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23 maggio 2020

SOLE E AFA IN COVID

CALENDASCO ANNUSA GIA' L'ESTATE
Chissà però quando torneremo alla vita normale d'aggregazione

Maggio, verso la sua fine. Afa e caldo non aiutano nell'aver addosso, sulla faccia, la mascherina. Per fortuna se si è soli non si è obbligati ad indossarla.
La foschia del caldo appanna per bene l'orizzonte sulla piana e le prime colline sono quasi del tutto sparite dalla vista.
Ma emotivamente ci fa molto bene questo tocco d'estate che tra l'altro è sempre stato così nel nostro maggio, ma causa covid e vietato uscire liberamente, non apprezzavamo.
Bentornata estate e bentrovata mezza-libertà, nell'attesa di quella piena, grande e completa.

Calendasco vista nord-ovest lato fiume Po


13 maggio 2020

NEL 2007

ARTICOLO DEL 2007
APPARSO SU IL GIORNALE

Nel giorno del 19 febbraio 2007 (lunedì), nella rubrica dedicata al Santo del giorno del quotidiano nazionale IL GIORNALE a firma dello storico e scrittore cattolico Rino Cammilleri, appare la breve vicenda di San Corrado.
Subito nelle prime righe introduttive l'autore segnala i miei due libri di studi su San Corrado Confalonieri, cosa molto significativa ed importante, a indicare che questi libri sono stati utili e veramente innovativi nella ricerca storica.
L'Amato Patrono di Calendasco e di Noto già era apparso in un volume di Rino Cammilleri dedicati ai Santi Militari ed appunto è ampiamente citato anche S. Corrado, quale milite del vescovo piacentino.

Voster Umberto Battini, studioso di S. Corrado


12 maggio 2020

STORIA DI PO

IL FIUME
ANEDDOTI MEDIEVALI

Gli anni che sono tra il 1200 ed il 1300 del medioevo piacentino ci raccontano quasi nel dettaglio della contesa dei diritti del passaggio sul fiume Po tra le suore di Brescia ed il Comune di Piacenza.
Più o meno dinanzi la città - non come intendiamo oggi - era il porto cioè una chiatta per l'attracco delle navi che risalivano o scendevano il corso del Po, quindi c'era pure un ponte ovviamente di chiatte attaccate e removibili ed un traghetto che serviva per passare da sponda a sponda egualmente come per il ponte.


Questi erano i tre servizi che venivano forniti e che erano a bell'agio delle monache bresciane che si contentavano del fitto di tutto ciò che veniva versato dai piacentini. A loro volta i delegati del comune di Piacenza davano in appalto sempre a pagamento, questi servizi.
Praticamente, come diciamo oggi la medicina la paga il malato, che in questo caso vediamo esser chi doveva per forza usare questo servizio sul fiume.


10 maggio 2020

STORIA MEDIEVALE

QUEL BRUTO DI FILIPPO IL BELLO
AMBIGUO E POLITICAMENTE SCORRETTO
Fra templari e papi e smania di processi

Il nome non è azzeccato, proprio neanche un pò: Filippo il Bello re di Francia nel primo 1300; è lui quello che ha intentato il processo ai templari in Francia e quindi con il sostegno di papa Clemente V in tutta europa o perlomeno ove fosse presenza dei militi templari.
Ampiamente indebitato con i militi del Tempio, per liberarsi da tal peso giocò e vinse la carta dell'accusa e dopo averli processati, accusati ingiustamente e anche "messi al rogo" letteralmente e imprigionati per bene, alla fine vinse la partita.
Ma anche un altro fatto, meno saltato agli occhi e che si tende a non conoscere, avviene in quegli stessi anni della sua ambigua lotta iniqua contro i Templari: intenta un processo contro l'ormai defunto papa Bonifacio VIII.
Filippo il Bello (solo di nome) sempre con l'ausilio, per fortuna stavolta non in toto del papa, intenta come detto un processo contro il papa dello "schiaffo di Agnani" già defunto, siamo nell'anno 1309 in Avignone sede di papa Clemente V.
Addirittura i suoi avvocati (corrottissimi) chiesero di riesumare il corpo e bruciarlo così come era previsto per gli eretici o gli accusati di stregoneria!
Fortunatamente gli avvocati papali lavorarono bene e dopo dibattuta questione non se ne fece nulla e non si riuscì ad infangare il nome di papa Bonifacio VIII.
Il medievale sarcofago con le sue spoglie, bellissimo! è visibile nelle Grotte vaticane in San Pietro.
Per approfondire il fatto ci sono studi e libri molto ben fatti.

