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19 dicembre 2017
18 dicembre 2017
17 dicembre 2017
15 dicembre 2017
14 dicembre 2017
13 dicembre 2017
12 dicembre 2017
11 dicembre 2017
8 dicembre 2017
7 dicembre 2017
6 dicembre 2017
5 dicembre 2017
4 dicembre 2017
2 dicembre 2017
1 dicembre 2017
30 novembre 2017
28 novembre 2017
ESERCITO E FIUME PO
Genio Pontieri di Piacenza
L'ESERCITO SUL PO
I ponti galleggianti
di Umberto Battini
L'ESERCITO SUL PO
I ponti galleggianti
di Umberto Battini
la fotografia è dal sito web de IL PIACENZA |
Ho letto sul quotidiano on-line ILPIACENZA un bell'articolo con tante ottime foto sulla esercitazione fatta dall'Esercito dal corpo dei Genieri di Piacenza.
M'ha colpito questo articolo perchè mi ha fatto tornare in mente quando a fare le esercitazioni in novembre venivano a Calendasco al Masero sul fiume Po.
Piazzavano un accampamento grandissimo e montavano sul fiume un ponte di barche detto "bailey".
Arrivavano tantissimi camion e jeep con tanti uomini dell'esercito.
Io ricordo che correvo sull'argine da dove potevo scrutare da lontano questo accampamento di soldati in tenuta da battaglia. Ovviamente non ero il solo ad andare a curiosare.
"E' rivè i suldè" (Sono arrivati i soldati) sentivi dire dalla gente in bottega, nei bar e nelle case.
Ogni anno di quegli anni 1970 una o due volte all'anno potevamo assistere a queste grandi esercitazioni.
Non so perchè venissero a fare campo e montare il ponte proprio a Calendasco nella zona del Po chiamata il Masero a poche centinaia di metri dal paese, fatto sta che era bello per alcuni giorni vedere questo viavai di camionette, cannoni trainati da jeep e camion carichi di soldati e altri mezzi più grandi con sopra i vari pezzi del ponte bailey.
A tutti faceva piacere questa settimana "alla militare", anche il paese assumeva un'altra aria, si rompeva un po quella solita monotona routine da paese agricolo.
E poi tutti i piacentini vanno orgogliosi da sempre del Corpo Militare del Genio!
27 novembre 2017
FESTA COSCRITTI 1947
Festa
Coscritti di Calendasco
Festeggiati i compaesani del 1947
di Umberto Battini
Coscritti di Calendasco
Festeggiati i compaesani del 1947
di Umberto Battini
Domenica di sole, 26 novembre di questo 2017. Al paese di San Corrado c'è un pò di aria di festa.
la foto del gruppo scattata da Umbe |
Un bel gruppo di uomini e donne di Calendasco han festeggiato il loro 70° anno (classe 1947), e così dopo la santa messa nella nostra bella chiesa parrocchiale, è stata scattata una bella foto ricordo e han lietamente concluso la giornata con un lauto pranzo "alla piacentina" in un locale della Val Tidone.
Intanto sul sagrato le ragazze più grandi del catechismo han venduto le torte delle mamme e delle nonne per raccogliere fondi da destinare ai tanti lavori parrocchiali.
la tavolata di dolci |
Tra gli accompagnatori del gruppo era anche Francesco Lavezzi che è stato buon sindaco di Calendasco circa 20 anni fa.
Un piccolo borgo, dove tutti ci si conosce e si convive, in questa terra dove l'orizzonte si spande e dove scorre il Grande Fiume Po.
Un piccolo borgo, dove tutti ci si conosce e si convive, in questa terra dove l'orizzonte si spande e dove scorre il Grande Fiume Po.
Francesco Lavezzi (a dx) con Piero Massari già assessore allo sport |
24 novembre 2017
DAVIDE E GOLIAZON
E' solo l'inizio
IL TRACOLLO DEL CAPITALE
Piazintèin lèdar e azasèin
di Umberto Battini
storico locale piacentino
Ci vorrano anni e annorum. Ma Davide il piccolo Davide alla lunga farà abbassare la cresta al GoliaAzon.
Ne sono certo. Corsi e ricorsi storici.
Come una profezia laica, una profezia del popolo, a volte anche ignaro.
Tùlèin ad cùcala batte dollaro 1 a 0 (uno a zero).
Adesione 60% o 50% o 10% nulla cambia.
Grazie Piacenza!
IL TRACOLLO DEL CAPITALE
Piazintèin lèdar e azasèin
di Umberto Battini
storico locale piacentino
Ci vorrano anni e annorum. Ma Davide il piccolo Davide alla lunga farà abbassare la cresta al GoliaAzon.
Ne sono certo. Corsi e ricorsi storici.
Come una profezia laica, una profezia del popolo, a volte anche ignaro.
Tùlèin ad cùcala batte dollaro 1 a 0 (uno a zero).
Adesione 60% o 50% o 10% nulla cambia.
Grazie Piacenza!
22 novembre 2017
EXTRA MOENIA RUTENIO-106
Ad ottobre la nube radioattiva
PASSATA SOPRA PIACENZA
Nessun pericolo per la salute! Basta crederci
La nube radioattiva partita dalla Russia ha "sorvolato anche l'Emilia e Piacenza".
