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15 gennaio 2012

articolo apparso a Piacenza sul quotidiano LIBERTA' di giovedì 9 giugno 2011
TERRIBILIS EST LOCUS ISTE
Contro la degradazione dei luoghi sacri
Personalismi, ignoranza, egocentrismo e massoneria
al vertice dell’imbarbarimento dei luoghi sacri

di Umberto Battini
Si fa tanta pompa, per bocca di taluni cattolici, di inesorabile e definitiva consegna del proprio “io” alla fede ed alla Chiesa. Ci si infila nella bella e semplice propria ‘autoassoluzione’ (nel caso commettessimo qualche defaiance) e poi, come niente detto e fatto si continua nel filone relativista che tutte la magagne copre.
E sì: è più facile vedere la pagliuzza altrui che la trave propria.
Ma non nego della presenza della buonafede ed anche (è dottrina) della Divina Misericordia e (è dottrina) della Provvidenza (vedi senza affanno cosa ne dice il Catechismo della Chiesa cattolica).
Conosco un bravo sacerdote che ha una grande cura dell’edifico sacro lui parrocchialmente affidato, e che a mia memoria, non ha mai permesso in esso profanazioni del sacro, della cultura e dell’arte. Anzi, mantiene questo Locus sempre lindo e consono alla conservazione in esso del SS.mo Corpo di N.S. Gesù Cristo, che dal tabernacolo si offre a nostra consolazione, al ringraziamento ed adorazione!
Ed in questo modo anche le celebrazioni, volenti o nolenti, assumono sempre una bella decenza liturgica e sono a vantaggio della crescita personale del fedele.
Al contrario i luoghi sacri de-sacralizzati non solo sono a detrimento dell’anima dell’edificio ma ancora più dei fedeli. E’ un processo lento e inesorabile che produce nelle anime più semplici un oscuramento della grandiosità della stessa Liturgia e quindi della Dottrina e dei pilastri stessi della nostra fede.
Presentare Chiese, Cattedrali, Basiliche, Santuari e semplici loci sancti (quei luoghi che hanno visto nei secoli in essi svolgersi la vita santa di comunità e/o uomini e donne non poi raramente con taluno dei suoi membri elevato agli onori degli Altari) come naturali aule da concerto, oppure da teatro o per proiezioni varie ossia allestirvi pseudo-mostre al limite del decente, al margine del concetto di cultura e dell’arte, porta ad una barbarie e ad un declassamento di questi Sacri edifizi! Il fedele stesso è smarrito e si pone la domanda: ma per questo tipo di cultura (anche se di marca cattolica) non esistono luoghi e spazi idonei per rappresentarli? Conviene de-sacralizzare l’edifico Sacro, quello stesso che contiene la Casa in Terra di Dio – il Tabernacolo – per usare l’aula e l’altare e l’abside stessa per eventi profani? Un teatro, un cinema, un’arena, un museo hanno allora la stessa valenza della mia Chiesa?. Relativismo massonico che sta infangando e immergendoci tutti quanti noi cattolici, senza che ce ne rendiamo conto: all’erta fratelli cristiani!
Ricordate Gesù quando cacciò mercanti e figuranti vari dal Tempio?
E noi dobbiamo subire silenti, ingoiare amari bocconi che solo con la perseveranza nella preghiera e nell’affidamento alla Provvidenza Divina ed alla Madre Celeste Maria Santissima riusciamo a combattere insieme con le Potenze del Cielo (le Vite dei Santi insegnano!).
Anche la mera desacralizzazione di luoghi ab memoriam risaputi venerabili non giova; così facendo rendiamo vano ciò che altri nei secoli, con o sine traditio, hanno portato avanti in questi loci. E nulla vale ripetere che i tempi son cambiati, che già questo vano desacralizzare è iniziato da tempi nei quali noi oggi non abbiamo colpa d’intento: se si è veramente cattolico nel solco tradizionale, non si vende l’anima al diavolo per pochi soldi, ciò è permesso a chi vive nel mondo e nel mondo nella negazione della cristianità e quindi di cultura, radici e tradizioni!
