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28 maggio 2024

IL TESTO DELLA RECENSIONE

IL TESTO DELLA RECENSIONE
AL LIBRO FATTA DA CARMELO SCIASCIA
SCRITTORE E SICILIANO DOC

 
Il libro di Umberto Battini “I documenti del culto a San Corrado” sarà presentato il 5 giugno -ore 18.00- alla Fabbrica dei grilli, in via Roma, 163 a Piacenza, nell’ambito della rassegna dei mercoledì curata dal poeta-scrittore Claudio Arzani, che da due anni promuove gli scrittori e la cultura piacentina. La Fabbrica dei grilli è una realtà ideata dall’ingegnoso Bernardo Carli già dirigente del locale Liceo artistico con lo scopo primario dell’inclusione, considerata la realtà multietnica del quartiere. La Fabbrica dei grilli è un luogo di rigenerazione urbana dove, attraverso il volontariato e la cultura, si promuove la solidarietà e l’accoglienza.
 
Ci sono nomi che si legano a luoghi, come nomi che si legano a particolari eventi e personaggi. Ed ancora ci sono nomi che richiamano subito alla memoria luoghi e personaggi. Sant’Antonino o Scalabrini sono nomi che rimandano alla città di Piacenza, come dire Recanati è tutt’uno con Giacomo Leopardi. Se poi a tutto ciò si aggiunge l’etimologia del nome stesso qualsiasi dubbio cede le armi ad una verità lapalissiana che identifica il personaggio con i suoi studi e la sua devozione.
 
Mi riferisco ad Umberto Battini. Dire Umberto Battini è un chiaro riferimento a San Corrado Confalonieri e ad una località: Calendasco. Nel medioevo i nobili, dediti alla caccia, attendevano con l’arco e le frecce pronti a colpire la selvaggina, vi era tra la servitù chi batteva le siepi per far fuggire dai loro nascondigli le prede. È storicamente accertato come dalla figura dei battitori detti battini deriva il cognome Battini. Sappiamo che Corrado Confalonieri era un nobile che amava la caccia e che si serviva di tanti battitori (battini) durante le sue scorribande nelle campagne piacentine. Umberto porta questo antico cognome, come segno di un destino premonitore, proprio di un servitore di San Corrado.
 
Ed ancora, Battini nasce e vive a Calendasco, il paese dove sorge il castello che ha dato i natali al Santo. Evento che si ricorda e si festeggia il 19 febbraio, il suo dies natalis, avvenuto nel 1290. E del Castrum Calendaschi, feudo per duecento anni della nobile famiglia dei Confalonieri, Umberto ci ha rivelato e continua a rivelarci tutte le vicende che hanno caratterizzato e continuano a farne la storia.
Ed ancora. Oltre a Calendasco, è conseguenziale riferirsi ad un’altra lontana città: Noto, nota (scusate la cacofonia) città barocca nella omonima vallata siciliana. Proprio in quella città visse in santità e morì Corrado Confalonieri. Dei legami tra il paese di Calendasco e la città di Noto, Umberto è un fine cultore. Ha tessuto legami stabili tanto da diventare Socio Onorario dell’Associazione dei Portatori dei Cilii di Noto. Un prototipo di questi ceri è stato donato dai netini e si trova presso la chiesa di Calendasco.
 
Tutto ciò come premessa per rendere di pubblico dominio un nuovo studio di Umberto Battini dato alle stampe i questi giorni “I documenti del culto a San Corrado”, libro che raccoglie le carte originali di Calendasco circa il Patronato secolare del Santo. Si inizia col fare la storia della chiesa di Calendasco del ‘900, per riportare documenti e fatti di tanti secoli addietro. Questa ricerca segue il volume del 2006 “San Corrado Confalonieri – i documenti inediti Piacentini” e la pubblicazione del 2005 “San Corrado Confalonieri – il cercatore di Dio”.
 
A queste pubblicazioni vanno aggiunte le tante mostre che Umberto ha realizzato a Piacenza ed a Calendasco. Sì, proprio a Calendasco nell’antico Romitorio, che aveva visto la conversione di Corrado e la sua adesione alla regola francescana nel 1315. Il Romitorio è stato sempre messo a disposizione per tutte le iniziative culturali che, di volta in volta, si sono succedute e che hanno riguardato la storia del borgo e la figura di San Corrado, dal pittore e maestro Bruno Grassi, che tanto ha contribuito per custodirne la memoria. Le mostre organizzate da Battini hanno riguardato i documenti che attestano il culto del Santo, l’iconografia che nei secoli è dilagata in tutta Italia ed i legami del sito e del Santo con la via Francigena.
 
La documentazione storica è sicuramente il piatto forte di tutta la produzione di Umberto. I miracoli sono un attributo della santità, che può essere accolta solo secondo un atto di fede, i documenti sono un dato fattuale a cui tutti dobbiamo sottostare perché espressioni inconfutabili della storia. Allora non ci rimane altro che accogliere questa nuova pubblicazione come un contributo non solo alla santità di Corrado, ma come un contributo alla conoscenza della storia tout court.
 
Carmelo Sciascia  scrittore