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SAN ROCCO
E’ una festa quasi obbligata, quella del 16 agosto e dedicata a San Rocco, che segue quella dell’Assunta, e nel bel mezzo dell’estate, calda e piacevole. La cosa certissima è che San Rocco è stato leggermente piagato dalla peste, sappiamo di un cagnolino, tra l’altro non suo che gli portava qualche tozzo di pane, e che era un penitente d’ideale francescano, che abitò per certo tempo nei pressi di Sarmato. Scrive il Diedo nel tardo ’400 che arrivò quando a “Placentia truci pestilentia vexata” cioè quando a Piacenza imperversava un’atroce peste.
Invece i punti da chiarire, almeno da quello che abbiamo potuto leggere facendo una rapida ricerca sul web di sue antiche biografie, alcune anche antiche, sono più d’uno e per certi versi controversi.
Il dato più alla mano è sulla “vexata questio” della nascita: cioè la questione lungamente dibattuta senza che tuttavia si sia giunti a una conclusione concorde. Lo storico del ’400 Diedo con altri, lo indicano nato nel 1295 e morto nel 1327 e il Campi, ottimo storico piacentino, dice “"in detto anno 1322 in Piacenza fu l'avventurosa venuta del glorioso San Rocco" e continua "è da sapersi che il santo pellegrino, prima d'entrar in Piacenza, visitò molti villaggi del territorio...". Altri sostengono che sia nato nel 1345 e morto nel 1377, ma su questa data nessuno, fino ad ora, osa metter la mano sul fuoco. Per questo si ipotizza che possa esser avvenuto il passaggio di S. Rocco tra i suoi fratelli ospitalieri di Calendasco ed in questo 1322 è ancora in piena attività vestito del saio grigio anche S. Corrado Confalonieri.
Invece è certo il dato storico che San Rocco fosse un aderente al terzo ordine voluto da S. Francesco d’Assisi per i laici, quindi non è un santo “anonimo”, ma appartenente ad un ben preciso “Catalogo Sanctorum”. Infatti il papa Paolo III con la bolla “Cum a nobis” del 1547 inserisce anche il Santo della peste tra i Terziari francescani, senza tentennamenti.
Questo è avvenuto dopo una prassi e dopo che erano stati presentati alla Curia Vaticana dati storici precisi: smentire questo dato pare pressoché impossibile, carta canta. Certo per i più resterà il santo del bastone, con la piaga ed il cagnolino ai suoi piedi, un pellegrino quasi anonimo.
Una faccenda controversa è che visse nei pressi del paese di Sarmato dentro ad una grotta, cosa veramente improbabile data la conformazione del territorio, fin qui restano motivate e valide quelle biografie antiche di San Rocco che lo dicono prender alloggio in una piccola selva dentro un tugurio.
Nella “Storia di S. Rocco”, stampata a Venezia nel 1860, scritta da Enrico Mandarini, leggiamo che “è condotto alla Porta di Piacenza che va verso il Piemonte e dopo passata la chiesa di Sant’Antonio ed il suo ospedale, si fermò presso la Casa di Rocco, così chiamata non per la dimora del santo pellegrino, ma da tempi immemorabili”.
Notizia storica fondatissima: infatti nel 1264 un documento del Registrum Magnum del Comune di Piacenza (e non è l’unico) cita proprio accanto al ponte del Trebbia la “domus Rochi” quindi almeno alcuni decenni prima della sua nascita fisica.
Altro curioso fatto che abbiamo letto in Vitae Sancti Rochi più o meno coeve, cioè scritte e pubblicate negli stessi anni, hanno una discordanza: in alcune si legge di San Rocco che visse appunto nelle vicinanze di Sarmato, accanto ad un piccolo rivo d’acque dentro ad un boschetto, in altri libri invece è scritto che alloggiò sulle rive del Trebbia nelle stesse condizioni abitative.
Questi storici, che scrivono del Santo francese circa il periodo piacentino, hanno quindi una discordanza di luogo notevole: Sarmato al limite ha a nord il grande fiume Po ma nessun altro fiume o torrente notevole nelle immediate vicinanze.
Il fiume Trebbia dista oggi come allora quasi una decina di chilometri da Sarmato, così come il torrente Tidone, a quel tempo non tagliava dritto verso il Po da Rottofreno ma deviava fino a Soprarivo di Calendasco, dove sfociava. Lo spiegano decine di mappe del ’600 ed il Tidone venne “drizzato e tagliato” com’è oggi a metà del 1700 e con una causa in Tribunale a Piacenza notevole, della quale vi è una ricca documentazione ben consultabile.
Nonostante queste curiosità, San Rocco resta molto venerato nella terra piacentina, invocato contro le pestilenze: non poche sono le chiese e gli oratori a lui dedicati nella nostra diocesi. E se nel borgo di Sarmato la festa è vivace e ricca di eventi, anche nel vicinissimo paese di San Rocco al Porto, al di là del Grande Fiume, i riti patronali e la convivialità la fanno da padrone. In centro a Piacenza, di fianco a piazza Duomo, l’oratorio di San Rocco del 1577 rimane uno scrigno barocco alla gloria di questo pellegrino, che generazioni di piacentini hanno amato con pietà particolare. Pone però sempre molti interrogativi la storia umana di quell’uomo dalla gamba piagata, sotto lo sguardo del cane, amico fedele e obbediente.
30 novembre 2025
27 novembre 2025
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