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29 aprile 2019

IL PELLEGRINO


Potete leggere il mio articolo sul PELLEGRINO con LA CROCE diretto a ROMA anche al LINK che qui segnalo.
L'articolo è apparso su ILPIACENZA con immagini da me scattate.


C L I C C A  su questa riga   E  L E G G I 

 

28 aprile 2019

CANDIDATI CALENDASCO


C A L E N D A S C O
LE LISTE PER ELEGGERE IL SINDACO 

Così a occhio - sentendo anche gli umori paesani - si direbbe che le liste elettorali più accreditate per farcela in questa tornata di voto, siano quella di Piero Bensi e quella del figlio dell'attuale sindaco, cioè Filippo Zangrandi.
  
Con tutta la buona volontà la lista di Pietro Luigi Tansini con l'altra di Fabio Bianchi sembrano non avere un grande aplomb o mordente ma per il fatto che contiene nomi di candidati poco conosciuti e questo è un fattore che in una realtà piccola conta molto.
Ma però non si sa mai! E' il mio personalissimo pensiero!
Gli elettori sono 2003 e calcolando i delusi che non andranno, e quelli che forse daran scheda bianca, probabile che le percentuali forse si attestino su quelle del 2014 più o meno, senza contare che la lista Immagina Calendasco ha probabilità di mantenere perlomeno la percentuale del 2014 che era per l'appunto di Francesco Zangrandi. 
La lista Uniti per Calendasco Bensi Sindaco ha candidati conosciuti almeno dal punto di vista sociale e anche benvoluti in paese, ma però anche qui restano incognite.
Vedremo ciò che proporranno come Programma di mandato e anche su questo poi potremo fare alcune considerazioni generali, ma resta il dato effettivo che in un Comune di 2448 abitanti (frazioni comprese ovviamente) e con 2003 votanti - cioè una realtà molto piccola - non è che bisogna promettere la luna e fino ad ora, ad essere onesti, non è che a questo paese sia mai mancato nulla.
Certamente si può lavorare diversamente su certi ambiti, ognuno può metterci la sua testa, ma alla fine della fiera - come si dice - basterebbe e molto avere una mentalità aperta, non di parte, qui non si tratta di amministrare una metropoli, ma un piccolo piccolo paese padano, con due o tre frazioncine.
Con buona curiosità aspettiamo allora di sapere il Programma di ognuna di queste liste.




PELLEGRINO E UNA CROCE


IN CAMMINO A CALENDASCO
DOPO IL PASSAGGIO DEL PO
Verso Roma, con la grande Croce

di Umberto Battini
    studioso di storia locale



Domenica mattina di sole caldo qui a Calendasco. Nel paese c'è aria di festa perchè il locale Gruppo Alpini ha l'annuale cerimonia affollata e con tanto di Banda al seguito.
Passato da poco il mezzogiorno si scorge una croce molto grande, intrecciata con due grandi travi, poggiata accanto al muretto dell'unico negozio-edicola del borgo.
Dal balcone di casa scorgo questa cosa e in ciabatte con la mia reflex al collo mi precipito per immortalare questo pellegrino della Via Francigena suigeneris.
E' un uomo robusto, sulla quarantina, moro e dal volto duro, vissuto; su tutto il corpo decine di tatuaggi, ed alcuni più d'uno incisi direttamente sul volto.

Lo avvicino senza tentennare, lo chiamo "Ciao Pellegrino" per iniziare un dialogo e lui, pronto si lascia avvicinare e - da me curioso per natura - si lascia pure travolgere da una sfilza di domande cui risponde.
Si chiama Gennaro, ha passato il fiume Po qui a Calendasco, presso il Guado di Sigerico ed ora si accinge a terminare la giornata volendo arrivare a Piacenza.
La croce che porta sulle sue possenti spalle pesa oltre 40 kg ed a questo s'aggiunge uno zaino con le sue cose da viaggio.
La croce ha ai lati due corde a mò di frusta (quella che flagellò il Cristo) e sotto al cartiglio della grande croce una corona di spine. Il cartiglio non recita il classico INRI ma invece a grandi lettere c'è inciso AREA 51 PER SEMPRE.
Alla mia domanda su cosa significhi quell'incisione mi risponde che questo sarà disvelato quando giungerà finalmente a Roma, alla fine del suo pellegrinaggio e allora non chiedo altro.


