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28 novembre 2017

ESERCITO E FIUME PO

Genio Pontieri di Piacenza
L'ESERCITO SUL PO
I ponti galleggianti 

di Umberto Battini

la fotografia è dal sito web de IL PIACENZA
Ho letto sul quotidiano on-line ILPIACENZA un bell'articolo con tante ottime foto sulla esercitazione fatta dall'Esercito dal corpo dei Genieri di Piacenza.
M'ha colpito questo articolo perchè mi ha fatto tornare in mente quando a fare le esercitazioni in novembre venivano a Calendasco al Masero sul fiume Po.
Piazzavano un accampamento grandissimo e montavano sul fiume un ponte di barche detto "bailey".
Arrivavano tantissimi camion e jeep con tanti uomini dell'esercito.
Io ricordo che correvo sull'argine da dove potevo scrutare da lontano questo accampamento di soldati in  tenuta da battaglia. Ovviamente non ero il solo ad andare a curiosare.
"E' rivè i suldè" (Sono arrivati i soldati) sentivi dire dalla gente in bottega, nei bar e nelle case.
Ogni anno di quegli anni 1970 una o due volte all'anno potevamo assistere a queste grandi esercitazioni.
Non so perchè venissero a fare campo e montare il ponte proprio a Calendasco nella zona del Po chiamata il Masero a poche centinaia di metri dal paese, fatto sta che era bello per alcuni giorni vedere questo viavai di camionette, cannoni trainati da jeep e camion carichi di soldati e altri mezzi più grandi con sopra i vari pezzi del ponte bailey.
A tutti faceva piacere questa settimana "alla militare", anche il paese assumeva un'altra aria, si rompeva un po quella solita monotona routine da paese agricolo.
E poi tutti i piacentini vanno orgogliosi da sempre del Corpo Militare del Genio!

 

27 novembre 2017

FESTA COSCRITTI 1947

Festa
Coscritti di Calendasco
Festeggiati i compaesani del 1947

di Umberto Battini

Domenica di sole, 26 novembre di questo 2017. Al paese di San Corrado c'è un pò di aria di festa. 

la foto del gruppo scattata da Umbe
Un bel gruppo di uomini e donne di Calendasco han festeggiato il loro 70° anno (classe 1947), e così dopo la santa messa nella nostra bella chiesa parrocchiale, è stata scattata una bella foto ricordo e han lietamente concluso la giornata con un lauto pranzo "alla piacentina" in un locale della Val Tidone.


Intanto sul sagrato le ragazze più grandi del catechismo han venduto le torte delle mamme e delle nonne per raccogliere fondi da destinare ai tanti lavori parrocchiali.

la tavolata di dolci

Tra gli accompagnatori del gruppo era anche Francesco Lavezzi che è stato buon sindaco di Calendasco circa 20 anni fa.
Un piccolo borgo, dove tutti ci si conosce e si convive, in questa terra dove l'orizzonte si spande e dove scorre il Grande Fiume Po.




Francesco Lavezzi (a dx) con Piero Massari già assessore allo sport

24 novembre 2017

DAVIDE E GOLIAZON

E' solo l'inizio
IL TRACOLLO DEL CAPITALE
Piazintèin lèdar e azasèin

di Umberto Battini
    storico locale piacentino

Ci vorrano anni e annorum. Ma Davide il piccolo Davide alla lunga farà abbassare la cresta al GoliaAzon.
Ne sono certo. Corsi e ricorsi storici. 
Come una profezia laica, una profezia del popolo, a volte anche ignaro.
Tùlèin ad cùcala batte dollaro 1 a 0 (uno a zero).
Adesione 60% o 50% o 10% nulla cambia.
Grazie Piacenza!
 

22 novembre 2017

EXTRA MOENIA RUTENIO-106


Ad ottobre la nube radioattiva
PASSATA SOPRA PIACENZA
Nessun pericolo per la salute! Basta crederci 

La nube radioattiva partita dalla Russia ha "sorvolato anche l'Emilia e Piacenza".
Arpa di Piacenza che è l'Agenzia dell'Ambiente ha fatto sapere che: nessun pericolo per la salute!
Sempre l'Arpa ha comunicato che è peggio lo smog!
Bene: circa lo smog siamo d'accordo, ma sul Rutenio-106 radioattivo passato e depositato anche su Piacenza e territorio sentir dire che non è pericoloso per la salute si commenta da sè!

