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14 febbraio 2015

ARTICOLO 14 febbraio 2015


IL TESTO E' INSERITO QUI

 

UNA TELA INEDITA RESTAURATA

di Umberto Battini

Con la prossimità del V° Centenario della Beatificazione la parrocchia di Calendasco può vantare una nuova grande pala d’altare tardo seicentesca dedicata a S. Corrado Confalonieri eremita e penitente francescano piacentino, le cui spoglie riposano da secoli nella città sicula di Noto che vanta il titolo di capitale del Barocco.
La grande tela è ora in restauro e verrà presentata ai devoti nella giornata del 19 febbraio durante la messa solenne nella memoria dell’Eremita nativo di Calendasco e poi anche nella giornata di sabato 21 febbraio quando il Sindaco di Noto con il vicario generale della Diocesi di Noto saranno in pellegrinaggio ai luoghi natali del Santo assieme ad un centinaio di portatori di cilio e portatori dell’Arca.
Questo prezioso recupero storico artistico e devozionale è stato frutto di una donazione del quadro fatta alla memoria del geometra Gian Guido Servetti, la cui famiglia da decenni possiede nel borgo una antica abitazione che già fu del Conte Fabio Perletti che nel 1690 ottenne dal Farnese in feudo Nobile ed Avito tutto il distretto di Calendasco.
Le condizioni del dipinto, databile a fine seicento primi del settecento, mostrano ovviamente il bisogno di un urgente e importante lavoro di restauro, che la parrocchia ha affidato alle mani esperte del restauratore Giuseppe De Paolis che con Nicolò Marchesi ha già effettuato preziosi recuperi conservativi di importanti opere.
Le condizioni della tela non appaiono propriamente buone inquanto essa è lacerata in diversi punti ed anche il colore risulta molto sporco con la pittura ossidata e deteriorata. La materia pittorica ha subito diverse cadute e perdite ma per fortuna le porzioni vitali del dipinto non sono compromesse.
Ecco quindi che il restauro di Giuseppe De Paolis sarà articolato in più operazioni quali il consolidamento e la ricucitura delle lacerazioni, il tensionamento su telaio con stuccatura e rasature opportune ed un ritocco pittorico con tecniche differenziate e riconoscibili oltre al recupero della cornice lignea laccata.
L’immagine mostra un San Corrado nella classica iconografia più diffusa, cioè lo stesso in ginocchio in una grotta con gli emblemi del suo stato eremitico quali il teschio, il libro dei Vangeli ed il santo rosario, l’abito che indossa di colore grigio rispecchia la sua condizione di penitente francescano del terz’ordine.
La particolarità di questa iconografia è data dalla Santa Vergine col Bambinello che può farci ricordare la grande pala posta sopra all’altare maggiore nel Santuario che ingloba la grotta nella valle di Noto.
Certamente questa tela che risultava completamente sconosciuta la possiamo ipotizzare essere stata commissionata dai conti Perletti che appaiono nei Registri ascritti già dal seicento alla confraternita di Calendasco dedicata a San Corrado e che aveva la cura della cappella ed altare con le relative suppellettili utili alla messa ed alla venerazione.
Un prezioso dono questa tela che andrà ad arricchire così la devozione e la memoria del Patrono di Calendasco e che verrà esposta perennemente in chiesa ove già troneggia un seicentesco dipinto di S. Corrado che lo ritrae nell’accadimento principe della sua conversione ovvero l’incendio e la cattura dell’innocente, mentre dall’alto un angelo fa da svegliarino alla coscienza del meditabondo Eremita ai cui piedi scorre l’acqua del rivo del gorgolare, ricordo del suo primo ritiro conventuale.

Umberto Battini