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30 dicembre 2020

NEVICATA 2020

LE IMMAGINI
della nevicata di fine dicembre 
 
Un 2020 almeno dal punto di vista invernale corretto: neve, anche abbondante, come richiede la stagione. Disagi senza dubbio ma la neve è quasi essenziale dal punto di vista naturale per la campagna e tanti altri motivi.
E quindi ben venga!
Sono scesi circa 40 cm di neve e il territorio comunale di Calendasco è rimasto - finalmente - avvolto in un bel paesaggio romantico e bianco accecante per la distesa pianeggiante ricoperta.
 


 

23 dicembre 2020

FINE 2020 AUGURI

 

A  U G U R I

D I

B U O N E 

F E S T E

SANTO NATALE 2020

20 dicembre 2020

GRUPPO FACEBOOK

PER TUTTI
ARALDO DI SAN CORRADO
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il gruppo facebook in crescita di iscritti
dedicato a San Corrado Confalonieri
 
TUTTI gli iscritti possono mettere video, testi e foto purchè attinenti a S. Corrado!
Quindi niente "buongiorno e buonasera" o frasi del genere ma solo cose corradiane.
TUTTI possono metterle! In piena libertà! 
 
Devoti di tutto il mondo questo è il gruppo per esaltare le virtù di vita cristiane del Nostro Patrono Amatissimo.
Araldo di San Corrado su facebook 
e quindi anche www.araldosancorrado.org
e araldosancorrado.blogspot

 

14 dicembre 2020

CALENDARIO 2021

IN UNA BELLA PAGINATA
SALVATELO E POI STAMPATELO
IN A4 O MEGLIO A3 
in copisteria o dove fan fotocopie stampatelo a colori



 


28 novembre 2020

L'EREMITA E L'APPELLO

LETTERA APERTA A
CONTE E PAZIENZA
La scrive l'Eremita del PO
 
 
Leggete l'articolo e l'appello
in un mio articolo del 28 novenbre 2020

clicca lì sotto o sulla foto sopra

ARTICOLO SU ILPIACENZA

 

VIDEO ROMITORIO

SU FACEBOOK VISIBILE
PER TUTTI UNA SERIE DI VIDEO
Il web a servizio della cultura
 
Sul web in facebook di Umberto Battini potete vedere una serie di video dedicati alla visita al Romitorio ospitale di Calendasco primo luogo di ritiro di S. Corrado Confalonieri.
La visita all'antico edificio è suddivisa in vari video, brevi ma essenziali: a spiegare nei dettagli il luogo è la voce di Bruno Grassi che è anche il proprietario del monumento.

Qui potete vedere il video dedicato alla Madonna del gorgolare con Bambino e S. Corrado, affresco realizzato da Bruno Grassi.
 



26 novembre 2020

LETTERA APERTA 2020


L’APPELLO DELL’EREMITA DEL PO

A FAVORE DEI PICCOLI PAESI DI CAMPAGNA E DI MONTAGNA

“Siamo brava gente, abituati a rimboccarci le maniche, sempre e comunque: anche quando il Grande fiume decide di farci visita, direttamente nelle nostre case s’intende. Da queste parti gli assembramenti non sono mai stati di moda; della movida molti non conoscono nemmeno il significato. Forse siamo rimasti un po’ indietro, ma stiamo bene lo stesso”

di Umberto Battini

una foto dell'Eremita del PO (parmigiano)

 

Ha scritto una Lettera Aperta molto toccante, un mix di Peppone e don Camillo, con tutto l’affetto e la malinconia che solo le genti della Bassa, la bassa padana prossima al Po sà aver dentro fin dalla nascita. La Bassa è bassa, sia che tocchi l’area piacentina che quella parmense e così via fino alla foce.

L’Eremita del Po, così si è firmato, ha lanciato il suo appello da facebOok e lui è veramente un eremita del Grande Fiume: il motivo è che lo conosco molto bene (è un ottimo giornalista e Zibello e la bassa parmense sono nel suo dna) e per certi versi condiviamo questo amore della pianura senza orizzonte del Po ed inoltre quello che scrive in questa lettera al primo Ministro Giuseppe Conte è piena di verità di chi vive in questi piccoli borghi nebbiosi e afosi sulle rive del fiume.

Tutto sommato noi piacentini un Eremita del Po lo abbiamo, c’era secoli fa infatti, vivente nella terra di Calendasco, anch’essa terra di fiume, l’incendiario e santo Corrado dei Confalonieri che avrà anch’egli senza dubbio amato questi spazi padani con il fiume che ne faceva da collana al suo feudo.

Scrive il moderno Eremita del Po “Spesso parlo da solo, oppure con i pioppi o le poiane, ultimamente anche con un picchio rosso e un pettirosso. Non creo contagi né situazioni di rischio, proprio perché mi muovo da solo”.

Insomma una lettera scritta da uno che ha compreso l’anima dei luoghi e ne sa rispettare e riconoscere il valore e ne esprime con toni molto umani valori, desideri e speranze.

" LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E AL MINISTRO DELLA SALUTE

Egregio Signor Presidente ed Illustre Signor Ministro,

sono consapevole del fatto che queste mie righe, con ogni probabilità, mai saranno degne di lettura né men che meno di considerazione. Chi vi scrive è il classico “signor nessuno”, non rappresento nulla se non me stesso, non appartengo a movimenti politici, né a partiti, e me ne guardo bene. Ho imparato, da tempo, a diffidare della politica e dei suoi rappresentanti, dell’una e dell’altra parte. Sono nato, cresciuto e tuttora vivo un piccolo paese di campagna: un gruppo di case attorno a un campanile, il classico borgo abitato da “quattro gatti” come si dice da queste parti. Qualche anno fa sono pure riusciti a fonderci col Comune vicino, così almeno siamo arrivati a contare tremila abitanti: compresi, così sembra, cani, gatti e maiali. Siamo bagnati dal più importante fiume italiano e famosi per la produzione di un salume il cui nome, ad alcuni, potrebbe sembrare irriverente, ma alla fine tutti ne riconoscono la bontà.

D’estate abbiamo l’afa e le zanzare a farci compagnia; d’inverno ci pensano invece il gelo e la nebbia. Quest’ultima abbiamo anche imparato ad utilizzarla per la migliore qualità del nostro prodotto. Siamo un paese di gente laboriosa e tenace, spesso sanguigna. Del resto, da queste parti, Giovannino Guareschi si è ispirato per narrarci le vicende di Don Camillo e Peppone. Anche lo scrittore italiano più tradotto al mondo, nato proprio, guarda caso, da queste parti (dove ora riposa) si è lasciato affascinare dalla capacità che hanno, le persone di villaggi lambiti dal fiume, di sapersi adoperare concretamente, sempre coi fatti (e ben poco con le parole) per il bene comune, anche quando le idee sono opposte.

Siamo brava gente, abituati a rimboccarci le maniche, sempre e comunque: anche quando il Grande fiume decide di farci visita, direttamente nelle nostre case s’intende. Da queste parti gli assembramenti non sono mai stati di moda; della movida molti non conoscono nemmeno il significato. Forse siamo rimasti un po’ indietro, ma stiamo bene lo stesso. Da sempre, d’inverno, quando cala il sole e si fanno largo la nebbia e il gelo, il “coprifuoco” (che brutta parola, che rimanda a tempi cupi della nostra storia) inizia molto prima delle 22: non abbiamo bisogno di governi, o di scienziati, che ce lo dicano.

Non so dove siete nati e cresciuti, so che basterebbe una breve ricerca sul web per saperlo, ma non è importante. Sono certo del fatto che la vita di campagna non la conoscete e non sareste nemmeno in grado di sopportarla per un giorno. Per molti non è facile vivere qui, in mezzo a quattro gatti, e dove secondo molti non c’è nulla. Io, qui, invece ho il mio tutto e non lo cambierei per niente e nessuno al mondo.

La pandemia che ci ha colpiti è una tragedia immane, un fatto storico gravissimo: chissà come e quando ne usciremo. Senza offesa, e senza polemica, mi fa un po’ specie che si pensi di affrontare una pandemia a suon di monopattini, banchi a rotelle, bonus bicicletta e bonus vacanze (salvo poi accusare i vostri connazionali di essere stati degli irresponsabili per essere andati in vacanza).

Avete mai pensato al fatto che, un modesto beneficio, sarebbe potuto arrivare proprio dai borghi di campagna e di montagna? Vi chiederete come. Ad esempio sollecitando i proprietari di case sfitte e isolate (ovviamente abitabili, in buono stato generale e dotate di servizi) a mettere a disposizione le loro stesse proprietà, gratuitamente, per un tempo di sei mesi a favore di coloro che vivono in città e che intendono momentaneamente allontanarsi dai luoghi in cui i contagi, per ovvi motivi, sono maggiori. Trascorsi i sei mesi, a loro discrezione, avrebbero potuto poi eventualmente esercitare un diritto di prelazione sull’acquisto del luogo. Certo non sarebbe stata una trovata risolutiva, ma avrebbe potuto fare la sua parte: più dei monopattini e più dei banchi con le rotelle.

Avete mai pensato al fatto che, in piccoli borghi come questi, non ha senso applicare le stesse regole dei grandi centri? Per le località con meno di 5mila abitanti sarebbe bastata, e basterebbe tuttora, una piccola deroga sulle aperture di bar, osterie e ristoranti, per mantenere quel minimo di ossigeno e preservare qualche posto di lavoro. Roba da poco, lo so, ma tutto aiuta.

Di questo passo i piccoli centri non avranno un futuro, saranno i primi a morire e tante serrande, oggi abbassate, non si alzeranno più. Bastava davvero poco, bastava pensare, sarebbe stata sufficiente un po’ di buona volontà e più capacità d’ascolto: proprio come sapevano fare Don Camillo e Peppone.

