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21 dicembre 2010

una bella sorpresa natalizia
l'amico giornalista invia questo suo articolo

l'incontro avvenne questa estate
ma il contatto amichevole continua






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Carte e dati raccontano

Passare il fiume Po nei secoli, usando zatterone, barconi, ponti di barche, e magari a nuoto.
Nel medioevo piacentino ad esempio, diversamente di quello che oggi pensiamo, il passaggio del fiume Po veniva descritto nelle carte in vari modi, ad esempio usando il termine "vado" o anche "vadum", quello che si traduce in guado.
Il guado o nel medioevo vado, non significava assolutamente 'passaggio di fiume a piedi' ma propriamente transito, passaggio attraversamento - sia a piedi se rigagnolo o in barca se grande fiume.
Lo testimoniano studi e meglio ancora le carte, anche alcune relative a Calendasco del 1100, circa la testimonianza dinanzi al Vescovo di Piacenza dove fosse collocato il porto sul Po.
Difatti leggiamo di "vado de Calendasco" circa il fiume Pado (Po).