7 maggio 2020

METER ONLUS

LA ONLUS METER
CONTRO LA PEDOPORNOGRAFIA
E CONTRO TUTTI GLI ABUSI SUI MINORI

Anche in questo tempo particolare la Associazione Nazionale METER continua imperterrita la lotta alla pedopornografia!
Guidata in modo eccellente da don Fortunato Di Noto sacerdote che senza se e senza ma assieme ai suoi collaboratori da anni denuncia alla Polizia decine di casi di pornografia relativa a bambini!
E ogni giorno questa lotta dà risultati, purtroppo diciamo, perchè ad esserne parte in causa sono proprio i bambini.
Anche la scorsa domenica all'Angelus il Papa ha ricordato il servizio di METER che è tutto dedicato ai diritti dei bimbi e contro il loro sfruttamento.

Il sito web che dovete seguire è quello indicato qui sotto, clicca e vedi


MESSE COVID

MOMENTO DELICATO MOLTO DELICATO
Tutto in questo periodo storico
assume un altro valore

L'ottimo articolo di Silvana De Mari traccia un bilancio cattolicesimo-covid ed oggettivamente di quel che scrive, con ottimi argomenti, la De Mari pare ben poco criticabile.
O Dio vieni a salvarmi! Signore vieni presto in mio aiuto: quello che è l'incipit di salmodia!


3 maggio 2020

PO TERRE CARESTIE

PIENE DEL FUME PO
Carestie, pestilenza e alluvioni medievali anche in area calendaschese
foto umberto battini - Calendasco visto dall'argine del PO


Le piene rovinose del PO nei secoli, ed alcune sono qui ricordate:
  • 1331 Chronicon Parmense narra della grande alluvione
  • 1394 con anche la disfatta del ponte che era dinanzi a Piacenza tanto eran fluttuanti le acque
  • 1470 nel caldo giugno, noosotante sia una stagione non proprio da PO in piena
  • 1480 aprile: grande rovina del PO che invade le terre 
Anche la peste, come al tempo medievale si diceva quasiasi voglia tipo di malattia incontrollata attraversò le nostre terre, e fu ad esempio nel 1346 e fin oltre il 1348 con carestia.
Non meno la carestia del 1314-1317 anni questi anche della vicenda del Santo Corrado Confalonieri in quel di Calendasco, con l'incendio e relativa inquisizione e pagamento del danno.

se copii qualcosa cita la fonte! ...non passare da asino...


17 aprile 2020

UN TESTO IMPORTANTE

dal libro San Corrado Confalonieri Patrono di Noto, edito a Noto 1983, di p. Giovanni Parisi TOR
e prima edizione edita a Torino nel 1960 


San Corrado 
il romitorio e hospitale del 'gorgolare' e il superiore frà Aristide
di Calendasco


A non molta distanza da Piacenza, e precisamente nel luogo ove sorge l'attuale borgo di Calendasco, molti anni prima dei fatti del nostro Corrado era in gran fama un convento di eremiti del Terz'Ordine, dove, appartate dal mondo tra le preghiere, la penitenza e il lavoro manuale, anime assetate di evangelica perfezione vivevano nell'esercizio delle più eroiche virtù.
Il luogo veniva detto dagli antichi storici, del «Gorgolare» e doveva trovarsi, con tutta probabilità, proprio all'inizio del moderno abitato.

[Infatti il molino posto poco discosto dal luogo dei Penitenti, aveva il canale delle acque che davanti all’hospito piegava a gomito verso destra, in direzione del borgo; le acque che facevano girare la grande pala creavano ovviamente un salto imponente che andava a creare quel rumore caratteristico che nel linguaggio comune chiamiamo gorgoglio e da qui la derivazione antica che indicava il luogo presso al Gorgolare. ndr]
 Entrando, infatti, per la via principale si scorge a sinistra una costruzione assai antica, la quale, per quanto rimaneggiata, ritiene ancora caratteristiche sia di antichità che di convento. A fianco dell'ingresso, in avanti, col prospetto sulla pubblica via, un ambiente, adibito ora ad uso profano, mostra evidente la sagoma di una chiesetta, che gli abitanti indicano come il luogo ove il Santo vestì l'abito religioso.


L'esistenza di questo romitorio si può storicamente far risalire al 1280-1290. Era a capo della religiosa comunità, in tale periodo, Fra Aristide, al quale qualche documento dell'epoca dà il titolo di Beato, ma che certamente era uomo di grande prudenza e di singolari virtù. Verso il 1290 come abbiamo altrove detto, venne invitato da S. Chiara a recarsi in Montefalco, in Umbria, per essere da lui spiritualmente diretta e per essere nel contempo istruita intorno alla pratica della professione dei tre voti monastici, già in uso in quella sua comunità del piacentino.


