Il testo dell'articolo apparso sul quotidiano LIBERTA' a Piacenza
lunedì 6 agosto 2012
SAN ROCCO e
SAN CORRADO
Incontro in terra piacentina
Essendo molto sentita la festa di S. Rocco dai piacentini, proprio nel
periodo agostano che segna la ricorrenza, vorrei proporre all’attenzione degli
amici soprattutto sarmatesi questa riflessione storica basata sul documento
dell’antica visita apostolica alla chiesa di Calendasco effettuata dal Vescovo
mons. Giovan Battista Castelli il 16 dicembre 1579.
Già il fatto che San Rocco sia inscritto nel Calendario e Ufficio
Liturgico del Terzo Ordine Francescano - oppure Regolare (TOR) che dir si
voglia - era stata per me una scoperta importante! Infatti questo santo,
veneratissimo nel Piacentino, secondo la Tradizione è appena successivo nei
suoi accadimenti di vita, a San Corrado, ed anzi per certi anni, la loro vita
si intreccia nel piacentino: intendo quando il nostro santo Corrado già era
ritirato nel romitorio di Calendasco del 'gorgolare' (appresso al mulino), con
la comunità retta dal superiore frate Aristide.
Il prezioso Registro originale è in Archivio della
Curia di Piacenza e in microfilm presso l’Archivio di Stato di Piacenza. Per
sviluppare questa intrigante ipotesi di un possibile incontro tra i due Santi
Penitenti Rocco e Corrado mi servirò oltre che del citato atto anche dello
studio storico rocchiano del Diedo e d’altri suoi estimatori.
Lo spunto mi
è dato da questa parte del manoscritto: “In predecto territorio de
Calendasco” sottoposto alla chiesa parrocchiale è “oratorium nuncupatum
sub vocabulum Sancti Rochi posito in loco arene” ove risiede il Signor
Rizzolo ed è “in territorio diciti loci Calendaschi ed quo est profanatum et
nihil habet in bonis, et non habet aliqua paramenta...”.
Dalla carta
deduciamo che il culto a San Rocco era esistente: santo penitente terziario, venerato
principalmente contro la peste e anche assurto a protettore dei pellegrini e
ascritto ufficialmente nel Registro dei Santi del Terzo Ordine Francescano. La
località di Arena, ancor oggi abitata è sulla “strata romea” cioè la via
Francigena che dirige a Calendasco ed al porto del Po.
L’oratorio in
Arena nel 1579 è ormai desueto e profanato, cioè non più in uso, questo
significa che doveva avere un’antica fondazione e quindi abbastanza remoto
risalente alla prima divulgazione del culto rocchiano in terra piacentina, come
appunto fu in Sarmato e nella stessa Piacenza.
Possiamo con
certezza affermare che un tempo, cioè prima della profanazione o più
semplicemente dell’abbandono, fosse dotato di propri arredi e paramenti per la
sacra liturgia ed anche adorno di pitture al Santo Rocco.
Purtroppo
oggi dell’oratorio si è persa completa memoria e non è desumibile sapere ove
fosse la sua costruzione lungo la strada nel luogo di Arena e anzi si crede
certamente abbattuto nel tempo proprio perché diroccato.
Certezza
vuole però che questo oratorio dedicato a San Rocco sorgesse al ridosso della
strada principale diretta al borgo sul Po: ancora oggi questa piccola frazione
sorge lungo l’asse viario principale ed è segnalata già come frazione, nominata
quale Arena, in mappe del tardo 1500 ed in carte notarili molto più
antiche che indicano terre e possedimenti in Arena territorio di Calendasco.
E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospitio in ospitio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di Calendasco è tra i 'fondanti'.
Dicevo di San Rocco: ebbene scopro che Studi eminenti, quali quello di mons. Fusaro, ci donano riferimenti storico-critici molto interessanti, in sintesi:
E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospitio in ospitio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di Calendasco è tra i 'fondanti'.
Dicevo di San Rocco: ebbene scopro che Studi eminenti, quali quello di mons. Fusaro, ci donano riferimenti storico-critici molto interessanti, in sintesi:
-lo storico
Diedo dice s. Rocco nato nel 1295 e morto nel 1327
-un altro
studio ci informa che fino ad argomenti più decisivi le date cui attenersi circa
la vira rocchiana sono quelli forniti dal Diedo e non il 1345-1377 come alcuni
ipotizzano.
-il Maurino
propende per le date ultime mentre p. Filippo da Bergamo e il domenicano
Maldura sono per la data prima
-monsignor
Ceroni Professore del Pontifico Seminario Vaticano sostiene le date
tradizionali 1295-1327.
Se le date
prime fossero confermate (ne le prime ne le ultime lo sono con certezza ma
aperte a studio e ipotesi) vediamo una coincidenza piena con l'epoca del
piacentino San Corrado.
Ovvio che l'incertezza sulle date del santo Rocco non ci spinge oltre, di storico rimane la permanenza nel piacentino, presso il territorio di Sarmato, e che era penitente terziario anche se questo aspetto viene raramente messo in luce non ostante sia bianco su nero e nell’immaginario comune San Rocco rimane un anonimo laico che visse cristianamente: così non è, aveva un ideale che lo spronava, molto diffuso in quegli anni come documentano le Fonti, ed era appunto l’ideale terziario penitenziale francescano.
Ovvio che l'incertezza sulle date del santo Rocco non ci spinge oltre, di storico rimane la permanenza nel piacentino, presso il territorio di Sarmato, e che era penitente terziario anche se questo aspetto viene raramente messo in luce non ostante sia bianco su nero e nell’immaginario comune San Rocco rimane un anonimo laico che visse cristianamente: così non è, aveva un ideale che lo spronava, molto diffuso in quegli anni come documentano le Fonti, ed era appunto l’ideale terziario penitenziale francescano.
Stando alle
date di vita di San Rocco fornite dagli studi del Diedo è logico e probabile
pensare anche 'storicamente' di un incontro tra i due santi citati.
Scrive il p.
Fredegando da Anversa autorevole storico:
"... A
misura che crescevano la vita spirituale e l'operosità pubblica dei Terziari
aumentava anche il loro attaccamento reciproco e si moltiplicavano le loro
adunanze (vedi il grandioso Capitolo di Piacenza del 1280). In molti luoghi
essi aprirono degli ospedali e degli ospizi per i poveri e pellegrini, dove
necessariamente alcuni fratelli dovevano prendere dimora..."
Comunque il fatto notevole è che i due Santi hanno lo stesso ordine terziario: san Rocco come pellegrino-infermiere e san Corrado Confalonieri penitente-romita.
Comunque il fatto notevole è che i due Santi hanno lo stesso ordine terziario: san Rocco come pellegrino-infermiere e san Corrado Confalonieri penitente-romita.
Nelle
piccole curiosità storiche a volte si nascondono grandi illuminazioni, San
Rocco e S. Corrado alla fine li scopriamo degnamente riscoperti e venerati
nella loro Piacenza.
Umberto
Battini
vedi anche www.araldosancorrado.org