Io mi definisco un camminatore solitario, un eremita del Po, Mi basta muovermi all’ombra dei nostri pioppeti, a fianco del nostro fiume. Lo faccio da solo, sempre, perché sono un matto che ama fermarsi di fronte alle case coloniche abbandonate, ai vecchi muri sgretolati o alle finestre sgangherate pensando alla nostra gente, a coloro che con tanto sudore e sforzo hanno costruito il nostro presente e il nostro futuro. Spesso parlo da solo, oppure con i pioppi o le poiane, ultimamente anche con un picchio rosso e un pettirosso. Non creo contagi né situazioni di rischio, proprio perché mi muovo da solo. Continuerò a camminare, se Dio vorrà, che ci sia il sole o la nebbia, l’afa o il gelo, valicando, certo, anche i confini comunali, provinciali e regionali, perché da solo non commetto colpa alcuna: almeno questo, accanto al mio fiume, mi sia concesso.

Cordialmente

L’Eremita del Po.

Parole che si commentano da sole e che ci immergono ancora più dentro al sapore nostrano che la terra e la gente cresciuta nella Bassa piacentina ha dentro al proprio essere e che l’Eremita del Po ci ha messo lì in bella mostra, a elogio della vita quieta e sobria che la campagna ci dona.


foto fatte dall'Eremita del PO (parmigiano)

 

19 ottobre 2020

PORTO DI PO

NEL DETTAGLIO CARTOGRAFICO
TRA LE TANTE MAPPE DEL FIUME

E' indiscutibile il fatto che nel comune del borgo di Calendasco ci sian stati più di un punto "statale" cioè pubblico di passaggio del Po, veri e propri porti per far scavalcare le acque a persone e cose.
Normalmente dati in fitto a persone che di questo traevano sostentamento o anche eran porticcioli di antichissima proprietà di enti ecclesiastici ad esempio Cotrebbia (vecchia) era dei monaci di Piacenza della abbazia di S. Sisto.
E del porto di Cotrebbia si è scritto e detto moltissimo perchè c'è tanta documentazione.
Un territorio ricco d'acque e che gravitava molto sul Po questo di Calendasco e grazie anche al fatto delle due grandi insenature che nei secoli han dato questa particolare conformazione: un borgo tra le due anse di fiume che ne fan la sua caratteristica.
 


 

9 ottobre 2020

DOPO LA PIENA DEL PO

DOPO LA PIENA
TORNA IL SERENO

Il Grande Fiume PO è ritornato nei sui livelli.
Ed anzi si abbassa a vista d'occhio che è anche un bene visto che la stagione delle piogge arriverà.
Ma il nostro Fiume incanta sempre e comunque!
 
tutte le foto sono di ub 8 ottobre 2020


 


5 ottobre 2020

PIENA DEL PO IL VIDEO

LA PIENA DEL PO A CALENDASCO
UN VIDEO 
Lunedì 5 ottobre 2020
di Umberto Battini


PO 2020

LA PIENA 
OTTOBRE INZIA CON IL PO GONFIO
Calendasco terra di fiume
 
foto di Umberto Battini 
 


 

 




Per fortuna il PO era ad un livello molto più basso di quello che è normalmente in questa stagione e la piena causata dalle grandi pioggie del Piemonte è passata tranquilla.
Nel paese di Calendasco il PO ha raggiunto poco meno dei 6 metri al colmo e nella mattinata di lunedì 5 ottobre già segnava i 5 metri e 60 cm.
 

30 settembre 2020

YOU TUBE I VIDEO STORICI

SUL CANALE YOUTUBE

I VIDEO STORICI DELLE MINI-CONFERENZE


 

 


di Umberto Battini studioso di S. Corrado e storico locale

clicca il link qui sotto

https://www.youtube.com/channel/UC3s77AxnWtBX3ndWpMJ9h6g


24 settembre 2020

FRANCIGENA

TANTA BLA BLA BLA

E IL SODO DOVE E'?

Ormai 20 anni dal 2000 eppure sebbene qualcosa si è mosso, molto ma molto rimane in mano al burocratese, alla sola finzione politica, al rifiuto del vero del buono e del bello, del vero soprattutto, se parliamo del nostro luogo, del borgo sul Po.

Tanta retorica stantita, tanto rifiuto del vero: per fortuna tutto è scritto nella memoria dei fatti e quando sarà nero su bianco in un nuovo volume, allora si riscoprirà da dove e come tutto ebbe inizio! Già! E questo è incancellabilmente storia del vero!

Contra factum non valet argumentum!

Contro la prova dei fatti non c'è balla che tenga.

 


 

19 settembre 2020

LUPO LUPO DELLE MIE BRAME

 








Dormite tranquilli, il lupo cattivo è solo nelle favole, quello che scorrazza libero nella campagna - sono ormai decine - è innocuo.

Almeno fino al giorno che non lo incontri, in branco, sulla tua strada campagnola mentre allegramente ti sollazzi della natura.

Tutto a posto.

13 settembre 2020

SCOMUNICATI

RIBADITA NEL 1985

VIVA IL SILLABO DEL BEATO PAPA PIO IX

Una certezza che rinfranca

La Chiesa Apostolica Cattolica Romana HA RIBADITO NEL 1985 TUTTE LE LEGGI CANONICHE CONTRO LA MASSONERIA ED I SUOI ADERENTI COMPRESA LA SCOMUNICA!