 Sollecitato dalla generosità dei signori Bennati, costruì in Montefalco il convento di S. Rocco, che divenne uno dei più rinomati dell'Ordine, poiché vi fu celebrato nel 1448 il primo Capitolo Generale. Cosicché sappiamo con certezza che la comunità religiosa del Gorgolare di Calendasco, della quale era a capo Fra Aristide, esisteva almeno fin dal 1290.
Ora fu appunto a questo antico e solitario romitorio del nostro Terz'Ordine che nel 1315, dopo avere atteso per un paio d'anni alla definitiva sistemazione dei suoi molti beni e delle gravi pendenze, scaturite dal fatto dell'incendio, che Corrado venne umilmente a bussare per essere accolto tra gli umili eremiti del Poverello d'Assisi.
Il perché egli si sia precisamente diretto a questo convento del Terz'Ordine e non ad altro luogo più remoto da Piacenza, ove avrebbe potuto vivere in maggior nascondimento, non sapremmo propriamente dirlo. Forse fu la grande fama di santità o la personale conoscenza di Fra Aristide ad attirarvelo, come pure poté essere il fatto che il romitorio gli era già familiare trovandosi vicino al suo castello se non addirittura nell'ambito delle sue stesse possessioni calendaschesi.

dal libro San Corrado Confalonieri Patrono di Noto, edito a Noto 1984, di p. Giovanni Parisi TOR

SE CITI QUESTO TESTO RICORDATI DI DIRE LA FONTE, PER CORRETTEZZA!

16 aprile 2020

ALONE DEL SOLE

ARCO DI GHIACCIO

Visibile nella tarda mattinata di giovedì 16 aprile 2020

Nella foto, naturale come è sta scattata dal cellulare, si nota l'arco di ghiaccio che forma un anello perfetto di 22 gradi. Un fenomeno atmosferico particolare.

Foto scattata alle ore 14.04 da Calendasco (Piacenza)


14 aprile 2020

L'OSPITALE FRANCIGENO


IN HOSPITIO DICTI LOCI CALENDASCHI
ANTICHISSIMO MONUMENTO

Si è già scritto tanto ma non è mai abbastanza; questo luogo, che possiamo e dobbiamo considerare un monumento al pari del castello e della chiesa di Calendasco, ha le radici molto antiche ed è stato pure primo riparo in corpo e spirito del convertito S. Corrado Confalonieri.
Sorto come ospitale nel VIII secolo per dar riparo ai viaggiatori che transitavano sulla strada diretta al passo del fiume Po, divenne anche ospedale in epoca medievale.
Certamente esistente al tempo longobardo, anche perchè siamo sulla strada romana Piacenza-Pavia cioè la Placentia-Ticinum (antico nome di Pavia che sorge per l'appunto sul fiume Ticino).
Al giorno d'oggi è più usuale conoscere il luogo come indicativo della Via Francigena.
L'antico ospitale longobardo è con la volte in cotto ed è visibile un'antico forno ed un pozzo anch'esso tutto in laterizio, lievi rimaneggiamenti sono stati apportati nel tempo, quale la colonna quadra che si può vedere e che probabilmente ricalca una più antica colonna.
Ancora nel 1600 a Calendasco gli atti pubblici notarili erano compilati proprio in questo luogo dal grande valore morale: leggiamo che eran scritti "subtus portichus" oppure nelle camere interne ed anche i Bilanci annuali del comune venivano scritti ufficialmente nell'hospitio dicti loci Calendaschi.
Testimonianze reali sono anche vari reperti, quali parti di vasellame in ceramica dipinta qui rinvenuti; ma l'imponenza del luogo la possiamo anche vedere nella grande sala capitolare e nell'arco maestoso che ce la indica nella prima stanza in cui si entra appena varcata la soglia.
Il portico ha ancora visibili, sebbene murate, alcune porticciole che davano accesso alle stanze di alloggio e le dimensione dell'ospitale e della sua chiesa particolare sono abbastanza notevoli.
Calendasco, leggiamo che è un borgo sulla strata romea, cioè la francigena, la via per Roma.
Il bel romitorio-convento medievale ci mostra nella sua parte più bassa questa perla d'origine antichissima e da qui si è poi sviluppato tutto l'edificio soprastante, oggi magistralmente restaurato ad arte per conservarne intatta tutta l'anima e farci ripiombare nella dolce e spirituale accoglienza che l'uomo medievale sapeva donare al viaggiatore.

Umberto Battini
storico locale

se citi questi testi dì la fonte, per correttezza!

11 aprile 2020