.

.


12 settembre 2011

POVERI frati cerconi


Propongo una lettera del Duca di Milano al Vicario del Vescovo di Piacenza che non permetteva ai frati 'cerconi' di girare nella diocesi di Piacenza ad elemosinare: forse temeva gli fosse "tolto il pane di bocca", fatto è che interviene il Duca affinchè possano farlo in libertà.

Spedita da Quinzano d'Oglio il 20 agosto 1452.

LA LETTERUCCIA mandata a Piacenza dal Duca Francesco Sforza così informa:

Domino vicario domini episcopi Placentini pro fratribus questoribus.
El n'è fatto grave querela per parte deli frati questori per la casa de Sant' Antonio, de San Bono, de San Bernardo, de Sancta Maria de Roncivalia, de San Iacomo et de Sancto Spirito dicendo che contra el debito et consueto gli inhibiti le loro queste in quello dioci[se] de Piasenza, et cum summa instantia n'hanno supplicato voglinie providere nuy non siano spoliati et privati de questa loro preheminentia.

Pertanto, sì perché in summa reverentia havemo et devotione qualunca dele mansione predicte et tuto voriamo fare per observatione et conservatione dele cose loro, sì etiam perché non habiano iusta casone de lamentarse che, più in Piasentina, che in li altri loci gli sia prohibito facto fare le loro cerche, et queste vi scrivemo et carichemo pur assay che, possendo loro debitamente fare queste questarie et che, non deci, nì xx, nì xxx anni, ma xl et l et più siano così usitate, provideati opportunamente che possano così fare nello avenire, ad ciò non si gli dia materia che cum iusta casone si possano agravare, et como si rendemo certissimi che fareti, perché sapiamo seti savio et conosciti quello vole la iustitia in multo maiore cosa non sia questa.

Et così iterato ve ne carichemo.

Data in nostris felicibus castris apud Quinzanum, die xx augusti 1452.



Umberto Battini
agiografo di San Corrado Confalonieri