Basta esserne parte che si è scomunicati Laetae Sententiae cioè ipso facto e solo il Papa e la Chiesa la può togliere: quindi il massone NON PUO' fare la santa comunione fa SACRILEGIO ! E non è possibile confessare i suoi peccati NON HA ASSOLUZIONE ! Il resto sono sono balle. Questi i fatti per la Santa Chiesa sulla massoneria.

VIVA IL BEATO PAPA PIO IX

VIVA IL SILLABO

il 20 settembre andate a rileggerlo!
 

25 agosto 2020

AREA DI FIUME

UNA SINTETICA MAPPA

Ricostruzione su base storica 

Secondo gli antichi atti d'archivio sappiamo con certezza delle costruzioni esistenti nel Burgi Loci Calendaschi nel medioevo.

Secondo la documentazione quindi pubblicata in questi anni da Umberto Battini sappiamo che a Calendasco esiste una chiesa già dal VIII secolo e verso l'anno 1000 addirittura sorge il ricetto vescovile che nel 1200 è affiancato dal possente castello.

Qui carte d'archivio ci testimoniano che i Confalonieri che erano Capitani Vescovili e loro Militi furono feudatari fino al 1586! Prova è ad esempio il cassonato ligneo del castello che è completamente ricoperto dello stemma della casata Confalonieri.

Il porto Lambrum et Placentia anche poi detto del Soprarivo per la località è posto qui in questo territorio, ma non era il solo luogo atto al passo del fiume Po. 

Calendasco vanta ancor oggi alcui indiscutibili monumenti storici: 

  1. chiesa di S. Maria attestata già nel secolo ottavo e rimaneggiata nel 1735
  2. ricetto con levatoio attestato già dal secolo undecimo di proprietà vescovile
  3. castello del 1200 di proprietà vescovile infeudato ai Confalonieri
  4. ospedale longobardo e romitorio francescano 
  5. luogo del molino del gorgolare sulla strata levata

Non scordiamo che il Burgi Calendaschi è sulla strata romea o francigena che dirige al porticciolo del fiume Po, attestato già nell'anno 715 e oltre nel tempo.

A Calendasco è nato nel castello, nell'anno 1290 il santo Corrado Confalonieri, penitente terziario all'ospizio del luogo e poi pellegrino a Noto dove visse da eremita in una grotta della Valle e morì in santità il 19 febbraio 1351. Santo guelfo così come il castello mostra chiaramente.

Per maggiore informativa vedi www.araldosancorrado.org

Vedi anche il sito araldosancorrado.blogspot.it

 

 se per caso copi qualcosa ricorda di citare la fonte ! attenzione ai dati !

23 agosto 2020

LOCUS VENERABILIS

XENODOCHIUM

Xenodochium id est locus venerabilis, in quo peregrini suscipiuntur.

Luogo di accoglienza venerabile (sacro) nel quale i pellegrini vengono accolti.

Così indica e obbliga il Corpus Iuris Iustinianeo che dal VI sec. e per diversi secoli è usato come base del Diritto medievale e moderno, con aggiustamenti.

E neanche era permesso vendere tali luoghi, ne le loro terre, orti e pozzi e nemmeno le loro rovine, caso mai fossero stati abbandonati.



16 agosto 2020

ARTICOLO 16 AGOSTO 2020

Potete leggere l'articolo sul quotidiano ILPIACENZA al link sottosegnalato

https://www.ilpiacenza.it/cultura/l-incontro-in-terra-piacentina-tra-san-rocco-e-san-corrado.html


SAN ROCCO E SAN CORRADO

INCONTRO IN TERRA PIACENTINA

Una ipotesi basata su antichi studi

 

di Umberto Battini

  studioso di storia locale

 

Già il fatto che San Rocco sia inscritto nel Calendario e Ufficio Liturgico del Terzo Ordine Francescano - oppure Regolare (TOR) che dir si voglia - era stata per me una scoperta importante: così infatti è riportato negli antichi Registri Sanctorum di alcuni secoli fa e con approvazione vaticana e papale!

Infatti questo santo, veneratissimo nel Piacentino, secondo la Tradizione è appena successivo nei suoi accadimenti di vita, a San Corrado, ed anzi per certi anni, la loro vita si intreccia nel piacentino: intendo quando il nostro santo Corrado già era ritirato nel romitorio di Calendasco del 'gorgolare' (appresso al mulino), con la comunità retta dal superiore frate Aristide verso l’anno 1315.

E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospizio in ospizio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di Calendasco è annoverato addirittura tra i 'fondanti'.
 

Dicevo di San Rocco: ebbene scopro che Studi eminenti, quali quello di mons. Fusaro, ci donano riferimenti storico-critici molto interessanti, in sintesi:

-lo storico Diedo dice s. Rocco nato nel 1295 e morto nel 1327

-un altro studio ci informa che fino ad argomenti più decisivi le date cui attenersi circa la vira rocchiana sono quelli forniti dal Diedo e non il 1345-1377 come alcuni ipotizzano.

-il Maurino propende per le date ultime mentre p. Filippo da Bergamo e il domenicano Maldura sono per la data prima

-monsignor Ceroni Professore del Pontifico Seminario Vaticano sostiene le date tradizionali 1295-1327.