A noi no, ciò non può e non dovrebbe succedere. Sforzo ce ne vuole, è letteralmente un grande sacrifizio: pensiamo a chi vive – pro grazia sua – in un luogo che nei tempi fu di tradizione cristiana caritatevole. Mantenere integro nel limite del possibile il Loco venerabile, richiede amare esso secondo l’insegnamento evangelico e cioè amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta l’anima, possibilmente senza compromessi, cosa oggi molto, molto difficile da mettere in esercizio.
Diversamente è un tradimento della tradizione e cioé: non si concorre più a tradere a portare con sé quel patrimonio custodito moralmente da quegli edifizi, patrimonio storico che è verificabile non solo nelle carte polverose di archivi e buoni libri. Sempre ricordando che l’uomo vive in debolezza ed è in buona fede nell’agire, “misericordia io voglio” ci dice l’Evangelo.
Però, e per me esiste anche un però, ricordiamoci del libero arbitrio. Ed agire con libero arbitrio significa per di più prendersi le proprie responsabilità – tutte! – siano esse positive o negative in rapporto a noi e agli altri con il mondo che ci circonda.
Dicevo della degradazione dei luoghi sacri, ebbene, è verità certa e riconosciuta che i primi luoghi sacri a dover esser preservati sono appunto le Cattedrali e le chiese in genere tutte. Pensiamo al gusto ed alla riverenza del sacro dei nostri antenati non è certo possibile ascrivere tutte le opere d’arte ed architettoniche conservate nelle nostre chiese alla sola e unica voglia di sfoggio di ricchezza e sfarzo: custodiscono invece la scintilla della fede e dell’elevazione oltre che la non mai appagata riconoscenza verso Dio Creatore cui nessun valore al mondo potrà mai dar lode e ringraziamento.
A dimostrazione dell’importanza del Luogo Sacro, ricordo che già i longobardi (popolo erroneamente definito barbaro) possedevano un tale rispetto di questi luoghi a tal punto che gli ospizi per pellegrini, i brefotrofi, i ricoveri per anziani ed i malati avevano un posto speciale nella legislazione. Oltre alla cura e rispetto per chiese, monasteri ed oratori.
Ma, per esempio nostro, voglio parlare proprio dei luoghi venerabili più semplici, quelli all’ultimo posto e non per questo anch’essi tra i primi ad essere considerati già dall’antichità nella loro caratteristica di sacralità. Anche qui si dispensava ‘Evangelo’ in modo pratico, vivo e visibile, senza nulla pretendere in cambio. Rappresentavano la Parola Sacra emanata ed imparata dentro alle Chiese e trasformata in materia ed atto, attirando non di rado l’apprezzamento delle comunità locali.
Ecco perché i Loci Venerabili non vanno sminuiti, de-tradizionalizzati e tolti dal contesto della cattolicità cristiana, questo andrebbe praticato quantomeno nel limite del possibile! E’ ovvio che concorrono una infinità di fattori affinchè questo grado massimo di rispetto tradizional-storico-culturale possa essere messo in pratica e lascio alla mente del lettore ed alla sua intelligenza l’approfondimento.
In questo articolo io tento solo una introduzione all’argomento, che poi potrà essere con maggior chiarezza e acume da quant’altri approfondito, e ciò m’auguro avvenga davvero!
Nella sottotitolazione del testo mi riferisco a personalismi, ignoranza, egocentrismo e massoneria nell’aver maggiormente contribuito alla non piena e completa sacralità dei Luoghi prettamente liturgici ed anzi magari appunto, come nel caso proprio della massoneria (muratoria) della loro sperata completa scomparsa del sacro cristiano dalla nostra società. E su tal argomento già esistono fior fiore di studi cattolici affidabilissimi circa il barbarico uso di Chiese per usi a-liturgici e peggio ancora, per liturgie de-sacralizzate!! Spiace dover costatare come la diabolica setta massonica sia al lavoro all’interno dell’amata Chiesa Cattolica Romana. Al lettore di queste righe, nella pienezza del proprio arbitrio, la facoltà di approfondire l’argomento, libri e siti internet affidabili non mancano per nostro studio. Comunque sia non praevalebunt!