Arpa di Piacenza che è l'Agenzia dell'Ambiente ha fatto sapere che: nessun pericolo per la salute!
Sempre l'Arpa ha comunicato che è peggio lo smog!
Bene: circa lo smog siamo d'accordo, ma sul Rutenio-106 radioattivo passato e depositato anche su Piacenza e territorio sentir dire che non è pericoloso per la salute si commenta da sè!
Come nel'800 pensano che il popolo è bue! ...
18 novembre 2017
PIACENZA - SAN DAMIANO 2017
Pellegrinaggio tra curiosità e sorpresa
MADONNA DELLE ROSE
Nel Giardino del Paradiso a quattro passi da Piacenza
di Umberto Battini
MADONNA DELLE ROSE
Nel Giardino del Paradiso a quattro passi da Piacenza
di Umberto Battini
Sabato pomeriggio di quest'autunno strano, quasi primaverile. Il sole, l'aria non pungente, assenza di nebbia.
Decido per un luogo, non so bene per quale suggestione o ricordo, un luogo nel quale andai tanti anni fa, forse un paio di volte senza pretese.
Ne avevo sentito parlare da bambino e da ragazzo, ne leggevo sul quotidiano di Piacenza, tutti negli anni '70 ne parlavano. Quel posto era ed è una frazioncina di poche case e pochi abitanti, posta nella pianura piacentina che porta verso le prime colline dove passa il fiume Nure ma si è ornai al ridosso della Val d'Arda e questo luogo è S. Damiano. Frazione di S. Giorgio Piacentino, siamo a circa 20 km dalla città.
In questa frazione di quattro case e una chiesa circa cinquant'anni fa apparve ad una signora del luogo la Santa Vergine Maria e per il fatto che apparve a questa donna con nelle mani due rose ed anche ai piedi, venne chiamata Madonna delle Rose.
La Vergine le apparve su di una pianta di pruno che cresceva accanto ad un pero. Con quella prima importante visione la pianta di pero fiorì copiosamente nonostante la fredda stagione e così restò per circa due settimane.
La veggente era Rosa Buzzini sposa Quattrini. Nacque a Santimento, a 2 km da Calendasco. Poi la sua famiglia e lei si trasferirono in quel di S. Giorgio Piacentino in S. Damiano, famiglia di agricoltori.
Sono rimasto stupito e colpito dalla bellezza del luogo nonostante l'autunno. Un grande giardino ben tenuto, con le classiche tettoie con tantissime panche e sedie per i fedeli che qui recitano rosari e ritrovano la loro quiete.
M'ha sorpreso il silenzio "imponente e surreale" che percepivo al ridosso del recinto dell'apparizione. Sicuramente rilassante e distensivo, abbastanza difficle da ritrovare nel mondo comune.
Ho detto qualche preghiera e poi ho curiosato in lungo e in largo per quei luoghi, per cercare di capire quello che non è capibile: l'impressione che m'è rimasta addosso è positiva. Quel silenzio m'è rimasto impresso in modo speciale tanto che è stata la prima cosa che ho confidato all'amica al telefono.
Da scrivere e quindi da raccontare ce ne sarebbe.
Personalmente come cattolico praticante non credo di aver ritrovato qui alla Madonna delle Rose in San Damiano piacentino, tutto quel clamore negativo che anche da ambienti di chiesa fu espresso.
Dove si recitano santi rosari, si medita e si osserva un riverente rispetto al luogo senza eccessi penso si possa ritrovare degnamente lo spirito cristiano.
Devo precisare che al momento della mia visita in quell'immenso parco ero solo con un altro devoto pellegrino, probabilmente non italiano, mentre un folto gruppo era riunito nel Centro appena lì accanto e l'avevo notato dalle vetrate semilavorate che lasciavano intravedere un numeroso popolo di uomini e donne intenti a seguire una meditazione della quale riusunavano tenui parole al di fuori.
La Madonna delle Rose, circondata da centinaia di rose recise bianche e rosse in possenti vasi ma anche, tantissime piante di rose interrate bianche e rosse ancora in fiore e con decine di boccioli pronti ad aprirsi come offerta alla Vergine Santa! Anche questo, a mio parere un fatto inspiegabile, soprattutto qui da noi, in queste fredde notti che difficilmente possono lasciar spazio a germogli!
Ma la Madonnina riesce sempre a stupirci.
14 novembre 2017
STORIA LOCALE
Un discendente del Patrono
Vado.
L’ammazzo. E torno!
Giovanluigi Confalonieri. Feudatario di Calendasco
di Umberto Battini
1547 giorno 10 settembre. Da Calendasco a Piacenza sono 5
miglia circa.
La strada che parte dal borgo passa il Trebbia alla Malpaga
e si sbuca nella “via di campagna” dai frati.
Poco più in sù c’è la zona S. Eufemia, qui il Confalonieri
con i suoi fratelli ha palazzo.
Lo esige ‘per legge’ il nuovo duca, figlio di Papa, duca con
molte, troppe idee per un feudatario all’antica, legato alla
terra, alla campagna.
In città lo aspettano altri amici Nobili, ognuno con le sue
mire di potere. A Giovanluigi basta conservare la vita
selvatica rurale, così almeno ci appare al confronto con gli
altri congiurati.
Per dei Nobili entrare nel Palazzo non è difficile, anzi.
Gli altri che congiurano con lui han mire più grandi.