Se le date prime fossero confermate (ne le prime ne le ultime lo sono con certezza ma aperte a studio e ipotesi) vediamo una coincidenza piena con l'epoca del piacentino San Corrado: tra il 1315 e il 1325 possono aver avuto un incontro.
Ovvio che l'incertezza sulle date del santo Rocco non ci spinge oltre, di storico rimane la permanenza nel piacentino, presso il territorio di Sarmato, e che era penitente terziario, anche se questo aspetto viene raramente messo in luce non ostante sia bianco su nero e nell’immaginario comune San Rocco rimane un anonimo laico che visse cristianamente: così non è, aveva un ideale che lo spronava, molto diffuso in quegli anni come documentano le Fonti, ed era appunto l’ideale terziario penitenziale francescano.

Oltre al fatto quindi che erano entrambi penitenti terziari francescani, e che svolsero opera di carità in ospizi per malati e poveri pellegrini, anche un elemento curioso li accomuna cioè il pane: S. Corrado nella grotta di Noto aveva la grazia di veder comparire pagnotte calde, portate dagli angeli e S. Rocco ebbe proprio qui in territorio di Piacenza, il fatto del cane che ogni giorno gli portava un grande pezzo di pane!

Stando alle date di vita di San Rocco fornite dagli studi del Diedo è logico e probabile pensare anche 'storicamente' che ci sia stato un incontro tra i due santi citati proprio qui nel territorio piacentino e quindi nel piccolo ospedale e conventino dei penitenti di Calendasco.

Rimane una ipotesi basata su studi antichi ma che se fossero un giorno confermati, possono ben dar luogo a questo fatto dell’incontro, e Calendasco era sulla via Francigena come ben sappiamo con certezza e quindi luogo principe di passaggio dei pellegrini diretti al passaggio del fiume Po.

Scrive il p. Fredegando da Anversa autorevole storico francescano:

"... A misura che crescevano la vita spirituale e l'operosità pubblica dei Terziari aumentava anche il loro attaccamento reciproco e si moltiplicavano le loro adunanze (vedi il grandioso Capitolo di Piacenza del 1280). In molti luoghi essi aprirono degli ospedali e degli ospizi per i poveri e pellegrini, dove necessariamente alcuni fratelli dovevano prendere dimora...".
Comunque il fatto notevole è che i due Santi hanno lo stesso ordine terziario: san Rocco come pellegrino-infermiere e san Corrado Confalonieri penitente-romita.

Nelle piccole curiosità storiche a volte si nascondono grandi illuminazioni, San Rocco e S. Corrado alla fine li scopriamo degnamente riscoperti e venerati in tutta la terra piacentina.


Umberto Battini

 

14 agosto 2020

730 ANNI

 LA NASCITA

730 ANNI FA NEL CASTELLO

Calendasco terra di San Corrado

 

Ricorre in questo anno la splendida memoria della nascita del Patrono di Calendasco: S. Corrado Confalonieri.

Se per causa covid non potremo farne memoria pubblica in qualche forma culturale almeno ne facciamo ricordo scritto.

Passata poi questa temperie vedremo come farne memoria in modo utile e concreto. 

Intanto sappiamo che S. Corrado festeggia in questo 2020 il suo 730° compleanno: infatti nel 1290 in questo maestoso castello di proprietà dei Confalonieri, ha tratto la sua origine terrena e lo ricorda anche il Vescovo di Piacenza nel 1617 nel famoso Legato Sancto Conradi redatto in curia dal notaio e cancelliere vescovile.

Contro i fatti non c'è argomento che tenga ed è molto bello poter intanto fare memoria di questo fatto storico. San Corrado vive per certi versi anche per mezzo dei luoghi e dei monumenti che ne han visto la sua opera in vita.

Ricordiamo appunto il castello di Calendasco con il romitorio ospedale dei penitenti che lo accolsero nel 1315 e poi la grotta santa nella Valle dei Pizzoni a Noto dove visse da eremita. Grotta che ora è ben conservata nel Santuario a Lui dedicato e luogo principe della vita di San Corrado!


11 agosto 2020

CALDO E PO SECCO

PAROLE
PO...VERETTO



Il fiume in magra, l'acqua che è veramente sporca: colpa del Ticino e del Lambro?

Può essere ma non basta dirla così.

Intanto ogni tanto fanno dei tavoli sul Fiume cioè consessi per decidere sul futuro del Po ma effettivamente da annorum mai succede nulla! Ne ho visti e sentiti di tavoli per salvare il Po così tanti che negli anni che mi fan ridere quando si sente che adesso salveranno il Po.

Caro Po non prendertela passa tutto. Anche i tavoli.


PO in agosto

7 agosto 2020

LUPO

ANCORA ALL'ATTACCO

UN BRANCO DI LUPI 

Tornano alla carica i lupi!

La notizia fresca d'agosto: lupi dilaniano capre in quel d'una azienda agricola nel comune di Alseno.

Pochi mesi fa un attacco di lupi a Calendasco e a morire una vacca di una grande stalla locale.