umbertobattini@gmail.com

8 gennaio 2012

LA bella ATTESA


Gennaio sta scorrendo via leggero
e febbraio è un mese amico
del nostro borgo
della nostra terra e della nostra gente

... s'avvicina lentamente ....


Umbe
in venerazione

1 gennaio 2012

AFFILIAMOCI e affidiamoci


29-12-2011
Un decalogo di Italia Nostra per il 2012

Cari soci,
stiamo per iniziare tutti insieme un anno difficile. Come cittadini italiani e come soci di Italia Nostra dobbiamo augurarci che il nostro Paese sappia rinnovarsi e credere in un nuovo modello di sviluppo umano: e non più nel modello di crescita economica e mercantile che ci ha portato a questa gravissima crisi. Dobbiamo convincere, prima di tutto noi stessi, e poi i nostri governanti, a riconoscere nel nostro immenso patrimonio culturale e paesaggistico il vero nuovo motore di sviluppo dell’Italia. L’investimento di risorse umane e finanziarie nella cultura e nelle attività culturali, nella manutenzione del territorio e del patrimonio monumentale e artistico, possono trasformare l’Italia in un Paese all’avanguardia nell’economia della conoscenza e della creatività.
Cosa fare, noi soci di Italia Nostra, per aiutare il nostro Paese a uscire da un modello di sviluppo sbagliato e perdente ?
Dobbiamo dare il nostro esempio (come singoli e come associazione): con un nuovo stile di vita, insegnarlo e rappresentarlo. Dobbiamo essere noi stessi un laboratorio vivo di sviluppo alternativo.

Un nuovo stile di vita , sobrio e consapevole, vuol dire:

1. Unirsi per proteggere/difendere i beni comuni : il paesaggio e il patrimonio culturale

2. Fare volontariato: per ritrovare le relazioni con gli altri

3. Ritrovare il tempo per riflessione e lentezza: non usare l’automobile privata; utilizzare il trasporto pubblico, chiedendone la massima efficienza e combustibili ecologici

4. Improntare l’economia propria e generale alla sobrietà, all’”economia dell’abbastanza”.

5. Uscire dal consumismo compulsivo: consumare meno.

6. Anche mangiare è diventato un “atto politico”: scegliere prodotti senza trasporto; dare priorità ai circuiti brevi di distribuzione; acquistare direttamente dai produttori agricoli locali prodotti di stagione e di provenienza locale/nazionale.

7. Risparmiare energia in ogni nostro atto quotidiano; favorire la micro generazione di energie rinnovabili .

8. Ridurre la produzione di rifiuti solidi; non comprare più prodotti e cibi imballati nella plastica

9. Imparare a conservare con cura i terreni fertili, i cereali vitali, l’acqua pulita, l’aria non inquinata. Reintrodurre gli orti urbani, l’agricoltura di prossimità e di qualità.

10. Valorizzare il tempo libero, il lavoro sostenibile e le relazioni sociali e …gli amici sui quali si può contare.


Alessandra Mottola Delfino
Presidente di ITALIA NOSTRA




24 dicembre 2011

MASSAREGGIO

18 aprile 784
rogato a Calendasco


il primo contratto agrario riconosciuto storicamente e scientificamente

fate vobis... e ce n'è ancora da dire... oh se ce n'è...

auguri a tutti!