Mi racconta che più o meno, crede di svolgere questo percorso francigeno in circa due mesi, ma non si affannerà più di tanto, inquanto la sua filosofia di viaggio non ha tempi prestabiliti, non ha paura di pioggia, notti all'addiaccio o digiuni, insomma le difficoltà sono le ultimissime preoccupazioni della sua vita.
In effeti mi racconta dei suoi travagli, della sua vita da rimettere in carreggiata, per questo è partito dal milanese dove risiede, in questo pellegrinaggio di espiazione: mi dice così di brutto, che lui è un Barabba! Lo guardo negli occhi fisso, durante la nostra chiacchierata, e si vede che è un uomo che ha una forza buona, che l'aspetto che quei tatuaggi gli danno di uomo duro, ormai sono insignificanti, lo sento a pelle che è sincero, e gli auguro veramente di finire questo suo viaggio alla grande e di potersi infine ritrovare bene e meglio di oggi.
Qui a Calendasco ormai da qualche anno siamo abituati al passaggio discreto dei pellegrini della Francigena, che passano lenti, quasi inosservati, ma con Gennaro è diverso, vedere un uomo che si trascina addosso questo simbolo della cristianità, è davvero insolito.

E quello che è interessante, per chi come me ha la cortesia di avvicinarlo, salutarlo e incoraggiarlo, è che ci si accorge che non è un atto di folclore, propio no, sotto a quella pelle già scurita dal sole e coperta di questi tatuaggi c'è un uomo, un Barabba per davvero come dice lui, che vuole rinnovarsi e per lui questa è la strada.
Buon viaggio allora e grazie di avermi dato il modo di meditare sulle mie croci, di avermene fatto memoria, buon cammino Gennaro!
Prima di andare vuole il mio rosario personale, corro a casa a prenderlo, poi se lo infila al collo come tanti altri, ecco è così, lui mi dice, che mi porterà con sè, con quella croce, fino a Roma!






18 aprile 2019

PROSERPINA 2019


ECCO IL TESTO DELL'ARTICOLO SCRITTO DA CARMELO SCIASCIA
sul quotidiano ILPIACENZA




A Caravaggio quest’anno consegnato Il Premio Proserpina ad Umberto Battini - Blog

Diversi anni addietro, mi viene difficile dire esattamente quando, visto che ogni anno che viviamo, il tempo sembra accorciarsi, ricordo di avere visto e letto una intera pagina del giornale Libertà dedicata a San Corrado.

Di San Corrado sapevo che era il Santo Patrono della città di Noto per esservi stato, in quell’angolo del siracusano, per visite parentali e poco altro. Era un articolo ben costruito, dove venivano date tante notizie sulla storia del Santo. E, con le notizie del Santo, venivano elencati i suoi rapporti con il territorio piacentino, dalla nobile famiglia dei Confalonieri al castello di Calendasco. L’articolo era firmato da un certo Umberto Battini. Passato qualche anno, mi trovo quasi occasionalmente ad essere presente al VI Convegno Nazionale di studi corradiani: era il 20 giugno del 2015. Calendasco, salone del Municipio, il tema: “Considerazioni storiche sui luoghi, i documenti ed il culto di San Corrado”. Credo che a farmi partecipare al convegno sia stato l’amico poeta Claudio Arzani che di quell’incontro ne era il moderatore. L’intervento che maggiormente mi aveva colpito era stato proprio quello di un certo Umberto Battini.
Documenti alla mani il Battini ci fa partecipe delle sue scoperte, come il possesso da parte della famiglia Landi del feudo di Curmaracchia in Val di Noto (1296), la probabile partecipazione di Corrado Confalonieri all’assedio di Soncino (1313), i festeggiamenti avvenuti a Calendasco il 19 febbraio 1912 alla presenza di tre vescovi. Ecco fu così che conobbi l’Umbe! Fu a causa sua, a causa della curiosità che riuscì a provocare con il suo intervento, se il due agosto di quello stesso anno mi ritrovai a Noto per un evento eccezionale: la traslazione delle reliquie di San Corrado. Era l’anno 2015, anno del Giubileo. 

Nella processione intravedo, tra i portatori dei “cilii” (particolari ceri votivi), vestito come loro, maglia color porpora, nastrini colorati e fascia d’ordinanza, proprio l’Umberto. Fu una notte stupenda, una processione che partita in piena notta dalla Cattedrale di Noto giunse, dopo varie soste, al Santuario nella frazione “di Fuori”. Noto rappresentava quella notte la Sicilia come metafora di una globalizzazione culturale non solo tra Nord e Sud d’Italia, ma una globalizzazione dove gli elementi pagani si fondevano e confondevano in una splendida manifestazione religiosa.

