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26 gennaio 2023

MOSTRA STORICA

DAL 13 AL 18 FEBBRAIO 2023
NEL MEDIEVALE ROMITORIO 
DI SAN CORRADO
Calendasco (Piacenza)

21 gennaio 2023

SAN CORRADO 2023 UNA MOSTRA

IN ONORE AL PATRONO
UNA MOSTRA DI DOCUMENTI
IMPORTANTISSIMA

Nell'anno della ripresa dopo il periodo covid, anche San Corrado meritava un evento storico, proprio a Calendasco, borgo natio dell'Eremita.
In attesa della Festa solenne patronale del 19 febbraio, la settimana prima si tiene una Mostra documentaria molto interessante nel Romitorio.
Dal 13 al 18 febbraio 2023, sotto al Portico del Romitorio di S. Corrado, luogo che lo accolse alla sua conversione nell'anno 1315, esposizione di documenti in copia dagli originali.

 

12 gennaio 2023

AFFRESCHI DEL RICCHETTI

TRA IL 1971 E '72
A CALENDASCO IN CHIESA
Gli affreschi del prof. Luciano Ricchetti




11 gennaio 2023

MOSTRA CORRADIANA 2023

SI TERRA' NEL ROMITORIO DI SAN CORRADO
A CALENDASCO
Dal 13 al 18 febbraio 2023

Nella settimana che precede la solennità patronale del 19 febbraio, a Calendasco nell’antico romitorio ed ospedale francigeno medievale, si terrà una importante mostra documentaria.
Sotto al maestoso portico medievale saranno esposti in riproduzione anastatica dagli originali, decine di documenti del culto al Santo penitente eremita francescano qui in terra piacentina.
Le carte esposte sono d'archivio e datano dal XVI secolo e fino agli inizi del 1900.
C’è l’importante Legato Sancti Conradi redatto in curia vescovile a Piacenza nel 1617 dal notaio, dove si esplicita della nascita fisica del Santo nel borgo di Calendasco: “ex eodem loco iste Sanctus ut praefertur originem terrenam duxit”.

l'ingresso alla Mostra Documentaria è libero, gli orari dal 13 al 18 febbraio sono i seguenti: mattina 10.00 - 12.00 pomeriggio 14.30 - 17.30


3 gennaio 2023

IL PRINCIPE AZZURRO

IL DANCING DI CALENDASCO
nel dopoguerra
oppure scorri e leggi 

Nel dopoguerra non esplodono più bombe (fortunatamente) ma esplodono letteralmente i dancing locali. Non solo a Piacenza, ma in tutta la provincia, in ogni paese e frazione nascono questi primi rustici locali da ballo. Generalmente funzionavano solo nel periodo estivo, durante la bella stagione, perché in questo modo con poca spesa e quasi senza intoppi burocratici, si riusciva a metter in piedi un’area per questo scopo: bastava un cortile e la possibilità di creare una pista da ballo con una semplicissima "gettata" di cemento.

E funzionavano nel periodo delle sagre patronali locali ma con un'eccezione: la Curia piacentina aveva "spronato" i parroci affinché le serate di ballo, nel giorno della festa di un santo patrono, fossero vietate. S'aggirò la delicata faccenda, spostando l'evento nella balera del paese più vicino: fatta la legge trovato l'inganno, come recita il saggio proverbio.

Nella bassa del Po, nel borgo di Calendasco, per iniziativa dei due fratelli Germano e Renzo Bricchi si ballava per tutta l’estate nel Dancing "Principe Azzurro". Erano gli anni ‘50 e ancora oggi nello stesso cortile dell’abitazione del paese si ospita lo stand del gruppo alpini durante l'annuale Fiera del Po, ed anche a raccontarlo sembra una episodio sociale locale difficile da immaginare.

Come un prezioso reperto da museo viene conservata l’insegna con il simbolo del "Principe Azzurro": una grande scimitarra realizzata e dipinta a mano libera, mentre purtroppo la parte con il nome del dancing a caratteri cubitali è andata persa.

Tra "i pezzi storici" di quel tempo si è salvato anche qualche piccolo tavolino destinato agli avventori, addirittura i muri dei locali e del portico che attorniavano il cortile del ballabile stagionale erano stati dipinti d’azzurro.

Dalla testimonianza degli attuali proprietari abbiamo anche così scoperto che per la musica da ballo venivano invitate rinomate orchestre di prestigio, non solo piacentine, e non rara era la partecipazione di famosi artisti del tempo.

Ovviamente era offerto un piccolo servizio di ristoro, dove si trovava l’immancabile frizzantissimo vino rosso e bianco e fresca gazzosa, che era la bibita più in voga e gettonata "alla moda". Nella bassa del Po limitrofa, nel paese di Santimento si ballava nel grande cortile dell'osteria detta “dal Nuto” e in quegli anni gli abitanti di Calendasco andavano lì a ballare "per San Corrado" e la cosa era poi ricambiata, con buona pace dei rispettivi parroci.

Insomma nel dopoguerra ci si rimboccava le maniche, la provincia piacentina offriva in ogni suo paese e frazione, un luogo per far festa, con poco e niente, spostandosi in numerose e rumorose comitive di uomini e donne, a cavalcioni di pesanti biciclette, su strade "bianche" polverose.

Ricordi del secolo scorso, di questa produttiva e ricca terra piacentina, che dalle rive del Po e fino alla collina ed oltre fin alle montagne, custodisce episodi di vita sociale certamente ingegnosa e da ricordare.

Umberto Battini

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