NEL 2016 RECUPERATA
E RIMESSA AL CULTO
NELLA CHIESA DI CALENDASCO
L'antica statua del Patrono San Corrado
Ecco la storia del recupero di questa statua
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la statua del Patrono in chiesa a Calendasco foto U B |
Era abbandonata dagli anni '70 nel solaio della Casa Canonica della chiesa parrocchiale di Calendasco.
E addirittura, con grande devozione, veniva portata in processione nella Festa solenne del 19 febbraio, giorno del Dies Natalis di San Corrado Confalonieri.
Una mattina di un mese invernale, Umberto Battini storico di S. Corrado e devoto, ritrovò nel solaio la preziosa statua, ricoperta da un telo plastico.
Guardandola vide che era annerita dal tempo, ma era ancora in più che ottime condizioni, sebbene fosse dipinta e in gesso non aveva danni.
Con il permesso del parroco di quei giorni, che era don Fabio Battiato, è stata portata al primo piano della Canonica, dove Umberto Battini l'ha ripulita in varie giornate.
E così nella festa del 19 febbraio di quel 2016 venne nuovamente esposta alla devozione pubblica in chiesa ed ancora oggi è esposta con il Cilio donato dai Netini nel 2015 quando vennero a Calendasco come pellegrini.
Alla fine della santa messa lo storico devoto, sempre in accordo con il parroco, tracciò una breve storia di questa bella statua, che ovviamente i più anziani ben ricordavano.
Cercando nell'archivio parrocchiale e studiandolo già da tempo ed alcuni anni, Battini ha rinvenuto la documentazione relativa alla statua: la relazione del 3 luglio 1907 del Consiglio parrocchiale di Calendasco, presieduta dal parroco arciprete don Giovanni Caprara ed altri laici del paese, ne deliberarono l'acquisto.
Viene indicato il prezzo: "una spesa di L. 40 circa", che al valore odierno corrispondono circa a 4000 euro.
La documentazione è anche pubblicata nel libro di Umberto Battini edito per Studi Corradiani nel 2024 "I Documenti del culto a San Corrado - le carte originali di Calendasco circa il Patronato secolare".
Il parroco don Fabio Battiato qualche tempo dopo fece realizzare il bel basamento ligneo rialzato attuale.
In questo settembre 2025 l'attuale parroco don Fabio Galli (che risiede però in San Nicolò a Trebbia) la ha esposta ora all'ingresso della chiesa con accanto sempre il maestoso Cilio di Noto e quattro brillanti candelieri lignei.
Il Patrono del borgo, dove vi è anche nato fisicamente nel grande castello, come da atto notarile fatto in curia a Piacenza il 9 agosto 1617 firmato dal Vescovo, dopo una ricerca storica, è appunto da oltre 400 anni San Corrado Confalonieri.
Nell'ospitale romitorio del borgo S. Corrado, accolto da frate Aristide nel 1315, iniziò la sua missione laica di penitente terziario francescano.
Partirà e dopo vari pellegrinaggi arriva a Noto dove vive nella Valle dei Tre Pizzoni in una grotta in vita eremitica. Tantissimi i miracoli in vita e dopo la sua morte, in quella rocciosa grotta.
Calendasco e Noto per questi fatti storici sono uniti nel culto e devozione al loro unico Patrono del Cielo.
Per
correttezza del racconto storico dei fatti, precisiamo che Umberto
Battini ha pubblicato alcuni libri studio con documenti circa S.
Corrado, oltre a decine di articoli divulgativi sul Santo Eremita su
quotidiani locali piacentini ed ha partecipato ad alcune conferenze
divulgative sul Santo di Calendasco, organizzato Mostre documentarie.
Dal 2015 è Socio Onorario dei Portatori dei Cilii di Noto, conferimento
avvenuto in chiesa a Calendasco. Nel 2019 gli è stato assegnato il
Premio Proserpina Siciliani nel Mondo, nel Salone d'Onore del Comune di
Caravaggio, per i suoi studi su S. Corrado e la famiglia Confalonieri.