Ci siamo rivisti, qualche anno dopo, ad una mia mostra di pittura che tenevo nei locali dello Spazio d’Arte Espositivo di via Sant’Ilario a Piacenza. L’Umbe, mentre si guardava intorno, non vedeva i miei quadri, ma pensava a qualcos’altro. Pensava alle sue ricerche, ai documenti che aveva trovato nelle sue continue escursioni d’archivio, tant’è che mi propose di organizzare una mostra di documenti storici riguardanti proprio la figura di San Corrado.
Piacenza ha ignorato San Corrado fino al seicento, Noto lo ha da sempre venerato. Così può essere detto per gli studi sul Confalonieri, c’è un prima ed un dopo Battini. C’è quello che si sapeva prima e quello si è saputo dopo che Umberto, da studioso, da ricercatore, ci ha mostrato sulla vita di San Corrado.
Qualcuno avrà sicuramente dormito in qualche grotta: per necessità, far fare una particolare esperienza primitiva, da esploratore, da semplice curioso.
Nessuno credo, per libera scelta, abbia mai dormito in una grotta dove ha vissuto ed è morto un Santo Eremita. 

Ebbene anche questa è stata un’esperienza vissuta dal nostro Umberto, con devozione, con compassione, per vivere e condividere il modello di vita che si era dato San Corrado.
Da Calendasco dove tutto è iniziato, siamo andati a Noto, il giardino di pietra, palcoscenico barocco più che città; da Noto torniamo a Piacenza, anzi no. A Caravaggio.
Non tutti sanno, ma nella città che ha dato i natali al grande pittore Caravaggio, città dove sorge un imponente Santuario, si trova anche un antico Palazzo comunale.
Nel Salone d’Onore di questo magnifico Palazzo, domenica 14 aprile si è tenuta l’adunanza dei Siciliani d’Italia che in occasione della XVII edizione del Premio Proserpina, ha premiato il piacentino (di Calendasco) Umberto Battini .
Gli interventi che si sono susseguiti l’incontro hanno sottolineato il contributo dato dei siciliani nel mondo, alla valorizzazione del Patrimonio artistico, storico ed umano della terra di Sicilia.

Battini ha ricevuto il premio dalle mani del Sindaco di Caravaggio per i suoi studi, ricerche e pubblicazioni su San Corrado.
Nella motivazione viene ricordato come la terra siciliana di Noto e quella piacentina, con Calendasco sono indelebilmente unite proprio da questo grande Santo Eremita francescano. 
Testualmente la motivazione così recita: “A Umberto Battini cultore e studioso della Famiglia Confalonieri di Calendasco e Piacenza e tra i biografi moderni di San Corrado Confalonieri Patrono”.
Grazie “Umbe”, come ti ha già scritto il Direttore, per i tuoi studi su San Corrado, per la tua sincera devozione al Santo, per i tuoi articoli.
Amen!





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16 aprile 2019

PREMIO PROSERPINA






















































CARD. MULLER


DOPO LE NOTE DI PAPA BENEDETTO XVI
UNA INTERVISTA STUPENDA 

Qui in questa intervista il card. Muller non le manda a dire! Qualche "idiota" - testuale - usa a proprio tornaconto quello che da Papa Francesco - e non solo - dice!
Addirittura, in una intervista un certo Faggioli ipotizza di "silenziare" il papa Emerito anche con delle leggi che la Chiesa dovrebbe fare! Robe da non credere!
Ovviamente l'articolo del Faggioli NON lo segnalo perchè NON merita neanche di essere ulteriormente citato!

Grazie al card. Muller! Chi segue queste vicende della nostra Chiesa, già può ben comprendere!
L'apparato Vaticano - uomini - è in crisi, grande crisi...

LA VERITA' E' LA VERITA'

http://www.lanuovabq.it/it/vogliono-far-tacere-benedetto-xvi-perche-dice-la-verita

12 aprile 2019

E M E R I T O


EDITI GLI APPUNTI DEL PAPA EMERITO

Giovedì 11 aprile 2019 pubblicati in esclusiva per l'Italia sul Corriere della Sera e poi rilanciati da tutti i media del mondo

Questo TESTO di poche pagine è reperibile sul web ma è veramente un TESTO BOMBA da leggere assolutamente! Riguarda anche tutti e il nostro approccio alla Chiesa, in questo sfacelo cattolico, con preti vergognosi e dilagantemente in ogni dove facenti parte del "club" e non pensate che preti col braccino alzato fru fru o repressi siano solo a Roma...
la prima pagina de LA VERITA' di venerdì 12 aprile 2019

