BORGO DI CALENDASCO
BATTELLINE SUL PO
Luoghi di fiume nell’ottocento
di Umberto Battini
A metà ottocento, il borgo gravitava molto sulla
vita di fiume. Il Po qui era e resta un luogo dell’anima. Nei tempi passati era
anche possibilità di rendita: renaioli, pescatori e barcaroli traevano
sostentamento dal lavoro sul fiume.
Il Po nell’area di Calendasco formava un’ isola,
detta “San Germano” ed era anche popolata di alcuni individui che abitavano la
piccola cascina.
Mezzano Vigoleno apparteneva come parrocchia a
Sant’Imento.
A Cotrebbia avevamo una dogana e 3 battelli di
servizio per passare il fiume e contava circa 500 abitanti, molti per quell’epoca
e sparsi nelle cascine limitrofe.
A Boscone Cusani si usufruiva di un solo battello
per il passo del fiume e la piccola frazione era abitata da circa 300 persone.
Boscone Cusani era stata parrocchia di Chignolo Po per tanto tempo fino a che
nel 1819 fu inglobata nella diocesi piacentina. Circa questo luogo sappiamo che
il Farnese Ranuccio I nel 1606 diede ospitalità ad una colonia di albanesi che
insediò sull’isolone del Boscone Cusani.
Ma non va scordato che il fiume si traghettava
anche presso la Raganella e allo stesso Mezzano oltre che a Soprarivo non
lontano da Boscone Cusani e ovviamente un traghetto era dinanzi a Calendasco
che dal 1700 era comune posto tra le due anse che si erano create con il taglio
del fiume Tidone.
E proprio il taglio del Tidone alla sua foce nel
Po divenne una contesa molto forte della quale si occupò il Tribunale di
Piacenza essendosi aperta una causa. Di questo taglio esiste in archivio una
ricca documentazione scritta e mappale con la quale ho potuto studiarne la
vicenda.