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22 ottobre 2010


foto: vecchio borgo originario


S T O R I A e C A R T E
Per conoscere un pò di storia di Calendasco (Piacenza)



La Tradizione che vede legare il Santo Corrado de Confalonieri al territorio di Calendasco ed alla egemonia che la famiglia da cui egli trasse discendenza esercitò per decenni, è ricco di testimonianze storiche anche perché su questo lembo di territorio a nord-ovest di Piacenza è posta la mansione romana di Ad Padum, antico luogo di passaggio presso il fiume Po.
Ancora ritroviamo poco discosto dal borgo, l’antico passaggio e porto che fu dei Longobardi, riconosciuto con il decreto di Liutprando del 715, il porto qui dicitur Lambro et Placentia e confermato da Carlo Magno nel 787. Altre carte del 769, 892, ci mostrano una vitalità di queste terre che oltre ad essere già bonificate con “vineis, campis, pratis, silvis” possiedono esaminando diplomi del IX e del X secolo, anche “molendinis, fluminibus, piscationibus, ripis” eccetera. Sono cioè tutti quei caratteri che fanno di un territorio la sua ricchezza e denotano popolamento, gestione , scambio, commercio ed una vita legata alla terra ed al fiume ivi appresso non di second’importanza rispetto al mondo sociale dell’epoca. Proveniente da Pavia, giunge al porto presso Soprarivo di Calendasco, una importante via di comunicazione, la via Romea o Francigena quella stessa indicata nel X secolo da Sigerico.

Questa importante Via compare in un atto notarile del 4 aprile 1057, una pergamena conservata presso l’Archivio di Stato di Parma, ove è scritto che “in loco et fondo Calendasco” i beni terrieri sono posti “desuper strata romea”, su questo fondo con “terris arabilis, atque gerbidi et buscaleis cum illorum areis” vi sono posti anche dei “sedimen, cioè appezzamenti sui quali è possibile costruire, i nostri moderni “lotti edificabili”, mostrando quindi una tendenza alla espansione del borgo e dei suoi dintorni,Ancora ritroviamo la “strata romea” posta nel borgo di Calendasco in pergamene dell’ 8 novembre 1140 e 6 novembre 1187.

Sullo stesso territorio che vedrà sviluppare le vicende religiose del Santo Corrado, ritroviamo anche la antica abbazia di Cotrebbia sede delle diete del Barbarossa e che diplomi di Berengario, di Ugo e Lotario tenevano sotto la loro protezione. Un diploma preso solo ad esmpio così ci dice “loco qui caput trebiae vocatur” e che “quemadmodum Karlomannus serenissimus rex antiquitus eandem cellulam cum universis suis”,proseguendo nello specificare i privilegi antichi concessi e ribaditi e che Carlo Magno già aveva posto sotto la sua protezione.

Queste terre al nord-ovest di Piacenza, vedono quindi nel tempo sviluppare, con base documentaria, una traditio di Corrado che va dicendo che egli, dopo aver causato l’incendio del bosco e dopo tutto ciò che ne seguì, ebbe a ritirarsi a vita religiosa, scegliendo un luogo appresso a Piacenza ove erano certi fraticelli della penitenza che vivevano secondo i principi evangelici di povertà e che sull’onda ormai avviata dal Santo Francesco, conducevan vita umile al servizio del prossimo entro le mura del loro piccolo eremo-convento.
Questa tradizione la vediamo essere rispettata e veritiera inquanto in quel di Calendasco, ove è detto il santo vestisse l’abito francescano, ritroviamo un edificio antico, architettonicamente riconducibile ad un convento-eremo con tutte le proprie caratteristiche. Ed entrando sotto al porticato d’ingresso sono visibili le tante piccole porte che conducevano agli altri edifici del convento legati a questo centrale.
La traditio
del convento la vediamo ancora emergere da una mappa del 1650 ca. conservata all’Archivio di Stato di Parma, che mostra il borgo di Calendasco con la ancora attuale conformazione e cioé:il castello, la chiesa, di modeste dimensioni e un poco discosto un grande edificio con torre e proprio campanile: l'eremo-hospitale per pellegrini dei Penitenti francescani Terziari. chiesa, castello e hospitale.