8 aprile 2019

C A D A L O

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5 aprile 2019

S T E M M A


CASSONATO LIGNEO
LO STEMMA DEI CONFALONIERI
DI CALENDASCO

di Umberto Battini
    studioso di S. Corrado


Nel salone superiore del castello di Calendasco, si è miracolosamente salvato il cassonato ligneo del soffitto che è tutto dipinto dello stemma della casata dei Confalonieri.
Soffitto ligneo del XIV sec come anche il castello.
Attaccato al salone c'è anche una grande stanza, anch'essa cassonata alla stessa maniera, che è la camera della nascita di San Corrado dei Confalonieri nel 1290!
Nei miei studi e ricerche d'Archivio di Stato di Piacenza ho documentato molto bene parte della storia del castello e dei Confalonieri, e ciò è leggibile nel mio volume "S. Corrado Confalonieri - I Documenti Inediti Piacentini" del 2006.
Oggi le ricerche sono andate avanti e di molto, anche circa la casata dei Confalonieri del ramo che ha abitato fisicamente in Calendasco, dentro al castello e le esporrò in un mio prossimo libro al quale sto alacremente lavorando da tempo.
Questo soffitto stemmato, è anch'esso una prova energica della presenza attiva e molto nobile dei Confalonieri qui in questo castello di Calendasco: furono feudatari amatissimi, per certi versi fuori dagli schemi di quel medioevo che ci fa credere i feudatari essere tutti desposti o sfruttatori, e nel prossimo volume anche questo fatto sarà trattato.
Un fatto unico è quello dei Confalonieri a Calendasco che in nessun altro luogo del territorio piacentino ove abitavano residenti della casata, possiamo trovare tracce profonde del loro abitare come feudatari aviti.
Un castello difensivo ma allo stesso tempo abitato stabilmente dai Confalonieri, anche se questo può a noi oggi sembrare strano per il fatto che questo castello, ora spoglio, sia spartano e massiccio, ma invece i fatti e i documenti del tempo parlano diversamente.

Umberto Battini



se copi o estrapoli cita l'Autore, è questione di ETICA

4 aprile 2019

LUOGHI


SULLA SPONDA DESTRA DEL PO

MONUMENTI CHE PARLANO NEL SILENZIO

di Umberto Battini
    storico locale

Calendasco, la Terra Madre di San Corrado dei Confalonieri
un luogo a due passi dalla città di Piacenza ma - per fortuna -
tagliato fuori dalla via Emilia Pavese

Per arrivare a Calendasco - a circa 8 km dalla città - ad un certo punto bisogna obbligatoriamente lasciare la via Emilia Pavese e dal Ponte sul fiume Trebbia o dal paese di S. Nicolò a Trebbia, puntando verso l'asta del fiume Po, eccoci in un attimo nel borgo.
Calendasco è al nord-ovest della città ed è a poche centinaia di metri dal Grande Fiume.
Nel borgo ci sono alcuni monumenti, per certi versi sottovalutati dal punto di vista culturale, ma sono luoghi che han fatto inesorabilmente la Storia maiuscola di questo lembo di terra.
Per immensa fortuna, il Romitorio e Hospitale detto di "San Corrado" - antichissimo - è stato recuperato in maniera fantastica e nel rispetto della storicità architettonica dalla famiglia che lo abita.
Il castello del XIII sec è affiancato dal Recetto del XI sec e sulla piazza del castello ancora dominano le scuderie anch'esse "legate" al recetto.
La chiesa è architettonicamente, come la si vede oggi, del 1735 ma appare già esitente in carte del Codice Diplomatico Longobardo del VIII sec.



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1 aprile 2019

FESTA DEL PO 2019


CALENDASCO
55^ FIERA DEL PO FESTA DEL PESCE FRITTO
La Fiera tra sabato 30 e domenica 31 marzo

E' arrivata anche in questo 2019 la Fiera del PO a Calendasco.
Inventata nel 1964 da un piccolo e tenace gruppo di paesani, oggi è arrivata alla sua bella 55^ edizione.
Certo una volta, anche solo 30 anni fa, era molto agricola e il pesce era quello del fiume PO per davvero, pescato fresco fresco dai nostri uomini.
Si friggevano stricci e alborelle, invece oggi si va di pesce di mare, mentre al chiosco degli Alpini del gruppo di Calendasco, si trovano anche le rane fritte.

Ernesto Mazzoni pittore locale di Calendasco
Sulla piazza del castello dei Confalonieri, l'orchestrina di liscio suona tutto il pomeriggio, mentre si mangia piccola di cavallo e pisarei e fasò con innaffiate di vino bianco e rosso.
Il castello è visitabile e sono anche allestite delle mostre di fotografia, di disegno e di quadri con l'immancabile pittore locale Ernesto Mazzoni, apprezzato e stimato da tutti.






In paese anche un Luna Park ed i tanti banchi dove è possibile però trovare anche prodotti localissimi quale ottimo vino, salumi e formaggi.

il serpentone di bancarelle e sullo sfondo la torre del Castello e il campanile della Chiesa