Come nel'800 pensano che il popolo è bue! ...

18 novembre 2017

PIACENZA - SAN DAMIANO 2017

Pellegrinaggio tra curiosità e sorpresa
MADONNA DELLE ROSE
Nel Giardino del Paradiso a quattro passi da Piacenza

di Umberto Battini

Sabato pomeriggio di quest'autunno strano, quasi primaverile. Il sole, l'aria non pungente, assenza di nebbia.
Decido per un luogo, non so bene per quale suggestione o ricordo, un luogo nel quale andai tanti anni fa, forse un paio di volte senza pretese.
Ne avevo sentito parlare da bambino e da ragazzo, ne leggevo sul quotidiano di Piacenza, tutti negli anni '70 ne parlavano. Quel posto era ed è una frazioncina di poche case e pochi abitanti, posta nella pianura piacentina che porta verso le prime colline dove passa il fiume Nure ma si è ornai al ridosso della Val d'Arda e questo luogo è S. Damiano. Frazione di S. Giorgio Piacentino, siamo a circa 20 km dalla città. 
In questa frazione di quattro case e una chiesa circa cinquant'anni fa apparve ad una signora del luogo la Santa Vergine Maria e per il fatto che apparve a questa donna con nelle mani due rose ed anche ai piedi, venne chiamata Madonna delle Rose.
La Vergine le apparve su di una pianta di pruno che cresceva accanto ad un pero. Con quella prima importante visione la pianta di pero fiorì copiosamente nonostante la fredda stagione e così restò per circa due settimane.
La veggente era Rosa Buzzini sposa Quattrini. Nacque a Santimento, a 2 km da Calendasco. Poi la sua famiglia e lei si trasferirono in quel di S. Giorgio Piacentino in S. Damiano, famiglia di agricoltori.

Sono rimasto stupito e colpito dalla bellezza del luogo nonostante l'autunno. Un grande giardino ben tenuto, con le classiche tettoie con tantissime panche e sedie per i fedeli che qui recitano rosari e ritrovano la loro quiete.
M'ha sorpreso il silenzio "imponente e surreale" che percepivo al ridosso del recinto dell'apparizione. Sicuramente rilassante e distensivo, abbastanza difficle da ritrovare nel mondo comune.
Ho detto qualche preghiera e poi ho curiosato in lungo e in largo per quei luoghi, per cercare di capire quello che non è capibile: l'impressione che m'è rimasta addosso è positiva. Quel silenzio m'è rimasto impresso in modo speciale tanto che è stata la prima cosa che ho confidato all'amica al telefono.

Da scrivere e quindi da raccontare ce ne sarebbe.
Personalmente come cattolico praticante non credo di aver ritrovato qui alla Madonna delle Rose in San Damiano piacentino, tutto quel clamore negativo che anche da ambienti di chiesa fu espresso.
Dove si recitano santi rosari, si medita e si osserva un riverente rispetto al luogo senza eccessi penso si possa ritrovare degnamente lo spirito cristiano.

Devo precisare che al momento della mia visita in quell'immenso parco ero solo con un altro devoto pellegrino, probabilmente non italiano, mentre un folto gruppo era riunito nel Centro appena lì accanto e l'avevo notato dalle vetrate semilavorate che lasciavano intravedere un  numeroso popolo di uomini e donne intenti a seguire una meditazione della quale riusunavano tenui parole al di fuori.
La Madonna delle Rose, circondata da centinaia di rose recise bianche e rosse in possenti vasi ma anche, tantissime piante di rose interrate bianche e rosse ancora in fiore e con decine di boccioli pronti ad aprirsi come offerta alla Vergine Santa! Anche questo, a mio parere un fatto inspiegabile, soprattutto qui da noi, in queste fredde notti che difficilmente possono lasciar spazio a germogli!
Ma la Madonnina riesce sempre a stupirci.