18 ottobre 2010



Francigena
la via del pellegrinaggio romeo

Piacenza e il passo del fiume Po
L'asse stradale che dalla città di Piacenza porta al porto-traghetto sul fiume di Soprarivo, attraversa un breve tratto di campagna. La Basilica di S. Maria di Campagna è "l'ingresso" della Via Francigena in città.
Ma percorrendo la Via dal nord-ovest abbiamo questa scansione di luoghi:
dopo essere approdati - via barca - a Soprarivo (Super rivum) in Emilia, eccoci incamminati verso il borgo di Calendasco (Kalendasco in carte longobarde).
Appena giunti al capo del paese, noteremo il Palazzo del Comune e a sinistra l'antico hospitio-romitorio. Di fondazione longobarda, nel medioevo (1200 ca.) fu ospedale per pellegrini e retto da frati della penitenza (terziari francescani). Nello stesso luogo vestì l'abito romitale il Santo Patrono del borgo, s. Corrado Confalonieri.
A poche centinaia di metri si scorge la chiesa parrocchiale, questa attuale è del 1735.


Della chiesa si possiedono carte longobarde e poi medievali molto antiche.

Di fianco si erge il castello, quello attuale è del XIII sec.
Attaccato ad esso con proprio ingresso levatoio è il più antico recetto vescovile.
Proseguendo sulla Via si arriva a Cotrebbia Nuova - poco distante la famosa Caput Trebiae delle Regalie del Barbarossa - ed dal fiume Trebia si guada verso Piacenza stessa sbucando appunto presso Via di Campagna con la bella Basilica mariana.










16 ottobre 2010




SIGERICOHISTORY
il nuovo blog sulla Via Francigena tra il PO e Piacenza

Nel territorio padano al ridosso della sponda emiliana

Sigerico. Un arcivescovo. Una strada.

Tra la sponda lombarda e quella emiliana del fiume Po, nel territorio che sbuca nella verdeggiante piana del comune di Calendasco, si trova il 'passo al fiume' sulla mitica Via Francigena, quella che fu ed è la romana e latina strata romea.
Piacenza,
Calendasco e Soprarivo (Super rivum): il tracciato francigeno che collega la città al fiume e viceversa, riferendoci ovviamente al porto e traghetto per i pellegrini.
Il Comune del borgo padano è membro ufficiale della Associazione Europea della Via Francigena.

La STRATA ROMEA

L'emporio romano posto sul Po a Calendasco, presso Ad Padum, segnava già circa 1700 anni fa il luogo del 'porto'.
I longobardi nel 715 valorizzano questo luogo e Carlo Magno non fu da meno.
Nel medioevo (tra 1000-1300) a Calendasco passava la 'strata romea' proprio vicino (propter) al borgo padano.
Sigerico nel 990 ca. - come segnala la storiografia - tra lombardia ed emilia in queste terre bonificate dai romani e dai benedettini, varcò il grande fiume Po (Pado, Padus).
La terra piacentina è segnata da nord-ovest al sud-est dalla strada dei pellegrini.
Piacenza città crocevia: francigena, postumia, via genovese (Bobbio).



THE castle
il CASTELLO di Calendasco

un maniero francigeno


foto: particolare del castello, sullo sfondo il recetto

Già nel 1000 per l'opera del vescovo-conte piacentino sorse qui il recetto, prototipo di castello, e verso il 1200 si costruì accanto il castrum.
Che il fortilizio servì a difesa della città di Piacenza per quel che è la parte al ridosso del fiume Po al nord-ovest lo sappiamo dalle carte antiche.
Il castello (castro calendaschi) ed il recetto sono testimoniati in atti notarili medievali.
Tra i Nobili che lo ebbero a feudo vi furono i Confalonerii antichi Milites e Capitanei del vescovo di Piacenza. Nel castello ebbe i natali il nobile Corrado de Confalonieri, futuro Santo eremita e penitente.
Nato nel 1290 morì convertito quale terziario francescano nella Valle de' Pizzoni a Noto (Siracusa) in una grotta il 19 febbraio 1351. Patrono del borgo padano da 400 anni e da oltre 700 anni dei netini.
Vedi la voce Calendasco su Wikipedia.