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21 agosto 2013

8 settembre 2013 a PO




Iniziativa sulla VIA FRANCIGENA

Quello che è molto bello ed importante è che si effettuerà l'imbarco presso il Passo del fiume PO francigeno più antico, cioè quello dirimpetto a Kalendasco.
Con le ricerche di documenti che sono continuate in questi anni ho personalmente rinvenuto che il traghetto sul PO antico era proprio quello dinanzi al borgo di Calendasco (documentazione longobarda ancora da presentare circa questo fatto) ed anche ho rinvenuto prova che Federico Barbarossa concede questo porto  di "Kalendasco" coi suoi diritti. Oltre alla descrizione delle vie di accesso al fiume di questo paese francigeno.
Insomma Kalendasco (con la K come lo scrivevano in antico) rimane un passaggio importante per il nord-ovest di Piacenza in direzione di Pavia.
Ancor più mi ha sorpreso avere scoperto che il porto antico (e non unico) è dirimpetto al borgo, cosa che potevamo supporre e che ora i documenti invece provano con certezza. Nei prossimi lavori di studio presenteremo più apertamente in stampa nero su bianco questi dati.

Umberto Battini
agiografo di San Corrado Confalonieri
e studioso di storia locale


18 agosto 2013

SANTI da RICORDARE a PIACENZA

  Da un articolo apparso sul quotidiano di Piacenza LIBERTA'
articolo tratto dalle pagine della Cultura
del quotidiano di Piacenza "Libertà"
di domenica 25 luglio 2010


E' piacentino San Gerardo il patrono di Potenza
Appartenente alla casata dei Della Porta fu vescovo della città Lucana

di Umberto Battini

Il medioevo piacentino, quello più prossimo all’epoca del Concilio di Piacenza delle crociate, svela un illustre concittadino ricordato come “literis ad plene imbutus” (maestro versato nelle lettere), “ex illustri genti de Porta” (della Nobil Famiglia dei Porta) e come gli storici Ughelli e Campi scrivono: “Gerardus placentinus, illustri loco natus”.
Parliamo di San Gerardo Vescovo piacentino, Patrono di Potenza da ben 891 anni stando al suo dies natalis datato 30 ottobre 1119, Santo originario di Piacenza, in città rimangono segni della Famiglia di discendenza e le sue ramificazioni. La Casata dei Della Porta la ritroviamo a Piacenza investita della carica di Console cittadino; per una ragionata cronologia che possa essere di coronamento agli studi potentini si ricordino i documenti e le pergamene che abbiamo rintracciato a Piacenza e dai quali estraiamo preziose notizie.
Piacenza cercò un legame “storico-artistico” nel 1952 per mano dell’archivista Giulio Dosi e dopo un breve scambio epistolare tra i due comuni quello sforzo non ebbe purtroppo seguito concreto.

