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20 luglio 2016

COME ME PIU' DI ME


SCORRENDO TRA LE CARTE DEVOZIONALI
I MIEI COMPAESANI CENT'ANNI FA
AMAVANO SAN CORRADO 
SENZA RISERVE
Li prendo ad esempio e non mollo!

di Umberto Battini

Io che "frugo" la Vita del Patrono da ormai vent'anni mi sono accorto che la gente di Calendasco, e in prima fila c'era sempre l'arciprete parroco del tempo, molto si sono distinti in devozione sfegatata verso San Corrado il Patrono!
Lo testimoniano decine di carte dell'archivio, verbali e memorie, firmate e controfirmate. Infatti il Patronato ha 400 anni, per cui nei secoli questa affezione al Santo Corrado è sempre più cresciuta.
Ce ne sarebbe da dire, ad esempio han fatto fare affreschi corradiani, oggi coperti dallo scialbo ma ancora "vivi" lì sotto, la statua, le due reliquie richieste a Noto e avute direttamente da là con tanto di sigillo vescovile! La campana dedicata al Patrono etc etc... 

particolare lettera 1926
Ora mi voglio soffermare su una carta scritta di pugno nel 1926 dal parroco don Giovanni Caprara che oltre ad aver chiesto una delle due reliquie al vescovo di Noto e la ottenne, era devotissimo!
Scrive questa lettera ai discendenti dei Confalonieri di Piacenza.
Dice che S. Corrado salvò Noto dalla peste e Calendasco dalla piena del fiume Po e da altre calamità naturali.
Chiede un aiuto economico per far fare un grandioso affresco sopra al portone interno della chiesa, che rappresenta San Corrado che protegge il paese di Calendasco dalla piena del Po e altri danni.
Dice di avere tanta gratitudine verso il Patrono e che anche gli abitanti del borgo han già fornito una somma per pagare parte dell'affresco.
E infatti questa pittura fu poi eseguita ed ancora si trova sotto lo scialbo, sarebbe interessante "rivederla" così come le altre pitture nella volta.

Fatto sta che  don Caprara mi ha dato un bell'esempio di devozione e fedeltà al patrono, in prima persona il parroco si spendeva per far sì che l'amore al Santo rimanesse vivo come lo era già da secoli!
Quindi niente di nuovo sotto al sole, che ci sia stato un "don Caprara" oppure oggi ci sia "un Battini" a spingere sulla devozione nulla cambia! Non mi vergogno assolutamente di amare profondamente S. Corrado Confalonieri che è nato nel paese ove anche io sono nato e battezzato, e ringrazio don Federico Peratici che mi ha cresciuto a "pane e San Corrado" da bambino!
Sò molto bene che al paese della mia devozione qualcuno ride sotto i baffi, qualcuno mi ride alle spalle e qualcuno, i più intelligenti, mi fanno della buona e sana ironia e mi comprendono e anzi mi incoraggiano e loro stessi "s'avvicinano" al Patrono!
San Corrado mi ha fatto avvicinare meglio e più seriamente alla Madonna e a Gesù e al Tabernacolo Santo!
Non potevo chiedere di meglio!
E sono tremendamente innamorato di Noto e specialmente del Corpo Santo di Corrado Confalonieri e di quella grotta santa che è custodita nel Santuario!
Viva Calendasco e viva Noto con la sua e "mia" gente!

voster
Umberto Battini