Forse, come dicono già esperti, si aspetta che i lupi attacchino magari qualche ignaro camminatore a passeggiare in campagna.

Intervenire forse è l'ora!

 

3 agosto 2020

C'ERA UNA VOLTA IL BOA

CHE FINE HA FATTO?
AVVISTATO NEL NOVEMBRE 2018
Il Boa (non una boa) nel Po a Calendasco

Era il novembre del 2018 e il PO era in piena, ed i tecnici addetti al fiume stavano svolgendo un giro di perlustrazione lungo la sponda nella zona di Calendasco.
Nella testimonianza riportata dai tecnici alla stampa, si legge che il boa era di una lunghezza di circa 2 metri.
Poi il serpente se ne rifuggì nell'acqua del fiume e scomparve, e da allora non se ne sa più nulla.
Certamente il rettile è stato lasciato "in libertà" dal proprietario che voleva disfarsene e che rischia a tutt'oggi - se scoperto - una bella denuncia!
E così dopo due anni siamo al giro di boa, per usare un eufemismo, ed il serpentone chissà dov'è!

piena del 2019 Masero di Calendasco - foto Umbe Battini

30 luglio 2020

MAPPA 1587

UN BREVE VIDEO
La mappa dell'ingegner Paolo BOLZONI
Particolare area comune di CALENDASCO

Il Bolzoni è un topografo che tra 1587-1588 ha riprodotto fedelmente il corso del PO in territorio piacentino, sponda destra e sinistra !
Un lavoro preciso durato 2 anni.
La mappa intera si conserva in Archivio di Stato di Parma.
Si nota la conformazione del fiume PO e la distanza che a quel tempo c'era dal fiume ed uguale per altri luoghi del territorio.
Con il taglio di PO  e TIDONE di fine 1700 il fiume ha preso la conformazione che ancor oggi vediamo: le due anse che si spingono fin quasi al ridosso del paese.
Questa mappa è molto importante, assieme ad altre ovviamente!

28 luglio 2020

PO ANTICO

L'ANTICO ALVEO
Così come appare nelle mappe del XVII secolo

Quando parliamo dei porti (secondo l'accezione medievale) situati sul fiume Po a Calendasco dobbiamo attenerci alle mappe del territorio più vecchie e precise.
Solo in questo modo possiamo collocare i luoghi di porto cioè attracco delle imbarcazioni o semplice trasbordo da una riva all'altra.
In questa mappa moderna viene stilizzato in modo semplice il vecchio alveo del fiume; da notare la distanza abbastanza notevole dal borgo di Calendasco e da quello che è il piccolo luogo di Soprarivo dai propri attracchi fluviali.
Rimangono pressochè invariati quelli del Mezzano di fronte a Somaglia e quello di Cotrebbia (vecchia).
Interessante è che oltre al porto del Veratto ce ne fosse uno anche quasi dirimpetto alle Gabbiane sponda lombarda.
Le carte d'archivio del tardo 1700 testimoniano invece un accresciuto numero di porticcioli nel comune di Calendasco: ecco che quindi vi ritroviamo il Soprarivo (che ha l'alveo così vicino oggi da quando c'è stato nel XVIII secolo il taglio di Po e del Tidone) e poi i porticcioli del Masero, del Bosco e Mezzano, della Raganella e Cotrebbia vecchia.
Insomma una evoluzione legata ai tempi ed anche al movimento dell'alveo del Po che era ovviamente senza arginature e se poi furon adottate, certamente molto ridotte e non adatte a contenere piene con portate d'acqua importanti, come ben conosciamo.
Tanto si potrebbe raccontare su questi luoghi ma già farne una riflessione semplice e precisa aiuta a comprendere il territorio e la sua evoluzione storica e moderna.

Umberto Battini
studioso di storia locale


27 luglio 2020

SAN CORRADO


AGOSTO NETINO 2020
SEMPRE CORRADIANO

di Umberto Battini
     studioso di S. Corrado

I riti liturgici della festa solenne a Noto riprendono alla grande!
Certo non sarà possibile fare le due grandiose processioni ma lo stesso c'è grande festa al Patrono San Corrado Confalonieri, francescano penitente ed eremita.
Il programma è ricco di cerimonie religiose: dai Pontificali in cattedrale, alle solennissime sante messe in Santuario e gli omaggi floreali alle statue di San Corrado cioè quella in città e l'altra al Santuario fuori le mura.
La devozione quindi avrà il massimo del suo splendore: inoltre l'Arca d'argento maestosa che contiene il corpo del Santo Piacentino sarà certamente esposta alla venerazione all'altare maggiore, come sempre.
E i fedeli accorreranno a migliaia ad inginocchiarsi, piangere, affidarsi ed accendere un cero al loro stra amato Patrono: Noto ama profondamente il suo Santo e lo si respira nell'aria, giorno per giorno, di anno in anno, qualsiasi sia il periodo sociale, passerà anche il covid19 come passarono altre tremende calamità quali carestie e pestilenze e mai proprio mai la devozione ebbe una frenata.
Anzi proprio in questi momenti lo si ama doppiamente perchè siamo certi della nostra vittoria con San Corrado al fianco, qualsiasi cosa dicano gli eventi della storia.
La gente fedele e devota netina da secoli si affida a Lui e quest'anno sarà doppiamente tripudio di Amore e Grazie rivolte al Patrono, in quest'anno in cui lo abbracceremo e lo vedremo come sempre lì nella Casa di Dio, nella Chiesa cattedrale che ne conserva gelosa e grata il Santo Corpo!
Ei dal Cielo su noi veglierà!