La figura di San Gerardo Vescovo di Potenza si affianca degnamente a quella di San Corrado Confalonieri eremita, Patrono di Noto e Calendasco e festeggiato in altri luoghi. La canonizzazione è fatta per mano di Papa Callisto II: “Gerardum civem placentinum episcopum potentinum mortuum in sanctorum numerum retulit”, avvenuta nei primi mesi tra 1123-1124, mentre una lastra marmorea in Duomo a Piacenza ricorda la visita di questo Papa nel 1120. E’ per mezzo di un rapporto epistolare con il Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Potenza, don Gerardo Messina, apprezzato teologo, saggista e storico che riusciamo ad ottenere utili informazioni complete sul Vescovo piacentino.
Fu il canonico e storico del Duomo di Piacenza Campi a chiedere notizie al Capitolo della Cattedrale di Potenza e così dopo il 1614 riuscì a portare a conoscenza di Piacenza i fatti relativi alla vita ed alla santità di questo insigne concittadino. L’Ufficio Liturgico del Santo fu lo stesso in uso a Potenza e Piacenza per anni anche se oggi sappiamo essere rimasto in uso nella sola cittadina Lucana, oggi Basilicata.
Dal volume interessante di don Gerardo Messina “Dal Po al Basento, Pellegrino di Pace” traiamo notizie precise con dati storici e della tradizione elaborati in modo scientifico, scrive il Messina: “E’ una memoria tenace quella dei potentini per il Patrono S. Gerardo, che merita di essere rinsaldata e rinverdita per le generazioni future” e quindi da trasmettere anche alla terra d’origine, Piacenza.
Certamente già dal XI secolo in Potenza era presente una Famiglia o Colonia piacentina dei Della Porta, sappiamo che fin da allora un altro vescovo piacentino Guglielmo Della Porta era in Potenza ed anche il vescovo di Melfi era di Piacenza. Il Casato dei Della Porta proprio per i suoi trascorsi legami con la terra di Puglia, cui Potenza era compresa nel Ducato, mutò il nome in Porta-Puglia, lo stesso stemma araldico della Famiglia è lo stesso sia in Potenza che a Piacenza.
Probabilmente S. Gerardo era giunto a Potenza già sacerdote, sulla spinta della riforma gregoriana che aveva coltivato nel piacentino nelle aspirazioni spirituali. Potenza è centro di raccolta dei crociati così come Piacenza vede Papa Urbano II riunirvi il Concilio del 1095 che porterà proprio alla indizione della prima crociata. A Piacenza in questo tempo nel monastero di S. Sisto vi erano delle suore scandalose che il Papa sostituisce con i monaci benedettini chiamati da Clearmont e Mantova. Giovanni da Matera nel 1139 fonda il monastero benedettino di Pulsano e parimenti il monastero piacentino di Quartazzola è pulsanense senza scordare che questi monaci avevano proprietà terriere presso la “Puglia” di Calendasco, frazione al ridosso del fiume Trebbia.
Successore immediato di San Gerardo fu il vescovo Manfredi la cui memoria scritta e autentica lo ricorda come uomo pacifico, dotto, prodigo con i poveri e dedito all’insegnamento ai giovani della cultura. E’ doveroso segnalare che appena fuori ai confini provinciali, presso la città di Fidenza, nel portale laterale destro del Duomo, troviamo scolpito S. Raimondino Palmerio di Piacenza e appena sotto la figura di Vescovo benedicente, che è la tipica ed antica immagine tramandata di S Gerardo e che fa supporre quindi possa trattarsi dello stesso Vescovo santo piacentino: infatti la Cattedrale di S. Donnino in Fidenza, mostra la costruzione attuale iniziata verso il 1160 quale Santuario e che quindi porta scolpite figure di santi, fino a che nel 1601 acquistò titolo di Cattedrale con Sede vescovile.
Un documento fatto in Borgo S.Donnino (attuale Fidenza) il 22 agosto 1197 relativo al rinnovo del giuramento di fedeltà a Piacenza ci mostra presenti tra i “consulis communis Placentie” Oberto figlio di Oberto Della Porta, un legame quindi anche con la nostra città.
Segni tangibili della vita del Patrono S .Gerardo li estraiamo dalle letture proprie dell’Ufficio della Festa: “Gerardus, Placentiae ex illustri familia De Porta originem duxit. A pueritia hausta cum literis pietate, clericali militiae se nuncupavit” (Gerardo nacque a Piacenza dall’Illustre famiglia Della Porta. Educato da bambino nelle lettere e nella pietà, entrò nelle file del clero).
Come lo stesso S. Corrado che in Calendasco “originem terreman duxit”, ugualmente S. Gerardo in Piacenza “originem duxit”. Nella Cattedrale piacentina troviamo murata sulla parete destra della prima campata, a sinistra della porta laterale che immette ai chiostri, una lapide sepolcrale del canonico e Diacono del Duomo Nicolò Copallati Della Porta, che fu anche Arciprete di Settima in cui si legge traducendo dal latino: “+1349 11 del mese di luglio – Sepolcro del Signore Nicola dei Copallati – Della Porta canonico – di questa Chiesa Maggiore – di Piacenza e arciprete – della pieve di Settima”. I monumenti di Piacenza riguardano un ramo della Famiglia Della Porta, i Coppalati o Copallati; il Santo piacentino Gerardo fu del ramo dei Della Porta che poi si chiamarono Porta-Puglia in seguito alla presunta origine pugliese. Anche nella Basilica di S.Antonino, all’esterno vi è una arca lapidea del secolo XIV sepoltura di un discendente Coppalati-Porta.
A Potenza, nella Lucania oggi Basilicata, si ingegnò nell’educare ai buoni costumi i giovani inclini al male ed aprì una scuola per tutti in cui gratuitamente insegnava con “singulari humanitate ac patientia”. Eletto Vescovo della città divenne modello per il popolo, già da vivo fece un miracolo straordinario: trovandosi presso il luogo detto di S. Maria, per la calura estiva le genti soffrivano la sete, venne a mancare il vino, Gerardo si fece portare acqua dalla vicina fonte e con un segno di croce la tramutò in vino: gli fu concesso “Cana Galileae renovare miraculum, et ita suos mirabiliter recreare”.
Per otto anni resse la Chiesa potentina fino al giorno della sua morte il 30 ottobre 1119, molti i miracoli succedutesi, tra i quali ciechi che riebbero la vista, guarigione del paralitico.
Il 30 maggio si celebra a Potenza la Festa della Traslazione delle Reliquie alla Cattedrale avvenuta nel 1250, in questa occasione si svolge la famosa manifestazione civico-sacra di San Gerardo e i Turchi. La processione consiste in una nave, con un drappello di cavalieri vestiti alla turca, segue il Carro medioevale di S. Gerardo e in carrozza siede il Gran Turco con valletti seguito da alabardieri cristiani;si ricorda con questo solennissimo evento la vittoria sui Turchi per intercessione del Santo.
Questo insigne piacentino che tanto ha segnato la storia di un territorio della nazione e che riscopriamo con curiosità e affetto, così come auspica don Messina nella sua lettera: “...possa riuscire utile per una migliore conoscenza – e spero devozione – del vostro e del nostro Santo...”. Come San Corrado Confalonieri anche San Gerardo Della Porta Patrono di Potenza possa con iniziative culturali-religiose future essere un nuovo stimolo per la crescita orgogliosa della terra di Piacenza che sempre più spesso mostra d’avere degnissimi avi che segnarono tempi e luoghi lontani e che accrescono l’identità piacentina.
Umberto Battini
 