14 novembre 2017

STORIA LOCALE

 
Un discendente del Patrono
Vado. L’ammazzo. E torno!
Giovanluigi Confalonieri. Feudatario di Calendasco

di Umberto Battini

1547 giorno 10 settembre. Da Calendasco a Piacenza sono 5 miglia circa.
La strada che parte dal borgo passa il Trebbia alla Malpaga e si sbuca nella “via di campagna” dai frati.
Poco più in sù c’è la zona S. Eufemia, qui il Confalonieri con i suoi fratelli ha palazzo.
Lo esige ‘per legge’ il nuovo duca, figlio di Papa, duca con molte, troppe idee per un feudatario all’antica, legato alla terra, alla campagna.
In città lo aspettano altri amici Nobili, ognuno con le sue mire di potere. A Giovanluigi basta conservare la vita selvatica rurale, così almeno ci appare al confronto con gli altri congiurati.
Per dei Nobili entrare nel Palazzo non è difficile, anzi.
Gli altri che congiurano con lui han mire più grandi.
I quattro lasciano il loro piccolo seguito e vengono ricevuti dal Pierluigi loro Duca.
Partono le stilettate. Pochi attimi e il figlio del Papa è cadavere.

Succede quel che succede: la storia piacentina e quella italiana dell’epoca ben racconta e dettaglia questo insano episodio. Ognuno lo legge secondo il proprio tornaconto.
Epilogo: trentanove anni dopo Giovanluigi Confalonieri (ha un avo già Santo in Sicilia, a Noto, del quale han scritto gli agiografi) deve vendere “per obbligo” i suoi beni di Calendasco.
Una confisca più politica che di legge, infatti gli basta emigrare a Milano trentanove anni dopo l’omicidio, col suo gruzzolo cospicuo, e là divenire immanente Capitano di Giustizia.
Giustizia è fatta!
Più volte in questi decenni i Farnese gli han teso vendetta mandando sicari, lui ce l’ha fatta sempre! Nel suo feudo di Calendasco in fin dei conti non si vive male.
Un Santo in Paradiso c’è, anche senza saperlo.
E poi non tutti possono diventare Santi. Il mondo ha continuato a girare. E ancora gira.

  

11 novembre 2017

SAN MARTINO 2017

Ricordi
LA NEBBIA NOVEMBRINA
I carri, la gente, i traslochi


11 novembre San Martino.
A Calendasco, terra agricola, ricordo questi trattori con i carri al traino carichi di mobilio e gente.
Agricoli che traslocavano, cioè bergamini e braccianti ma i primi erano la maggioranza.
Nella mia terra le cascine agricole erano tante e tutte avevano stalle poderose. In paese, proprio nel paese stesso avevamo sei cascine con stalla!
In questa campagna quindi le aziende agricole non si contavano.
Per me, ragazzino, quei traslochi significavano nuove conoscenze, infatti quelle famiglie avevano di solito tanti figli che avrebbero frequentato le scuole del borgo.
Calendasco nella nebbia autunnale

Alcuni di questi nuovi amici passavano come le meteore, infatti accadeva che dopo un solo anno o poco più questi ri-traslocassero in altra azienda, da altra parte della stessa provincia piacentina.
Pochissimi erano comunque i figli dei bergamini che riuscivano a diventare stanziali. Era la vita del tempo, in quei primi anni '70 (1970).
Quei San Martino erano solitamente nebbiosi e a volte anche piovigginosi. Ho pochi ricordi della famosa "estate di S. Martino", l'unica differenza la vedevamo casomai nel clima, quell'11 novembre, nonostante nebbie e pioviggine, ci pareva di percepire quell' "estate" sanmartiniana nell' avere un clima perlomeno non gelidissimo (ma era una suggestione).
Nelle mie ricerche d'archivio San Martino come data particolare, anche per Calendasco ricorre tantissimo: infatti oltre a regolare i contratti agricoli, sempre ma proprio sempre, ad esempio nei contratti tra sacerdote e massaro, tra le clausole c'è quella di dover dare al prete proprio per S. Martino al rinnovo del contratto, "un paro de capponi".
Altri tempi. Dove le stagioni c'erano.