Umbe
il voster

18 dicembre 2011

S T O R I A


di Umberto Battini

Una antica Grida di Piacenza del 1777 datata 4 novembre, emessa dal Governatore cittadino Giuseppe Rocca, ORDINA ai Marinai di Calendasco di mettersi senza riserve a disposizione completa dell'Ufficio in occasione di inondazione.
Al contrario i Marinai del borgo sul Po avrebbero subito una pena pecuniaria ed altre arbitrarie, cioè decise al momento dallo stesso Governatore.
Una vocazione di pescatori e marinai del Grande Fiume che condividevano con altri abitanti delle zone rivierasche tra i quali gli uomini di Roncarolo e della Mortizza piacentina.





29 novembre 2011

Cattocomunist

Se il PSC di Piacenza nel 2012 sarà approvato saremo fregati per i prossimi circa 20/30 anni perchè il PSC piacentino struttura interventi a lungo termine.

Anche la BRETELLONA che passerà per la terra di Calendasco collegando con autostrada la A21 a Rottofreno con la A1 a Casalpusterlengo è prevista nel PSC che sarà approvato nel prossimo inizio 2012 a Piacenza, purtroppo per tutti noi!

Disastro per l'area agricola e paesaggistica di Calendasco, sulla Via Francigena.

Immaginate anche solo il Ponte sul PO nuovo del collegamento autostradale che sarà in zona mezzano-cotrebbiavecchia circa: che sfacelo di territorio!

Ricordate che sul sito web del COMUNE di Piacenza potete leggere, vedere e scaricare in PDF TUTTO il cartaceo relativo appunto a queste cose! Non sono balle ma fatti!

Non sarà proprio bello tutto ciò... meditate gente votante... meditate.... pensate a voi e ai vostri nipoti in che bell'area agricola cresceranno... meditate...

Umbe l'avvisante

26 novembre 2011

UDITE udite BENE

Qualcuno sa qualcosina???

Umbe il curioso


SI AVVISA CHE

L’Autorità competente: Regione Emilia-Romagna - Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale avvisa che, ai sensi del Titolo III della Legge Regionale 18 maggio 1999, n. 9 come integrata ai sensi del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 come modificato dal Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, ha depositato per la libera consultazione da parte dei soggetti interessati gli elaborati prescritti per l’effettuazione della procedura di VIA relativi al progetto: Permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato “FIORENZUOLA D’ARDA” localizzato: regione Emilia Romagna, nelle Provincie di Piacenza e Parma e presentato da: Mac Oil SpA con sede in Roma – Piazza Barberini n. 52.

L’intervento interessa il territorio dei seguenti Comuni: Alseno, Besenzone, Cadeo, Calendasco, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Cortemaggiore, Fiorenzuola d’Arda, Gazzola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense Gropparello, Lugagnano Val D’Arda, Piacenza, Podenzano, Ponte dell’Olio, Pontenure, Rivergaro, Rottofreno, San Giorgio Piacentino, Vernasca, Vigolzone, Busseto, Fidenza, Pellegrino Parmense e Salsomaggiore Terme, delle Provincie di Parma e Piacenza.

Il progetto prevede: La ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi è volta ad individuare possibili reservoirs in trappole di tipo stratigrafico e strutturale localizzate tra le sequenze torbiditiche- miocenico-plioceniche. Qualora dall’indagine sismica venisse confermata la presenza di giacimenti tecnicamente interessanti e l’economicità delle situazioni di interesse minerario, sarà prevista la perforazione di uno o più pozzi esplorativi, che potranno raggiungere la profondità di circa 3000-4000 m.

