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6 luglio 2022

GHIACCIO SUL PO

UN ARTICOLO SULLA GELATA DEL 1956


Sopraffatti dal caldo torrido, dall’afa e dalla siccità ormai assodata e incontrollata, andando a spelucchiare nelle notizie del meteo piacentino degli anni ’50 ci si imbatte in un evento strettamente legato al Po. Erano i tempi nel quale il clima funzionava in modo “regolare” e solo pochi e sporadici eventi potevano creare allarme.

Ed è proprio quello che avvenne nel febbraio del 1956 qui nel piacentino, lungo tutta l’asta del Grande Fiume per la causa di una terribile e temibile gelata di quell’inverno che registrò 19 gradi sotto allo zero. 
Si facevano quindi titoloni sul Po che era ghiacciato nei punti “morti” così come anche le tante grandi lanche residuo di acque ferme erano divenute un compatto e lucente lastrone di ghiaccio. Tanti di questi lanconi ricchi di pesce sono del tutto spariti e sono stati assorbiti dal Po con la poderosa piena del 2000 mentre altri, rari, se ne son creati.

La navigazione fluviale in quel febbraio era paralizzata da circa quindici giorni perchè “il Po sospinge a valle ciclopiche lastre di giaccio”. Sospesa la pesca professionale “tra Boscone, Cotrebbia e Calendasco, per non metter a repentaglio la vita e distruggere le reti da pesca”. 
Continuando nella cronaca di quel fatto si scopre che a causa di banchi di notevoli dimensioni di ghiaccio, anche la stabilità dei due ponti di barche sul Po che erano uno a San Nazzaro di Monticelli d’Ongina e l’altro a Boscotosca di Castelsangiovanni era messa a dura prova. 

I lastroni si erano staccati a causa proprio del miglioramento del clima che aveva attenuato le rigide gelate, anche il navigare con battelline leggere era stato sconsigliato, insomma il fiume solcato da questi inusuali pezzi di ghiaccio era un evento particolare ma tutto sommato sopportabile. 
Infatti nella memoria affioravano altri ricordi di simili eventi accaduti negli anni e che i pescatori conservavano nella memoria collettiva: la gelata del Po del febbraio del 1929 era uno di questi, quando si poteva addirittura camminare sul fiume ghiacciato.

La notizia clamorosa poi fu che a Boscone Cusani venne segnalato il passaggio di una lastra di ghiaccio lunga quasi cinquanta metri, che si era staccata da una lanca. Da chi monitorava il fiume dall’argine e dalla sponda fu dato l’allarme e  decine di persone accorsero a Po per vedere questo insolito “iceberg piatto” transitare lentamente.

Un insolito fatto naturale accaduto circa una settantina di anni fa, quando ancora le stagioni si succedevano regolari e il Grande Fiume aveva i suoi cicli naturali con le piene primaverili e autunnali, le piccole magre estive e le sporadiche ghiacciate invernali aiutate da abbondanti nevicate.

Umberto Battini