I quattro lasciano il loro piccolo seguito e vengono
ricevuti dal Pierluigi loro Duca.
Partono le stilettate. Pochi attimi e il figlio del Papa è
cadavere.
Succede quel che succede: la storia piacentina e quella
italiana dell’epoca ben racconta e dettaglia questo insano
episodio. Ognuno lo legge secondo il proprio tornaconto.
Epilogo: trentanove anni dopo Giovanluigi Confalonieri (ha
un avo già Santo in Sicilia, a Noto, del quale han scritto
gli agiografi) deve vendere “per obbligo” i suoi beni di
Calendasco.
Una confisca più politica che di legge, infatti gli basta
emigrare a Milano trentanove anni dopo l’omicidio, col suo
gruzzolo cospicuo, e là divenire immanente Capitano di
Giustizia.
Giustizia è fatta!
Più volte in questi decenni i Farnese gli han teso vendetta
mandando sicari, lui ce l’ha fatta sempre! Nel suo feudo di
Calendasco in fin dei conti non si vive male.
Un Santo in Paradiso c’è, anche senza saperlo.
E poi non tutti possono diventare Santi. Il mondo ha
continuato a girare. E ancora gira.
11 novembre 2017
SAN MARTINO 2017
Ricordi
LA NEBBIA NOVEMBRINA
I carri, la gente, i traslochi
11 novembre San Martino.
A Calendasco, terra agricola, ricordo questi trattori con i carri al traino carichi di mobilio e gente.
Agricoli che traslocavano, cioè bergamini e braccianti ma i primi erano la maggioranza.
Nella mia terra le cascine agricole erano tante e tutte avevano stalle poderose. In paese, proprio nel paese stesso avevamo sei cascine con stalla!
In questa campagna quindi le aziende agricole non si contavano.
Per me, ragazzino, quei traslochi significavano nuove conoscenze, infatti quelle famiglie avevano di solito tanti figli che avrebbero frequentato le scuole del borgo.
Alcuni di questi nuovi amici passavano come le meteore, infatti accadeva che dopo un solo anno o poco più questi ri-traslocassero in altra azienda, da altra parte della stessa provincia piacentina.
Pochissimi erano comunque i figli dei bergamini che riuscivano a diventare stanziali. Era la vita del tempo, in quei primi anni '70 (1970).
Quei San Martino erano solitamente nebbiosi e a volte anche piovigginosi. Ho pochi ricordi della famosa "estate di S. Martino", l'unica differenza la vedevamo casomai nel clima, quell'11 novembre, nonostante nebbie e pioviggine, ci pareva di percepire quell' "estate" sanmartiniana nell' avere un clima perlomeno non gelidissimo (ma era una suggestione).
Nelle mie ricerche d'archivio San Martino come data particolare, anche per Calendasco ricorre tantissimo: infatti oltre a regolare i contratti agricoli, sempre ma proprio sempre, ad esempio nei contratti tra sacerdote e massaro, tra le clausole c'è quella di dover dare al prete proprio per S. Martino al rinnovo del contratto, "un paro de capponi".
Altri tempi. Dove le stagioni c'erano.
LA NEBBIA NOVEMBRINA
I carri, la gente, i traslochi
11 novembre San Martino.
A Calendasco, terra agricola, ricordo questi trattori con i carri al traino carichi di mobilio e gente.
Agricoli che traslocavano, cioè bergamini e braccianti ma i primi erano la maggioranza.
Nella mia terra le cascine agricole erano tante e tutte avevano stalle poderose. In paese, proprio nel paese stesso avevamo sei cascine con stalla!
In questa campagna quindi le aziende agricole non si contavano.
Per me, ragazzino, quei traslochi significavano nuove conoscenze, infatti quelle famiglie avevano di solito tanti figli che avrebbero frequentato le scuole del borgo.
Calendasco nella nebbia autunnale |
Alcuni di questi nuovi amici passavano come le meteore, infatti accadeva che dopo un solo anno o poco più questi ri-traslocassero in altra azienda, da altra parte della stessa provincia piacentina.
Pochissimi erano comunque i figli dei bergamini che riuscivano a diventare stanziali. Era la vita del tempo, in quei primi anni '70 (1970).
Quei San Martino erano solitamente nebbiosi e a volte anche piovigginosi. Ho pochi ricordi della famosa "estate di S. Martino", l'unica differenza la vedevamo casomai nel clima, quell'11 novembre, nonostante nebbie e pioviggine, ci pareva di percepire quell' "estate" sanmartiniana nell' avere un clima perlomeno non gelidissimo (ma era una suggestione).
Nelle mie ricerche d'archivio San Martino come data particolare, anche per Calendasco ricorre tantissimo: infatti oltre a regolare i contratti agricoli, sempre ma proprio sempre, ad esempio nei contratti tra sacerdote e massaro, tra le clausole c'è quella di dover dare al prete proprio per S. Martino al rinnovo del contratto, "un paro de capponi".
Altri tempi. Dove le stagioni c'erano.
28 ottobre 2017
NOTO QUADRO STORICO 2017
UN QUADRO CON VALORE UNICO
Realizzato a Noto, terra d'elezione di San Corrado
di Umberto Battini
studioso di S. Corrado Confalonieri e storico locale
di Umberto Battini
Rosario Tumino di Noto! Una passione speciale e riuscitissima per la pittura.