I soggetti interessati possono prendere visione degli elaborati e presentare osservazioni entro il 24 dicembre 2011; gli elaborati sono depositati presso:

Regione Emilia-Romagna - Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale, Via dei Mille n. 21 - 40121 Bologna (BO);

Provincia di Piacenza – C.so Garibaldi, 50 – 20121 Piacenza

presso la sede dei comuni interessati


22 novembre 2011

ALLELUJA alleluja

Leggetevi qui sotto e poi al VATICAN Insider della STAMPA altre ottimissimissimi articoli: quando tempo fa sulla LIBERTA' quotidiano di Piacenza scrissi sulle "angherie" profano-eretiche nei luoghi sacri fu un pccol apriticielo massonico nascosto e apertamente pure!
Ma m'accorgo che già Socci ne disse e ne dice oggi il Tornielli e meno male...
e Madre Chiesa fà! Viva!

voster semper voster
aggiornatissimo
Umberto Battini


Vaticano, ecco la commissione anti "chiese-garage"

Sarà istituita tra breve all’interno della Congregazione per il culto. Si occuperà anche della musica e del canto per la liturgia

ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano

Un’equipe per dire basta alle chiese-garage, a quelle ardite architetture che rischiano di snaturare tanti moderni luoghi di culto cattolici. E per promuovere un canto che aiuti davvero la celebrazione della messa. Nelle prossime settimane sarà istituita presso la Congregazione del culto divino la «Commissione per l’arte e la musica sacra per la liturgia». Non un semplice ufficio, ma una vera e propria squadra che avrà il compito di collaborare con le commissioni incaricate di valutare i progetti delle nuove chiese nelle diocesi, come pure di approfondire il tema della musica e del canto che accompagnano la celebrazione.

Il cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto del culto Divino, in accordo con Benedetto XVI, considera questo lavoro come «molto urgente». La realtà è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi decenni, la chiese sono state sostituite da costruzioni che assomigliano più a saloni multiuso. E troppo spesso gli architetti, anche quelli di grido, nelle loro realizzazioni non sono partiti da ciò che è la liturgia cattolica, finendo per realizzare costruzioni d’avanguardia, che assomigliano a tutto, tranne che a una chiesa. Cubi di cemento, scatole di vetro, forme azzardate, spazi confusi, entrando nei quali si è richiamati a tutto tranne che al senso del sacro e del mistero, dove il tabernacolo risulta seminascosto e talora richiede una vera e propria caccia al tesoro, o dove le immagini sacre sono praticamente bandite. La nuova commissione, il cui regolamento viene redatto in questi giorni, darà indicazioni precise alle diocesi, occupandosi soltanto dell’arte per la liturgia, non dell’arte sacra in generale; come pure della musica e del canto per la liturgia. E agirà i poteri giuridici della Congregazione del culto.

Com’è noto, lo scorso 27 settembre, Benedetto XVI, con il motu proprio Quaerit semper, aveva trasferito alla Rota Romana, che è il tribunale d’appello della Santa Sede, la competenza su due materie fino a questo momento trattate dalla Congregazione per il culto. La prima di queste riguarda la nullità dell’ordinazione sacerdotale che, come accade per il matrimonio, può essere nulla a causa di vizi di materia e di forma, di consenso e di intenzione, sia da parte del vescovo ordinante sia del chierico che viene ordinato prete. La seconda materia è la dispensa nei casi di matrimoni contratti ma non consumati. Pratiche che impegnavano non poco il dicastero guidato da Cañizares.

Nel motu proprio il Papa spiegava: «Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della sacra liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla costituzione Sacrosanctum Concilium». Il dicastero deve dunque dedicarsi «a dare nuovo impulso» alla promozione della liturgia, secondo quella centralità sulla quale Papa Ratzinger insiste, anche e soprattutto con l’esempio. Da questo punto di vista, rispetto ai progetti iniziali, sembra tramontare l’idea di una «riforma della riforma» liturgica (espressione usata dallo stesso Ratzinger quando era cardinale), e prevale invece un progetto di ampio respiro che senza proporsi di introdurre modifiche nella messa, si occupi di favorire l’ars celebrandi, e la fedeltà ai dettami e alle istruzioni del nuovo messale.

