IL TESTO DELLA RECENSIONE
AL LIBRO FATTA DA CARMELO SCIASCIA
SCRITTORE E SICILIANO DOC
Il libro di Umberto Battini “I documenti del culto a San Corrado”
sarà presentato il 5 giugno -ore 18.00- alla Fabbrica dei grilli, in via
Roma, 163 a Piacenza, nell’ambito della rassegna dei mercoledì curata
dal poeta-scrittore Claudio Arzani, che da due anni promuove gli
scrittori e la cultura piacentina. La Fabbrica dei grilli è una realtà
ideata dall’ingegnoso Bernardo Carli già dirigente del locale Liceo
artistico con lo scopo primario dell’inclusione, considerata la realtà
multietnica del quartiere. La Fabbrica dei grilli è un luogo di
rigenerazione urbana dove, attraverso il volontariato e la cultura, si
promuove la solidarietà e l’accoglienza.
Ci sono nomi che si legano a luoghi, come nomi che si legano a
particolari eventi e personaggi. Ed ancora ci sono nomi che richiamano
subito alla memoria luoghi e personaggi. Sant’Antonino o Scalabrini sono
nomi che rimandano alla città di Piacenza, come dire Recanati è
tutt’uno con Giacomo Leopardi. Se poi a tutto ciò si aggiunge
l’etimologia del nome stesso qualsiasi dubbio cede le armi ad una verità
lapalissiana che identifica il personaggio con i suoi studi e la sua
devozione.
Mi riferisco ad Umberto Battini. Dire Umberto Battini è un chiaro
riferimento a San Corrado Confalonieri e ad una località: Calendasco.
Nel medioevo i nobili, dediti alla caccia, attendevano con l’arco e le
frecce pronti a colpire la selvaggina, vi era tra la servitù chi batteva
le siepi per far fuggire dai loro nascondigli le prede. È storicamente
accertato come dalla figura dei battitori detti battini deriva il
cognome Battini. Sappiamo che Corrado Confalonieri era un nobile che
amava la caccia e che si serviva di tanti battitori (battini) durante le
sue scorribande nelle campagne piacentine. Umberto porta questo antico
cognome, come segno di un destino premonitore, proprio di un servitore
di San Corrado.
Ed ancora, Battini nasce e vive a Calendasco, il paese dove sorge il
castello che ha dato i natali al Santo. Evento che si ricorda e si
festeggia il 19 febbraio, il suo dies natalis, avvenuto nel 1290. E del
Castrum Calendaschi, feudo per duecento anni della nobile famiglia dei
Confalonieri, Umberto ci ha rivelato e continua a rivelarci tutte le
vicende che hanno caratterizzato e continuano a farne la storia.
Ed ancora. Oltre a Calendasco, è conseguenziale riferirsi ad un’altra
lontana città: Noto, nota (scusate la cacofonia) città barocca nella
omonima vallata siciliana. Proprio in quella città visse in santità e
morì Corrado Confalonieri. Dei legami tra il paese di Calendasco e la
città di Noto, Umberto è un fine cultore. Ha tessuto legami stabili
tanto da diventare Socio Onorario dell’Associazione dei Portatori dei
Cilii di Noto. Un prototipo di questi ceri è stato donato dai netini e
si trova presso la chiesa di Calendasco.
Tutto ciò come premessa per rendere di pubblico dominio un nuovo studio
di Umberto Battini dato alle stampe i questi giorni “I documenti del
culto a San Corrado”, libro che raccoglie le carte originali di
Calendasco circa il Patronato secolare del Santo. Si inizia col fare la
storia della chiesa di Calendasco del ‘900, per riportare documenti e
fatti di tanti secoli addietro. Questa ricerca segue il volume del 2006
“San Corrado Confalonieri – i documenti inediti Piacentini” e la
pubblicazione del 2005 “San Corrado Confalonieri – il cercatore di Dio”.
A queste pubblicazioni vanno aggiunte le tante mostre che Umberto ha
realizzato a Piacenza ed a Calendasco. Sì, proprio a Calendasco
nell’antico Romitorio, che aveva visto la conversione di Corrado e la
sua adesione alla regola francescana nel 1315. Il Romitorio è stato
sempre messo a disposizione per tutte le iniziative culturali che, di
volta in volta, si sono succedute e che hanno riguardato la storia del
borgo e la figura di San Corrado, dal pittore e maestro Bruno Grassi,
che tanto ha contribuito per custodirne la memoria. Le mostre
organizzate da Battini hanno riguardato i documenti che attestano il
culto del Santo, l’iconografia che nei secoli è dilagata in tutta Italia
ed i legami del sito e del Santo con la via Francigena.
La documentazione storica è sicuramente il piatto forte di tutta la
produzione di Umberto. I miracoli sono un attributo della santità, che
può essere accolta solo secondo un atto di fede, i documenti sono un
dato fattuale a cui tutti dobbiamo sottostare perché espressioni
inconfutabili della storia. Allora non ci rimane altro che accogliere
questa nuova pubblicazione come un contributo non solo alla santità di
Corrado, ma come un contributo alla conoscenza della storia tout court.
Carmelo Sciascia scrittore