Ha realizzato un dipinto ad olio molto importante e lo ha donato al Santuario di San Corrado di Fuori a Noto.
Questo quadro esposto nel santuario che ingloba la Grotta Santa del Patrono è un documento anche di valore storico: per la prima volta vi compare il castello dei Confalonieri di Calendasco dove nacque nel 1290 San Corrado Confalonieri.
Fu infatti nel 1617 il vescovo di Piacenza a far fare ricerche sul Santo che era state richieste a quel tempo dai Giurati di Noto e con il famoso Legato Sancti Conradi si scopriva e metteva per iscritto che S. Corrado era nato il Calendasco paese che lo ha da Patrono da ormai 400 anni!
Nel dipinto di Rosario Tumino è visibile S. Corrado che ha al fianco i luoghi Principe della sua vita.
Si vede l'incendio ed il castello di Calendasco dei Confalonieri con lo stemma della Casata.
Poi compare Noto Antica ove visse S. Corrado dal 1343 al 1351. Vi è poi il Santuario che ingloba la grotta dove visse e morì il Patrono. Infine la processione dei nostri tempi con Portatori di San Corrado, Portatori dei Cilii e la cattedrale di Noto assiepata di migliaia di devoti e fedeli.
Un quadro che ha valore di documento perchè si rifà alla storicità, soprattutto circa il castello della nascita che per la prima volta è riprodotto al mondo in una tela corradiana a Noto.
Complimenti all'autore che è un devoto ispirata dal Patrono e che testimonia che la gente di Noto è sempre attaccatissima a San Corrado e lo ama in modo molto speciale.
Realizzato a Noto, terra d'elezione di San Corrado
di Umberto Battini
studioso di S. Corrado Confalonieri e storico locale
di Umberto Battini
Rosario Tumino di Noto! Una passione speciale e riuscitissima per la pittura.
Ha realizzato un dipinto ad olio molto importante e lo ha donato al Santuario di San Corrado di Fuori a Noto.
Questo quadro esposto nel santuario che ingloba la Grotta Santa del Patrono è un documento anche di valore storico: per la prima volta vi compare il castello dei Confalonieri di Calendasco dove nacque nel 1290 San Corrado Confalonieri.
Fu infatti nel 1617 il vescovo di Piacenza a far fare ricerche sul Santo che era state richieste a quel tempo dai Giurati di Noto e con il famoso Legato Sancti Conradi si scopriva e metteva per iscritto che S. Corrado era nato il Calendasco paese che lo ha da Patrono da ormai 400 anni!
Nel dipinto di Rosario Tumino è visibile S. Corrado che ha al fianco i luoghi Principe della sua vita.
Si vede l'incendio ed il castello di Calendasco dei Confalonieri con lo stemma della Casata.
Poi compare Noto Antica ove visse S. Corrado dal 1343 al 1351. Vi è poi il Santuario che ingloba la grotta dove visse e morì il Patrono. Infine la processione dei nostri tempi con Portatori di San Corrado, Portatori dei Cilii e la cattedrale di Noto assiepata di migliaia di devoti e fedeli.
Un quadro che ha valore di documento perchè si rifà alla storicità, soprattutto circa il castello della nascita che per la prima volta è riprodotto al mondo in una tela corradiana a Noto.
Complimenti all'autore che è un devoto ispirata dal Patrono e che testimonia che la gente di Noto è sempre attaccatissima a San Corrado e lo ama in modo molto speciale.
23 ottobre 2017
NOVEMBRE
TUTTI I SANTI
TUTTI I DEFUNTI
Ricorre la Festa di Tutti i SANTI e a Calendasco ci ricorderemo oltre che della Madonna cui la chiesa è
dedicata da secoli si prega anche per il PATRONO San Corrado Confalonieri.
Se quindi il 1 novembre ricordiamo tutti i Santi invece il 2 novembre ricordiamo i nostri morti. Tutti i defunti. Ricordarci anche dei nostri Parroci è bello e importante.
TUTTI I DEFUNTI
Ricorre la Festa di Tutti i SANTI e a Calendasco ci ricorderemo oltre che della Madonna cui la chiesa è
dedicata da secoli si prega anche per il PATRONO San Corrado Confalonieri.
Se quindi il 1 novembre ricordiamo tutti i Santi invece il 2 novembre ricordiamo i nostri morti. Tutti i defunti. Ricordarci anche dei nostri Parroci è bello e importante.
6 ottobre 2017
EXTRA MOEMIA - S. DAMIANO
A San Damiano piacentino
CHIESA DEI LEFEBVRIANI
Il vescovo di Piacenza contrario
Un messaggio a tutta la Diocesi di Piacenza- Bobbio, un documento ufficiale, firmato dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.
Dalla stampa locale apprendiamo che il Vescovo invita i fedeli piacentini a non andare a messa in quella chiesa. Il comunicato è visibile anche in formato pdf su internet.
Sappiamo che Papa Benedetto XVI tolse la scomunica ai Vescovi della San Pio X.
Sappiamo che è lecito confessarsi, sposarsi etc presso la S. Pio X.
Ora risulta un pochetto "strano" non poter partecipare ai riti liturigici religiosi che si svolgeranno in questo edificio sacro, questa chiesa che sarà direttamente officiata dalla Fraternità San Pio X.