Il Corpo di S. Corrado nella ricognizione del 1990

25 luglio 2020

NOTO 2020

Calendasco e Noto unite spiritualmente e anche storicamente: dopo la crisi covid19 la Festa estiva riprende!

N O T O
IL PROGRAMMA ESTIVO 2020

Sarà una FESTA ugualmente grandiosa! Anche se non è possibile fare le processioni tutti i devoti potranno onorare, pregare e mostrare amore a San Corrado in Cattedrale a Noto dove la sacra Arca che contiene il corpo santo del Grande Eremita sarà certamente visibile ed esposta!
Gli omaggi floreali si svolgeranno regolarmente ritrovandosi i devoti direttamente presso i luoghi delle Statue del Patrono: a Noto e al Santuario.
Sarà lo stesso una Festa storica importante e densa di affetto a San Corrado che tanto ama, protegge e custodisce di suoi fedeli!
E ugualmente mostreranno con le loro belle divise tutta la loro solennità nel rappresentare tutti i devoti di Noto, di Sicilia e del Mondo, le due Società dei Fedeli Portatori di San Corrado e dei Fedeli Portatori dei Cilii!
Si riparte più forti e sicuri di prima: non sarà certo il covid19 che ormai è quasi alle spalle, a frenare la devozione e la fede dei netini; infatti a Noto San Corrado si è continuato a respirare nell'aria, sempre, anche nei momenti più delicati.
Come dimenticare quando alla santa messa celebrata in cattedrale, senza popolo, alla fine del rito, il parroco incedeva sul portone della stessa con il Braccio di San Corrado e mentre si cantava con orgoglio fedele l'Inno, impartiva la solenne benedizione sul popolo e la Città!
Bentornato tra noi Patrono Amato!




19 luglio 2020

L'AREA DI FIUME

CALENDASCO
STORIA CHE AVVOLGE

Il territorio di Calendasco, ricco di eventi storici: primo tra tutti la nascita nel castello di San Corrado Confalonieri.
La famiglia era feudataria della zona e abitava nel grande castello.


I porti sul PO erano più di uno come testimoniano documenti di archivio e mappe antiche.


Nel paese tre monumenti:
il castello del 1200 il recetto del 1100 e il convento-ospitale di fondazione longobarda ed attivo nel medioevo e primo luogo di accoglienza di S. Corrado nel 1315.


La chiesa che è antichissima: citata nei documenti longobardi! E attualmente si presenta secondo il rifacimento del 1734 e poi internamente rimaneggiata seguendo le norme del Vaticano II.

E la Francigena riportata alla luce poco prima del Giubileo del 2000 e grazie agli studi condotti con successo dai fratelli Gianni e Umberto Battini sfociati in un glorioso libro sul Guado della Via Francigena edito dalla Banca di Piacenza nel 1998!



9 luglio 2020

IL PO 2020

LUGLIO
MASERO DI CALENDASCO

video Umberto Battini /2020/luglio/Masero/Calendasco



SIGERICO ANNO 990

SEGNO' IL PERCORSO DI RITORNO
DA ROMA A CANTERBURY
Tappa su tappa

A volte possiamo scrivere per modalità refuso inconsapevole oppure dimenticanza circa fatti, storie e storia o altro che sia.
Dando per scontato che conosciamo di Sigerico arcivescovo "inventore" della strada di Francia o francigena (franchi-gena/ghena=generata dalla Francia) sappiamo che la sua carta in cui scrisse le tappe del viaggio di ritorno da Roma è precisa dei luoghi che toccò giorno per giorno.
Sigerico appunto ha scritto e segnato le tappe nel viaggio di ritorno da Roma!
Quindi appare strano che il nostro arcivescovo possa aver passato PO sopra Piacenza per la sponda lombarda!
Infatti la tappa lo porta da Piacenza a Corte Sant'Andrea e visto che la strada romana Piacenza-Pavia passava in Calendasco è naturale che il passo del PO sia avvenuto perlomeno quasi dinanzi a Corte Sant'Andrea quindi più o meno in quel di Soprarivo per quel che era il corso del fiume a quei secoli.
E' pura invenzione dire di Sigerico che passò PO in altro luogo se non in area Calendasco per intenderci almeno storicamente.
Ma un poco di fantasia non guasta mai, e refuso o non conoscenza precisa dei fatti, lasciamo che anche la fantasia tocchi la francigena che tanto quel che è non cambia!