Vale la pena infatti di ricordare che gli abusi liturgici, verificatisi negli ultimi decenni e in qualche caso divenuti prassi comune, vengono compiuti non in accordo, ma in contrasto con le norme stabilite dalla riforma liturgica di Paolo VI. Non è quindi la riforma da ritoccare, ma è il senso della liturgia bene celebrata da approfondire e in qualche caso da recuperare. Per questo, la Congregazione del culto intende promuovere un lavoro di formazione dal basso, che coinvolga sacerdoti, religiosi e catechisti. Seguendo l’esempio e il magistero di Benedetto XVI favorisca il recupero del senso del sacro e del mistero nella liturgia.

Alcuni testi liturgici sono da rivedere, perché datati, come nel caso del rituale della penitenza, pubblicato nel 1974: negli anni successivi sono seguite infatti un’istruzione apostolica, un motu proprio, il nuovo Codice di diritto canonico e il nuovo Catechismo. Un aggiornamento e un’attualizzazione, in questo come in qualche altro caso, sarà necessario. L’idea alla quale lavora il cardinale Cañizare è quella di riaffermare il primato della grazia sull’azione umana, della necessità di dare spazio all’azione di Dio nella liturgia rispetto a quello lasciato alla creatività dell’uomo. Le occasioni per riflettere su questi temi saranno molteplici. L’anno prossimo, 2012, ricorrono i cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II e l’anno successivo si celebreranno i cinquant’anni del primo testo conciliare approvato, la costituzione sulla liturgia Sacrosanctum Concilium.




20 novembre 2011

anno 1262: la preparazione


Piacenza. Lo Statutum del 1262 sulla giustizia criminale.

Premessa, anche se ancor variabile, alla giustizia pre- e con- corradiana.
Tre tipi di processo:
  1. per accusa
  2. per inquisitionem
  3. per denuntiationem

Al Podestà si aggiungono sei membri per porta eletti 'privatim'; due saranno obbligatoriamente iudices e la sentenza del podestà non può esser diversa dalla maggioranza dei consiliatores.

E come il Nostro Corrado verrà messo a giudizio?

Lo sapremo a tempo ottimo!

Umbe il rispettoso


19 novembre 2011

UN PERCORSO storico

Documenti e attestazioni
per una raccolta sistematica
dei possedimenti e del potere dal VII al XI secolo


Anche la nostra terra, al ridosso del Po, è stata di grande importanza
strategica longobardica. Al di là del fatto strada Piacenza-Pavia,
(Pavia capitale del Regno longobardo italico) sulla nostra area
si insediarono nei secoli importantissimi uomini di potere del regno.

La documentazione è ricca e secolare.
Coinvolge l'epoca longobardica e poi franco-longobarda
e anche germanica.
Kalendasco luogo posto vicino al Po.



L'inizio di un percorso. A tappe.

9 novembre 2011

900 un'altra data


ROPERTO
longobardo

Nell'anno del Signore 900 una bella carta notarile longobardica ci fa sapere una bella novità: quella che nel 1300, nel 1500 etc. era Villa Arena (l'Arena località calendaschese attuale) era una curtes come quella vicina di Cotrebbia.
Anno 889 Roperto ha beni in Calendasco confinanti con altri di corte Causarena ove abita e dall'anno dopo dice di abitare proprio nel paese.
La carta antichissima dice lo stesso Roperto essere Alamanno, cioè tedesco. Il regno vero e proprio Alamanno (o anche detto Alemanno) finì nel secolo VIII inglobato e sconfitto dai Franchi.
Però esso ebbe rinascita con gli Svevi.
Essere di sangue calendaschese allora vuol un pò dire essere longobardico-alamanno, ma non c'erano dubbi storici, lo si immaginava e lo accertiamo!
Interessante il fatto della corte di Arena. Nell'anno 889 stipula anche con i suoi due fratelli Ostiglione e Fredo.
Ma anche... Monza, parla un poco calendaschese... ma questa è altra storia...!!

Umbe
piripizzoso