Infatti i Vescovi lefebvriani non sono più scomunicati ed i loro atti sono validissimi!
Così come quelli dei loro sacerdoti!
Sfugge comprendere appieno questo "editto" diocesano piacentino.
Un pò di perplessità la suscita nonostante tutto.
La nuova chiesa nella frazione di San Daminao piacentino officiata dai levebvriani non può che giovare.
CHIESA DEI LEFEBVRIANI
Il vescovo di Piacenza contrario
Un messaggio a tutta la Diocesi di Piacenza- Bobbio, un documento ufficiale, firmato dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.
Dalla stampa locale apprendiamo che il Vescovo invita i fedeli piacentini a non andare a messa in quella chiesa. Il comunicato è visibile anche in formato pdf su internet.
Sappiamo che Papa Benedetto XVI tolse la scomunica ai Vescovi della San Pio X.
Sappiamo che è lecito confessarsi, sposarsi etc presso la S. Pio X.
Ora risulta un pochetto "strano" non poter partecipare ai riti liturigici religiosi che si svolgeranno in questo edificio sacro, questa chiesa che sarà direttamente officiata dalla Fraternità San Pio X.
Infatti i Vescovi lefebvriani non sono più scomunicati ed i loro atti sono validissimi!
Così come quelli dei loro sacerdoti!
Sfugge comprendere appieno questo "editto" diocesano piacentino.
Un pò di perplessità la suscita nonostante tutto.
La nuova chiesa nella frazione di San Daminao piacentino officiata dai levebvriani non può che giovare.
2 ottobre 2017
MADONNA DEL ROSARIO
TRADIZIONE
LA MADONNA DEL SANTO ROSARIO
Calendasco la festeggia da secoli
di Umberto Battini
storicolo locale e studioso di S. Corrado
Da che ho memoria, fin da bambino piccolo, al paese di San Corrado per la Madonna del Rosario (7 ottobre) si teneva festa grande.
Addirittura ricordo benissimo che la sera dopo la cerimonia avevamo ad aspettarci sul sagrato della chiesa una banda musicale e nel paese era festa per davvero.
Era allestita l’immancabile balera al coperto. Si ballava il “liscio”.
Un anno, ricordo vennero addirittura dei motociclisti funamboli, cioè motociclisti acrobati che attraversavano la piazza della chiesa sospesi su un cavo d’acciaio che era stato teso tra le case.
Poi la festa paesana venne a mancare e si mantenne solo la funzione religiosa nella memoria della Madonna del Rosario.
Una festa antica che legava sacro e profano che aveva radici antiche, infatti a Calendasco questa tradizione mariana viene da almeno quattro secoli fa, cioè dal 1600 circa.
Lo testimonia tra l’altro l’esistenza di una antica confraternita della Madonna del Santo Rosario e tutto questo era legato non solo al rinnovamento perseguito dopo il Concilio di Trento ma anche aveva un legame ancor più profondo. Infatti San Pio V nel tardo 1500 dopo la vittoria della Battaglia di Lepanto contro i Turchi istituì questa santa devozione per tutto il mondo cattolico e volle che fossero elevate confraternite apposite.
Calendasco ubbidì prontamente grazie a solerti sacerdoti.
La gente che abitava nei secoli andati in questo lembo di terra piacentina, ha portato fino a noi queste tradizioni importanti e spetta a noi tutti, indistintamente, saperle mantenere in vita.
LA MADONNA DEL SANTO ROSARIO
Calendasco la festeggia da secoli
di Umberto Battini
storicolo locale e studioso di S. Corrado
Da che ho memoria, fin da bambino piccolo, al paese di San Corrado per la Madonna del Rosario (7 ottobre) si teneva festa grande.
Addirittura ricordo benissimo che la sera dopo la cerimonia avevamo ad aspettarci sul sagrato della chiesa una banda musicale e nel paese era festa per davvero.
Era allestita l’immancabile balera al coperto. Si ballava il “liscio”.
Un anno, ricordo vennero addirittura dei motociclisti funamboli, cioè motociclisti acrobati che attraversavano la piazza della chiesa sospesi su un cavo d’acciaio che era stato teso tra le case.
Poi la festa paesana venne a mancare e si mantenne solo la funzione religiosa nella memoria della Madonna del Rosario.
Una festa antica che legava sacro e profano che aveva radici antiche, infatti a Calendasco questa tradizione mariana viene da almeno quattro secoli fa, cioè dal 1600 circa.
Lo testimonia tra l’altro l’esistenza di una antica confraternita della Madonna del Santo Rosario e tutto questo era legato non solo al rinnovamento perseguito dopo il Concilio di Trento ma anche aveva un legame ancor più profondo. Infatti San Pio V nel tardo 1500 dopo la vittoria della Battaglia di Lepanto contro i Turchi istituì questa santa devozione per tutto il mondo cattolico e volle che fossero elevate confraternite apposite.
Calendasco ubbidì prontamente grazie a solerti sacerdoti.
La gente che abitava nei secoli andati in questo lembo di terra piacentina, ha portato fino a noi queste tradizioni importanti e spetta a noi tutti, indistintamente, saperle mantenere in vita.
