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25 giugno 2014

RIFLETTENDO


Mi viene una riflessione, molto personale, sono miei pensieri, ma vorrei rivolgerli ai miei compaesani.
Domenica alla santa messa il Don dice chiaro e tondo: "...sapete perchè anche a Calendasco c'è tanta divisione gli uni gli altri? perché non sappiamo perdonare...", per me dopo questa frase l'omelia poteva terminare, da riflettere qui ce n'è e tanto! Stupende parole!
Era la messa del Corpus Domini - e siccome il sacerdote è secondo dottrina Alter Christo! - queste parole espresse dal Don le incornicio! Valgono per me, per altri, per il Borgo tutto intero.
Perdonare.
Ce la sto mettendo tutta, dato che - laudetur! - non sono in "lotta" con nessuno nessuno del mio natio borgo, ce la sto mettendo tutta a ricercare una pacificazione tra coloro che per astiosità tra le più varie, si "divertono" a bacchettarsi a vicenda.
Ma tanti cuori sono ancora poco aperti. Soprattutto dopo queste elezioni comunali il clima sociale pare essersi fermato come in catalessi, ma invece al contrario mi pare che il mondo continui a girare e che il nostro Sindaco sia stato democraticamente eletto!
Calendasco rimane Calendasco e non è che siamo alla fine del mondo, anzi c'è da rimboccarsi le maniche e trovare sempre di più tante belle idee per rendere socialmente e civilmente bello il nostro territorio e la sua gente.
Come ben sapete la mia bandiera è San Corrado, che grazie a Lui la mia fede riesce a mantenersi in un solco il più possibile umano, e allora, visto che non sono l'unico corradiano! (almeno spero) nel nome del Patrono non riuscite proprio a stringervi la mano? che forse siamo al tempo dei guelfi e ghibellini del tempo del Nostro?
Faccio anche fatica a trovare le parole per questo scritto, perchè il sentimento di gratitudine verso la mia gente e la mia terra è troppo grande per poterlo esprimere e proprio per questo è per me molto strano vedere la mia terra divisa tra gente che è nata, vissuta e cresciuta porta a porta.
Prego San Corrado che ci protegga sempre. 
Anche Lui è stato un uomo concreto e vero della nostra terra, fino alla fine dei suoi giorni, nella grotta di Noto, dove lo amano d'un amore concreto! sociale e quasi patologico! Come vorrei che la nostra gente di Calendasco potesse scoprire anche solo un decimo, la decima parte, della devozione corradiana netina, e forse allora sì che le cose potrebbe cambiarci nel cuore... nelle nostre debolezze d'umanità...
La radice è sana e forte, quella della nostra terra intendo... ma rimangono tanti e tanti ma!
Speriamo che l'estate calda e afosa della nostra terra di PO ci ristori e ci riconduca a qualcosa di più savio, io da parte mia non mollo.
Voglio bene a Calendasco, a San Corrado e alla mia gente, tutta tutta.
Così è, per me.

Umberto Battini