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5 maggio 2017

STORIA IN BREVE




BORGO DI CALENDASCO
BATTELLINE SUL PO
Luoghi di fiume nell’ottocento

di Umberto Battini

A metà ottocento, il borgo gravitava molto sulla vita di fiume. Il Po qui era e resta un luogo dell’anima. Nei tempi passati era anche possibilità di rendita: renaioli, pescatori e barcaroli traevano sostentamento dal lavoro sul fiume.
Il Po nell’area di Calendasco formava un’ isola, detta “San Germano” ed era anche popolata di alcuni individui che abitavano la piccola cascina.
Mezzano Vigoleno apparteneva come parrocchia a Sant’Imento.
A Cotrebbia avevamo una dogana e 3 battelli di servizio per passare il fiume e contava circa 500 abitanti, molti per quell’epoca e sparsi nelle cascine limitrofe.
A Boscone Cusani si usufruiva di un solo battello per il passo del fiume e la piccola frazione era abitata da circa 300 persone. Boscone Cusani era stata parrocchia di Chignolo Po per tanto tempo fino a che nel 1819 fu inglobata nella diocesi piacentina. Circa questo luogo sappiamo che il Farnese Ranuccio I nel 1606 diede ospitalità ad una colonia di albanesi che insediò sull’isolone del Boscone Cusani.

















Ma non va scordato che il fiume si traghettava anche presso la Raganella e allo stesso Mezzano oltre che a Soprarivo non lontano da Boscone Cusani e ovviamente un traghetto era dinanzi a Calendasco che dal 1700 era comune posto tra le due anse che si erano create con il taglio del fiume Tidone.
E proprio il taglio del Tidone alla sua foce nel Po divenne una contesa molto forte della quale si occupò il Tribunale di Piacenza essendosi aperta una causa. Di questo taglio esiste in archivio una ricca documentazione scritta e mappale con la quale ho potuto studiarne la vicenda.