15 settembre 2017
LIBRO FRANCIGENA
IL VOLUME SUL GUADO DEL PO
STAMPATO ANCHE IN BRAILLE
Un unicum per ora ineguagliato
Del volume sulla Via Francigena, un prodotto molto interessante editato dalla BANCA DI PIACENZA, scritto da Gianni e Umberto Battini appasionati storici locali piacentini, stampato circa 20 anni fa, bisogna dare anche conto che fu editato sempre per cura della Banca di Piacenza, che per la cultura locale è da sempre sponsor numero uno, anche in lingua BRAILLE (a punti in sovrimpressione).
Il libro è reperibile presso l'Unione ciechi in Piacenza presso l'istituzione Madonna della Bomba ed anche presso la BIBLIOTECA NAZIONALE dell'unione ciechi italiana in Monza.
Qui i non-vedenti inviano la loro richiesta del volume che vogliono leggere in scrittura braille e viene loro spedito a casa per un certo periodo.
Insomma un atto culturale ancor più di valore! Un fatto unico anche questo!
Grazie!
12 settembre 2017
STATUA NOTO 2017
NOTO ESTATE 2017
DONATA LA NUOVA STATUA BRONZEA
Accoglie i devoti sul piazzale del Santuario
di Umberto Battini
Giovedì 27 luglio è stata posata ed inaugurata la nuova statua di S. Corrado Confalonieri, tutta in bronzo.
E’ stata donata personalmente da Sebastiano Floridia, devotissimo al Patrono e Presidente della Società dei Portatori dei Cilii di Noto.
La maestosa statua rappresenta il Santo Eremita Corrado mentre accoglie con un braccio disteso e benedicente i pellegrini fedeli.
E’ stata fatta di misura eguale ad un uomo per cui dal suo grande piedistallo in pietra di Noto, rende ancor più l’effetto “umano”, sembra proprio lo stesso Santo Corrado che da quella posizione elevata chiami a sé per lasciarci la sua benedizione e protezione.
Alla solenne cerimonia di inaugurazione cui è seguita anche la santa messa, centinaia di fedeli netini assieme al sindaco di Noto Corrado Bonfanti, al Vescovo e al vicario generale, ad altri sacerdoti e religiosi e ovviamente il Rettore del Santuario corradiano.
Erano presenti tanti Portatori di San Corrado e Portatori dei Cilii che hanno omaggiato il Patrono con una grande festa. La banda musicale di Noto ha reso ancor più importante questo momento devozionale.
Presente anche un rappresentante devoto di Calendasco, vestito della maglia della Confraternita corradiana del paese piacentino che ha dato i natali fisici e spirituali al Santo Incendiario.
Una bellissima e calda serata tutta dedicata a S. Corrado che viene costantemente amato dai devoti di Noto e non solo, ed un evento che resterà di esempio perché questo nobile gesto di Sebastiano Floridia possa aprire altri cuori a questa devozione.
San Corrado dona ancora grazie e miracoli ai suoi fedeli e apre il cuore devoto verso la venerazione della Madre di Dio Maria SSma e a Cristo Gesù contenuto nel Tabernacolo!
DONATA LA NUOVA STATUA BRONZEA
Accoglie i devoti sul piazzale del Santuario
di Umberto Battini
Giovedì 27 luglio è stata posata ed inaugurata la nuova statua di S. Corrado Confalonieri, tutta in bronzo.
E’ stata donata personalmente da Sebastiano Floridia, devotissimo al Patrono e Presidente della Società dei Portatori dei Cilii di Noto.
La maestosa statua rappresenta il Santo Eremita Corrado mentre accoglie con un braccio disteso e benedicente i pellegrini fedeli.
E’ stata fatta di misura eguale ad un uomo per cui dal suo grande piedistallo in pietra di Noto, rende ancor più l’effetto “umano”, sembra proprio lo stesso Santo Corrado che da quella posizione elevata chiami a sé per lasciarci la sua benedizione e protezione.
Alla solenne cerimonia di inaugurazione cui è seguita anche la santa messa, centinaia di fedeli netini assieme al sindaco di Noto Corrado Bonfanti, al Vescovo e al vicario generale, ad altri sacerdoti e religiosi e ovviamente il Rettore del Santuario corradiano.
Erano presenti tanti Portatori di San Corrado e Portatori dei Cilii che hanno omaggiato il Patrono con una grande festa. La banda musicale di Noto ha reso ancor più importante questo momento devozionale.
Presente anche un rappresentante devoto di Calendasco, vestito della maglia della Confraternita corradiana del paese piacentino che ha dato i natali fisici e spirituali al Santo Incendiario.
Una bellissima e calda serata tutta dedicata a S. Corrado che viene costantemente amato dai devoti di Noto e non solo, ed un evento che resterà di esempio perché questo nobile gesto di Sebastiano Floridia possa aprire altri cuori a questa devozione.
San Corrado dona ancora grazie e miracoli ai suoi fedeli e apre il cuore devoto verso la venerazione della Madre di Dio Maria SSma e a Cristo Gesù contenuto nel Tabernacolo!
10 settembre 2017
20 ANNI DI UN UNICUM
LA CULTURA PIACENTINA
UNA CHICCA FRANCIGENA
Un volume unico e documentatissimo
di Umberto Battini
storico locale e agiografo di S. Corrado Confalonieri
Un prodotto di elevato contenuto, ineguagliato per certi versi, anche se sono usciti libri generici sulla Via Francigena nel particolare sul territorio piacentino, questo volume rimane una perla.