articolo tratto dalle pagine della Cultura
del quotidiano di Piacenza "Libertà"
di domenica 25 luglio 2010


16 agosto 2013

15 e 16 agosto 2013


Anche a Calendasco era documentato un antichissimo Oratorio a San Rocco nel luogo di Arena a circa 1 km dal borgo sul fiume Po.

SAN ROCCO e SAN CORRADO
Incontro in terra piacentina

Essendo molto sentita la festa di S. Rocco dai piacentini, proprio nel periodo agostano che segna la ricorrenza, vorrei proporre all’attenzione degli amici soprattutto sarmatesi questa riflessione storica basata sul documento dell’antica visita apostolica alla chiesa di Calendasco effettuata dal Vescovo mons. Giovan Battista Castelli il 16 dicembre 1579.

Già il fatto che San Rocco sia inscritto nel Calendario e Ufficio Liturgico del Terzo Ordine Francescano - oppure Regolare (TOR) che dir si voglia - era stata per me una scoperta importante! Infatti questo santo, veneratissimo nel Piacentino, secondo la Tradizione è appena successivo nei suoi accadimenti di vita, a San Corrado, ed anzi per certi anni, la loro vita si intreccia nel piacentino: intendo quando il nostro santo Corrado già era ritirato nel romitorio di Calendasco del 'gorgolare' (appresso al mulino), con la comunità retta dal superiore frate Aristide.

Il prezioso Registro originale è in Archivio della Curia di Piacenza e in microfilm presso l’Archivio di Stato di Piacenza. Per sviluppare questa intrigante ipotesi di un possibile incontro tra i due Santi Penitenti Rocco e Corrado mi servirò oltre che del citato atto anche dello studio storico rocchiano del Diedo e d’altri suoi estimatori.

Lo spunto mi è dato da questa parte del manoscritto: “In predecto territorio de Calendasco” sottoposto alla chiesa parrocchiale è “oratorium nuncupatum sub vocabulum Sancti Rochi posito in loco arene” ove risiede il Signor Rizzolo ed è “in territorio diciti loci Calendaschi ed quo est profanatum et nihil habet in bonis, et non habet aliqua paramenta...”.

Dalla carta deduciamo che il culto a San Rocco era esistente: santo penitente terziario, venerato principalmente contro la peste e anche assurto a protettore dei pellegrini e ascritto ufficialmente nel Registro dei Santi del Terzo Ordine Francescano. La località di Arena, ancor oggi abitata è sulla “strata romea” cioè la via Francigena che dirige a Calendasco ed al porto del Po.

L’oratorio in Arena nel 1579 è ormai desueto e profanato, cioè non più in uso, questo significa che doveva avere un’antica fondazione e quindi abbastanza remoto risalente alla prima divulgazione del culto rocchiano in terra piacentina, come appunto fu in Sarmato e nella stessa Piacenza.

Possiamo con certezza affermare che un tempo, cioè prima della profanazione o più semplicemente dell’abbandono, fosse dotato di propri arredi e paramenti per la sacra liturgia ed anche adorno di pitture al Santo Rocco.

