IL LONGOBARDO
Kalendasco nel VII e VIII secolo
Carta
canta e vilàn dòrma
Di
Umberto Battini
Mi
è sempre di “gasamento” pensare al mio paesello in questa epoca.
La
certezza della fondazione romana con la primigenia Ad Padum è scientifica e non
vado oltre.
Ma
il mio paesello, questo, è stato fondato quasi certamente e non molto lungi da
Ad Padum dai primi coloni longobardi quando Pavia era capitale del regno
italico.
Difatti
sappiamo da Codici Longobardi di pergamene notarili ove il prete del paese era
longobardo, ciò lo dice il loro nome stesso e la Casata era lombarda.
Mica
è poco sapere che il porto personale del paese di Kalendasco posto a circa 500
m. oltre il Masero era di possesso della ricca famiglia monzese longobardissima
del prete.
Che
il fiume Po avesse un corso leggermente diverso lo dicono le mappe di
cinquecento anni fa.
Una
mia personale ipotesi di studio – surrogata da carte! E dagli studi di
eminentissimi studiosi del secolo scorso e non solo – mi fa ritenere che il
porto di Soprarivo conosciuto nel 1184, non esisteva a quel tempo dei
longobardi e il porto pre-francigeno era in Kalendasco…
Ho
tutto nero su bianco e in un prossimo
studio lo presenterò al pubblico e credo che susciterà non poche attenzioni:
badate bene, non rivoluziona la faccenda francigena! Voglio ribadirlo! eppure probabilmente
va a sistemare certe ottime intuizioni di studiosi che con certosina storicità non si spiegavano
nettamente del fatto dei “porti” dell’area calendaschese.
Forse
– ma credo io più di forse – ci siamo per poter dare delle risposte; quello che
è servito è stato il raggruppare tutto il materiale e rinvenirne anche fuori
confine, materiale databile a duecento anni prima del nostro Sigerico… che…
Non
mi piace vivere di rendita delle ricerche fatte, per cui in questi anni ho fatto il
racimolatore di frutti per portare alla luce sempre più chicche della mia terra
che spero un giorno interessino la nostra gioventù alla ricerca di radici.
Col
tempo e con la paglia maturano le nespole.
Umberto Battini