Stampato tutto a colori, questo volume edito dalla Banca di Piacenza, compie 20 anni! Ormai introvabile o reperibile sui mercatini dell'usato piacentini.
Un lavoro mirato sul Passo del fiume PO frutto della ricerca di Gianni e Umberto Battini, storici locali. Contiene riferimenti del passato conservati in archivio di Stato di Piacenza e di Parma circa il porto sul fiume Po della terra di Calendasco, porto che era anche dogana d’esezione e legato al medievale Comune di Piacenza e anche passo della Via Francigena!
Sono riprodotte nel volume mappe antiche reperite in archivio e sono citati atti storici.
In questo anno 2018 che vedrà la valorizzazione più massiccia della storia locale, sarebbe interessante poter riavere editato ed arricchito questo libro piacentino, editato dalla Banca di Piacenza che da sempre attua serie e importanti manifestazioni di cultura locale.
Come storici locali innamorati delle radici piacentine siamo sempre a disposizione ed attenti a mantenere vive – secondo il nostro conoscere storico locale – le memorie che dai nostri antenati sono trasmesse a noi e da ri-trasmettere alle generazioni future.
Umberto Battini
UNA CHICCA FRANCIGENA
Un volume unico e documentatissimo
di Umberto Battini
storico locale e agiografo di S. Corrado Confalonieri
Un prodotto di elevato contenuto, ineguagliato per certi versi, anche se sono usciti libri generici sulla Via Francigena nel particolare sul territorio piacentino, questo volume rimane una perla.
Stampato tutto a colori, questo volume edito dalla Banca di Piacenza, compie 20 anni! Ormai introvabile o reperibile sui mercatini dell'usato piacentini.
Un lavoro mirato sul Passo del fiume PO frutto della ricerca di Gianni e Umberto Battini, storici locali. Contiene riferimenti del passato conservati in archivio di Stato di Piacenza e di Parma circa il porto sul fiume Po della terra di Calendasco, porto che era anche dogana d’esezione e legato al medievale Comune di Piacenza e anche passo della Via Francigena!
Sono riprodotte nel volume mappe antiche reperite in archivio e sono citati atti storici.
In questo anno 2018 che vedrà la valorizzazione più massiccia della storia locale, sarebbe interessante poter riavere editato ed arricchito questo libro piacentino, editato dalla Banca di Piacenza che da sempre attua serie e importanti manifestazioni di cultura locale.
Come storici locali innamorati delle radici piacentine siamo sempre a disposizione ed attenti a mantenere vive – secondo il nostro conoscere storico locale – le memorie che dai nostri antenati sono trasmesse a noi e da ri-trasmettere alle generazioni future.
Umberto Battini
17 agosto 2017
RICORDO
L'ARCIPRETE CON LA FISARMONICA
Ricorrono 34 anni dalla sua dipartita
Don Federico Peratici è stato il prete che m'ha battezzato. Col passare degli anni ho imparato a ricordarlo spesso nelle mie memorie, nelle mie preghiere.
Invecchiando le cose prendono un altro verso, un'altra veduta, e ci s'accorge del sapore buono che hanno lasciato le belle esperienze e di come quelle negative ci sono d'esempio per migliorare.
Il "mio" arciprete era un omone, lo ricordo alto e sempre vestito di quella tonaca nera che me lo faceva vedere ancora più grande.
Nel caldo agosto del 1983 appena dopo il mezzogiorno, le campane del paese di Calendasco suonarono a morto, con mia madre uscii sulla strada sotto al sole che arrostiva l'asfalto, intanto sulla stessa strada erano scese le altre donne.
Di fianco a casa mia, dove sono nato, abitava la donna (e la famiglia) più pia del borgo, la signorina Carla Cantoni, la mia catechista. In strada al drappelo di vicinato disse che quelle campane "a morto" erano per don Federico: un incidente stradale l'aveva portato al Cielo!
In quel periodo la mia gioventù, come ogni giovane, m'aveva spinto a non frequentare più assiduamente la mia chiesa, ma dentro sempre ne mantenevo un rispetto profondo. A quella ferale notizia anche io rimasi sbigottito, lo ricordo molto bene ancora oggi, rivedo quella scena a colori nei miei ricordi!
Don Federico, il "mio" don, che tanto avevo amato da bambino e ragazzino, che servivo da chierichetto con profonda gioia perchè quel tempo passato sull'altare al fianco del don mentre celebrava, m'accorgevo che non era tempo buttato, il don era morto e così all'improvviso ci aveva lasciati orfani della sua educata e religiosa presenza.
Don Federico suonava molto bene il pianoforte e l'organo della chiesa, sapeva leggere la musica dallo spartito, e durante le gite annuali sul pulman ci dilettava con la sua fisarmonica suonandoci ogni genere di folkloristica cantata, anche quelle più goliardiche.
Tantissimi ricordi m'affollano la mente.
Umberto Battini
19 luglio 2017
IO OVVERO ME STESSO
RICORDI
IO UMBERTO BATTINI
Fieramente nato in un piccolo borgo
di Umberto Battini
Ho avuto la bella fortuna, ma vale per
tutti, di nascere in un luogo che m'appartiene, che mi ha fatto crescere
con le mie cose positive e quelle negative, i miei buoni propositi e
sbandamenti. Insomma sono nato in un luogo che è diventato e resta un luogo dell'anima, la mia, e spero per chiunque sia così.