Purtroppo oggi dell’oratorio si è persa completa memoria e non è desumibile sapere ove fosse la sua costruzione lungo la strada nel luogo di Arena e anzi si crede certamente abbattuto nel tempo proprio perché diroccato.

Certezza vuole però che questo oratorio dedicato a San Rocco sorgesse al ridosso della strada principale diretta al borgo sul Po: ancora oggi questa piccola frazione sorge lungo l’asse viario principale ed è segnalata già come frazione, nominata quale Arena, in mappe del tardo 1500 ed in carte notarili molto più antiche che indicano terre e possedimenti in Arena territorio di Calendasco.
E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospitio in ospitio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di Calendasco è tra i 'fondanti'.
Dicevo di San Rocco: ebbene scopro che Studi eminenti, quali quello di mons. Fusaro, ci donano riferimenti storico-critici molto interessanti, in sintesi:

-lo storico Diedo dice s. Rocco nato nel 1295 e morto nel 1327

-un altro studio ci informa che fino ad argomenti più decisivi le date cui attenersi circa la vira rocchiana sono quelli forniti dal Diedo e non il 1345-1377 come alcuni ipotizzano.

-il Maurino propende per le date ultime mentre p. Filippo da Bergamo e il domenicano Maldura sono per la data prima

-monsignor Ceroni Professore del Pontifico Seminario Vaticano sostiene le date tradizionali 1295-1327.

Se le date prime fossero confermate (ne le prime ne le ultime lo sono con certezza ma aperte a studio e ipotesi) vediamo una coincidenza piena con l'epoca del piacentino San Corrado.
Ovvio che l'incertezza sulle date del santo Rocco non ci spinge oltre, di storico rimane la permanenza nel piacentino, presso il territorio di Sarmato, e che era penitente terziario anche se questo aspetto viene raramente messo in luce non ostante sia bianco su nero e nell’immaginario comune San Rocco rimane un anonimo laico che visse cristianamente: così non è, aveva un ideale che lo spronava, molto diffuso in quegli anni come documentano le Fonti, ed era appunto l’ideale terziario penitenziale francescano.

Stando alle date di vita di San Rocco fornite dagli studi del Diedo è logico e probabile pensare anche 'storicamente' di un incontro tra i due santi citati.

Scrive il p. Fredegando da Anversa autorevole storico:

"... A misura che crescevano la vita spirituale e l'operosità pubblica dei Terziari aumentava anche il loro attaccamento reciproco e si moltiplicavano le loro adunanze (vedi il grandioso Capitolo di Piacenza del 1280). In molti luoghi essi aprirono degli ospedali e degli ospizi per i poveri e pellegrini, dove necessariamente alcuni fratelli dovevano prendere dimora..."
Comunque il fatto notevole è che i due Santi hanno lo stesso ordine terziario: san Rocco come pellegrino-infermiere e san Corrado Confalonieri penitente-romita.

Nelle piccole curiosità storiche a volte si nascondono grandi illuminazioni, San Rocco e S. Corrado alla fine li scopriamo degnamente riscoperti e venerati nella loro Piacenza.

Umberto Battini





5 agosto 2013

LA NOSTRA ESULTANZA


Domenica 4 agosto 2013. Cattedrale di Noto, ore 18.30: Festa sia!
La Storia "maiuscola" e la Devozione si ripetono, da secoli in quel di Noto.
Pietà popolare allo stato massimo, cioè alla commozione!
Intanto vi rimando al sito corradiano per addentrarvi nella Vita e nella Spiritualità corradiana: www.araldosancorrado.org
Ebbene, domenica con la Discesa dell'Arca del Santo che viene traslata dalla sua cappella all'altare maggiore, si sono aperti i festeggiamenti ufficiali estivi.
Il programma del mese, con processioni e riti connessi lo ritrovate sul sito che ho sopra elencato.
E' un tripudio di "Evviva San Currau!", ed è pietà popolare allo stato puro: quella che porta dritti dritti ad interrogare il cuore, la mente e la coscienza.
Da lì si arriva a Gesù, al Santo Tabernacolo e alla Vergine Maria!
Non lasciatevi suggestionare da imbonitori bacchettoni, San Corrado porta alla Chiesa perchè il Patrono stesso ce ne dà esempio! Lui che vive nel Cielo tra i Santi e che ci è Protettore amorevole!
Quante grazie dispensa ancora oggi ai fedeli netini e non solo, lo potete sentire dalla voce viva della gente.
Felice Festa amici netini! A presto.