6 luglio 2020

ABSIDE E SANTI

TRA IL 1971 E IL 1972
AFFRESCHI DEL RICCHETTI
Pittore che ha lavorato nel piacentino

La parete absidale della parrocchiale di Calendasco vanta un grande ed anche bello e imponente affresco del maestro Luciano Ricchetti pittore di Piacenza.
Anche ai lati della navata della chiesa sono due grandi affreschi.
Quello centrale riguarda il Cristo crocifisso con Maria Vergine sostenuta da S. Giovanni apostolo; si vede un energico S. Antonino martire col vessillo cittadino patrono della Diocesi mentre al lato opposto sotto la croce un bel San Corrado patrono di Calendasco, con S. Rita da Cascia molto venerata qui al paese e infine San Savino che portò il cristianesimo in queste terre piacentine.
Tutte le figure dipinte sono del Ricchetti che lavorò, ormai anziano, a quest'opera imponente tra il 1971 ed il 1972.
Tutto venne fatto quando anche si attuarono gli adeguamenti liturgici "nuovi" portati (aimè) dal Vaticano II.

4 luglio 2020

PORTI SUL PO


LUOGHI CHE VANNO MAGGIORMENTE VALORIZZATI
Da secoli l'area del PO che costeggia la zona di Calendasco vanta numerosi punti d'approdo

di Umberto Battini

Se avete voglia di andare a spulciare le carte antiche che si trovano in Archivio potrete senza tanta difficoltà imbattervi in quelle che riguardano i Porti nel comune di Calendasco.

1 luglio 2020

LUGLIO 2020


LUGLIO
IL CALDO LA FOSCHIA E L'AFA
Il bene naturale di questa terra

E' arrivato luglio! Quello bello caldo e afoso, quello che quando vedi i campi mietuti capisci che ci siamo: luglio è l'estate per davvero!




Da lontano vedi i "getti d'acqua" che annaquano i campi di melica, mentre i campi di pomodoro ormai sono  annaffiati con le canne a perdita, che manco le vedi perchè rasentano il suolo e addirittura, in certi casi sono appena appena sotterrate.
Il PO ha iniziato a calare "a vista"! Tempo pochi giorni e la "secca"  si prospetta e si vedrà ad occhio sempre di più, ma mai riusciremo a passare solo a piedi l'intero alveo!
Per fortuna un canale d'alveo si mantiene proprio dove la corrente tira di più e questo è proprio sula sponda nostra destra, qui a Calendasco.
Qui il PO arriva dopo una grande ansa ed una imponente curva che per forza d'inerzia e fisica gli fa scavare il corso principale proprio su questa sponda.
Cosa molto utile e buona perchè consente ad esempio all'imbarcadero del Masero di non "insabbiarsi" e di poter agevolmente adire all'uso delle barche!
Ed egualmente la grande nave d'escavazione, la draga ormeggiata al Bosco, riesce a rimanere tranquilla in alveo.
Fiume, terra, pianura a perdita d'occhio, e le colline là sullo sfondo immerse nella foschia che tutti ci immerge.


29 giugno 2020

FUOCO AL GRANO

A FUOCO UN CAMPO DI GRANO
Richiama alla memoria, in tono minore, l'incendio di San Corrado Confalonieri, Patrono di Calendasco

Lunedì pomeriggio verso le ore 18.00 si è sviluppato un incendio che ha purtroppo distrutto un intero campo di grano.
Per fortuna la mietitrebbia da cui pare sia scaturito tutto è stata portata "in salvo" in un campo adiacente e con un estintore si sono spente le poche fiamme.
Il campo è comunque lontano dall'abitato di Calendasco ma il fumo a colonna che si è alzato ha attirato parecchi abitanti e curiosi.

Nella foto un particolare dell'incendio - foro U B

VIDEO SHUTTLE SUL PO 2020


VENERDI' 26 GIUGNO 2020
LA VIDEO INTERVISTA
a Fabrizio Bruno (piemontese) che a bordo di una bicicletta montata su due gommoni ed un congegno ad elica e quindi pedalando, percorre tutta l'asta del PO di oltre 600 km e toccando le sponde di oltre 180 Comuni!

E' stato accolto per una breve sosta rifocillante presso il Porticciolo di Calendasco del MASERO già ex Porto del Botto in antico; Calendasco terra di Fiume, terra della Francigena, terra di San Corrado Confalonieri! A Calendasco c'è l'antico castello dei Confalonieri, la maestosa chiesa fondata nel VII secolo e modificata nel 1700 e c'è l'antico hospitae longobardo-medievale dei pellegrini e che fu anche luogo di accoglienza alla conversione di S. Corrado! Convento ospedale dei penitenti terziari francescani!

video di Umberto Battini



sul quotidiano ILPIACENZA potete leggere l'articolo che ho scritto e che trovate anche sul BLOG

se copi qualcosa, CITA LA FONTE sempre !

27 giugno 2020

PEDALI SUL PO

LE IMMAGINI
DELL'EVENTO SPORTIVO
che ha fatto sosta a Calendasco

le foto sono tutte di Umberto Battini - se copi cita la fonte!
leggi l'articolo al link qui sotto

Alcune immagini della sosta di Fabrizio Bruno al porticciolo di Luigi Magistrali al Masero di Calendasco. Presenti anche Carlo Alberto Buttò mitico ideatore di hovercraft ed Umberto Battini storico locale.










Tutto il Po a pedali, l’impresa dello sportman Fabrizio Bruno


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