostante sia bianco su nero e nell’immaginario comune San Rocco rimane un anonimo laico che visse cristianamente: così non è, aveva un ideale che lo spronava, molto diffuso in quegli anni come documentano le Fonti, ed era appunto l’ideale terziario penitenziale francescano.

Oltre al fatto quindi che erano entrambi penitenti terziari francescani, e che svolsero opera di carità in ospizi per malati e poveri pellegrini, anche un elemento curioso li accomuna cioè il pane: S. Corrado nella grotta di Noto aveva la grazia di veder comparire pagnotte calde, portate dagli angeli e S. Rocco ebbe proprio qui in territorio di Piacenza, il fatto del cane che ogni giorno gli portava un grande pezzo di pane!

Stando alle date di vita di San Rocco fornite dagli studi del Diedo è logico e probabile pensare anche 'storicamente' che ci sia stato un incontro tra i due santi citati proprio qui nel territorio piacentino e quindi nel piccolo ospedale e conventino dei penitenti di Calendasco.

Rimane una ipotesi basata su studi antichi ma che se fossero un giorno confermati, possono ben dar luogo a questo fatto dell’incontro, e Calendasco era sulla via Francigena come ben sappiamo con certezza e quindi luogo principe di passaggio dei pellegrini diretti al passaggio del fiume Po.

Scrive il p. Fredegando da Anversa autorevole storico francescano:

 "... A misura che crescevano la vita spirituale e l'operosità pubblica dei Terziari aumentava anche il loro attaccamento reciproco e si moltiplicavano le loro adunanze (vedi il grandioso Capitolo di Piacenza del 1280). In molti luoghi essi aprirono degli ospedali e degli ospizi per i poveri e pellegrini, dove necessariamente alcuni fratelli dovevano prendere dimora...".
Comunque il fatto notevole è che i due Santi hanno lo stesso ordine terziario: san Rocco come pellegrino-infermiere e san Corrado Confalonieri penitente-romita.
Nelle piccole curiosità storiche a volte si nascondono grandi illuminazioni, San Rocco e S. Corrado alla fine li scopriamo degnamente riscoperti e venerati in tutta la terra piacentina.

2 luglio 2021

MORTIZZA PIACENTINA

MORTIZZA E IL PORTO SUL PO
ERA DETTO "DELLA NAVE"
Nel medioevo e oltre servì quella parte di territorio 
 
Esiste una buona documentazione circa il porto sul fiume Po nella località e frazione di Piacenza detta Mortizza. Questo porticciolo era ben usato nel periodo antico medievale ed ancora ampiamente per secoli.
I navaroli medievali di Calendasco e Mortizza erano tra i migliori e più importanti e queste squadre di uomini erano al soldo della nobiltà, precisamente possiamo leggere gli atti degli Sforza nel XV secolo.