Calendasco è un paese piccolo, a quattro passi dalla città e uno dal Po, quel Po che diventa anch'esso un luogo dell'anima a se stante.
Mi dedico a ricerca storica locale da
oramai un buon vent'anni! Vent'anni! Sono devoto del Patrono da sempre,
ricordo bene quanti "San Corrado" disegnavo da bambino, sempre lo stesso
modello: il santo su di una nuvola, con saio e aureola ed il bastone in
mano! Ne disegnavo a decine e specialmente durante il periodo della
Festa di febbraio quando a scuola e meglio ancora a catechismo ed in
chiesa, don Federico ci raccontava di questo santo uomo di Calendasco
che un giorno partì per la Sicilia e si fece eremita in una lontana
città, Noto!
I miei genitori mi han messo al mondo in
quella casa che ancora resiste nobilmente in paese, sono nato in quelle
mura l'8 di luglio del 1963. E dopo pochi giorni, esattamente il 21 di
luglio, fui battezzato in chiesa, quella chiesa che al tempo non aveva
ancora internamente gli adattamenti del Concilio, ma tant'è!
Mi battezzò un sacerdote che amo ancora
oggi, di venerata memoria, che m'ha cresciuto a "pane e San Corrado", si
tratta dell'arciprete don Federico Peratici.
Don Federico, che a volte ancora oggi m'appare felicemente in sogno!
Quel parroco che ho messo nelle mie preghiere.
Il 21 luglio ricorre la festa bellissima del mio baptiza e questa data m'è scritta addosso!
6 luglio 2017
26 giugno 2017
CENTENARIO
400 ANNI
PATRONO AMATO
Calendasco e San Corrado
di Umberto Battini
agiografo di S. Corrado/storico locale
Domenica d’estate,
nella data del 25 giugno dell’anno 2017! Nel piccolo borgo adagiato sulla
sponda del fiume Po, in chiesa si è festeggiato il IV Centenario che ricorda
l’assunzione di questa terra e di questa gente a Patrono S. Corrado Confalonieri.
Il sindaco di Calendasco con l'ospite |
La messa aveva anche
valore quale apertura della visita pastorale che più innanzi si attuerà con
altri eventi parrocchiali.
Confratelli in San Corrado |
Presente il sindaco
di Calendasco Francesco Zangrandi che nei saluti finali rivolti al vescovo ed
ai presenti, ha ricordato e salutato due ospiti giunti dall’Argentina
appositamente per questo evento!
Si tratta del
discendente di S. Corrado il sig. Enrico Confalonieri piacentino da tanti anni
che vive nell’America Latina e precisamente appunto in Buenos Aires, ed era
accompagnato dalla consorte.
Il Vescovo di Piacenza, don Fabio e il sindaco con i Devoti della Confraternita |
La processione
d’ingresso di mons. Vescovo è stata accompagnata dai Confratelli corradiani
mentre un giovane ragazzo ha potuto indossare la maglia ufficiale dei Portatori
di Cilio di Noto con tanto di fascia per poter reggere il maestoso cilio donato
dai netini due anni fa e vegliare così per tutta la celebrazione!
19 giugno 2017
CENTENARIO
400 ANNI
UN PAESE E IL PATRONO
Celebrazione storica corradiana a Calendasco
Ricorrono ben quattrocento anni che San Corrado Confalonieri
protegge il borgo dove è nato nel 1290!
UN PAESE E IL PATRONO
Celebrazione storica corradiana a Calendasco
Ricorrono ben quattrocento anni che San Corrado Confalonieri
protegge il borgo dove è nato nel 1290!
13 giugno 2017
V O T O 2017
TORRE SINDACO
VINCITORE
MORALE
Divertenti performance ma con arguzia
di Umberto Battini
Si è beccato 1801 voti!
Impensabile. Eppure, lui ce l’ha fatta, Stefano Torre candidamente candidato a
sindaco per Piacenza, contro tutti gli schemi politici precotti.
Perché gli altri candidati a sindaco erano tutti attorniati dalla potente
macchina elettorale degli apparati! Urca!
Una campagna elettorale tutta
mediatica quella dello Stefano Torre, che se per caso si fosse dato da fare un
pelo in più si beccava con molta probabilità almeno il doppio di voti,
garantito. Invece poche comparsate con
banchetto (a differenza degli altri)
ma però il Torre con una marcia in più: l’ironia, quella megagalattica! Quella
che ti prende per il culo con paradossale tragicità bagnata dal sorriso!
Perché ad ascoltarlo bene ti
prendeva anche una leggera vena di tristezza, proprio per il motivo che Torre
toccava con i suoi paradossi parabolici, quell’agre senso del reale che ha
deluso tanta gente perché s’accorge che la polis, che la politica, che la
burocrazia sono tutte cose d’un calderone che non ha più nulla da spartire con
la gente.
Complimenti alla lista Torre Sindaco.
Concludendo: solo la metà dei piacentini è andata al seggio, quindi quella
dell’Arguto Sindaco Torre una vittoria tripla.
Consiglio agli altri di tornare sul pianeta terra,
quello che abitiamo tu, io, noi voi e tutti quanti! Il marziano di questa campagna
elettorale, tenetelo bene a mente, non è Torre!
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