VISITE AL BLOG N. 125.733 AD AGOSTO 2025

25 agosto 2025

RICORDO RAI TV

IN OCCASIONE DELLA MOSTRA
"ANTROPOCENE
ARCHEOLOGIA DI PLASTICA"
Curata da Umberto Battini l'importante Mostra Evento
che si tenne nel 2023 
 
Esposti sotto al portico dell'antico medievale Hospitale Romitorio
di Calendasco, oggi abitazione della famiglia di Bruno Grassi,
decine di oggetti plastici, ritrovati nel Po in secca.
Sono pezzi di vario genere, plastica che inquina le acque,
rilasciando microplastiche per secoli.
Nell'occasione anche la Rai Tv arrivò a Calendasco. 

 

24 agosto 2025

OSTERIE DEL 1737

LE OSTERIE DI CITTA'
DAI NOMI PARTICOLARI
pubblicato sul quotidiano ILPIACENZA.it

 

22 agosto 2025

LONGOBARDI CALENDASCO

ECCO QUEL CHE RESTA
DELL'ANTICO HOSPITALE
Parliamo di uno xenodochio
longobardo a calendasco
Nel medioevo venne costruito l'hospitale che si può vedere
ancora oggi, abitazione privata, ma degnamente restaurato.
Nel 1315 qui venne accolto da frate Aristide il povero
nobile, caduto in disgrazia, Corrado Confalonieri.
E da lì parte il suo itinerario umano-spirituale
che lo porterà a divenire santo: San Corrado.
Patrono del borgo di Calendasco da secoli. 

 

 

21 agosto 2025

IMPORTANTE

IL LIBRO RACCOGLIE
DOCUMENTI MAI PRIMA STAMPATI
FRUTTO DELLA RICERCA
E DELLO STUDIO DEL SUO AUTORE
Chiariscono come il culto solo qualche decennio
fa, fosse molto sentito anche dai parroci, ed in effetti
qui nel libro ci sono documenti dell'Archivio della
Parrocchiale di Calendasco, inediti, che lo testimoniano.
Sono relativi alla Patronale, ad oggetti di culto
comprati per incrementare la Patronale in chiesa,
ed i tanti affreschi dedicati al Santo Corrado.
Affreschi purtroppo finiti sotto alla pittura
delle pareti, ma nei documenti restano gli appalti al pittore.
Ed anche si trovano nel libro, i documenti originali,
conservati qui a Calendasco,
nell'Archivio Parrocchiale, del dono di Reliquie 
di S. Corrado da parte dei Vescovi di Noto.
E tanto altro, importantissimo, tutte carte con fatti storici
accaduti, messi in luce da Umberto Battini,
studioso e storico di San Corrado Confalonieri. 
 

 

19 agosto 2025

ANTROPOCENE DI PO

CON LA SECCA DEL PO ESTIVA
ECCO VINTAGE, STORIA E VITA DEL FIUME
Un pupazzo degli anni '40 ancora "vivo" nel Po
perchè la plastica si "scioglie" in centinaia di anni
e quindi rilascia microplastiche.
Conchiglie, vetri degli anni '60 levigati dalle sabbie,
ossa animali, anche se non ancora fossilizzate. 

ROMITORIO HOSPITALE

UN LUOGO ANTICO 
DOVE IL MEDIOEVO
PARLA ANCORA DI S. CORRADO
Sotto all'imponente portico d'accesso
tra il 2022 ed il 2023 sono state organizzate
ben tre Mostre Documentarie Storiche
dedicate a S. Corrado Confalonieri 
Le importanti Mostre dedicate al Patrono secolare
di Calendasco, hanno evidenziato alcuni aspetti
portanti del culto religioso e sociale, che le genti locali
avevano per questo Santo.
Curate dal ricercatore e studioso Umberto Battini, sono state
allestite nel Romitorio Hospitale medievale, grazie alla
cortese disponibilità offerta da Bruno Grassi e dalla sua
famiglia, nel concedere il prezioso spazio per fare la Mostra.

 

18 agosto 2025

PIACENZA E LE ORE PICCOLE

ECCO COME ERA 
LA REGOLA 
articolo dal quotidiano ILPIACENZA.it 

 

MEDAGLIA VOTIVA

MEDAGLIETTA VOTIVA
DI SAN CORRADO CONFALONIERI
Realizzata all'incirca nei primi decenni del 1900
e proveniente da Palermo  

 

16 agosto 2025

SAN ROCCO PELLEGRINO

IL 16 AGOSTO E' IL
DIES NATALIS DEL SANTO
FRANCESE
SAN ROCCO IL TERZIARIO LAICO
FRANCESCANO
dal quotidiano ILPIACENZA.it
articolo di Umberto Battini di sabato 16 agosto 2025

 

DUE TERZIARI LAICI

ENTRAMBI CONVERTITI
ALL'IDEALE TERZIARIO PENITENZIALE
FRANCESCANO
SAN CORRADO E SAN ROCCO
E' storico e senza dubbio alcuno: S. Rocco da Montpellier, francese,
è un Santo inserito nel Catalogo Sanctorum francescano del Terzo Ordine.
Lo sappiamo dalla Bolla papale Cum a nobis del 1547 di papa Paolo III.
E sia S. Corrado Confalonieri che S. Rocco sono stati pellegrini,
autentici pellegrini. 
Mentre San Corrado ha "lavorato" come penitente
nel romitorio ospitale per pellegrini in Calendasco, S. Rocco ha prestato
anche lui servizio come "infermiere itinerante" negli ospedali,
curando come sappiamo, gli appestati.
I due Santi avranno strade diverse: S. Corrado diventa eremita mentre S. Rocco fa vita penitente, peregrinando, fino alla sua infausta ed ingiusta cattura, in quel di Voghera. E qui muore in carcere, perchè accusato di essere una spia, un "finto pellegrino", venuto a turbare la vita politica locale.
nella foto due  immagini di San Rocco 


 
 

15 agosto 2025

STORIA L'ISOLA CHE NON C'E'

L'ISOLA CHE NON C'E'
(MA CHE C'ERA) NEL PO
un articolo interessante dell'11 maggio 2022
di Umberto Battini
articolo dal quotidiano ILPIACENZA.it 

 
 

LUNGO IL PO LOMBARDO

IL BOTTO PICCOLO AGGLOMERATO
DI QUALCHE DECINA DI CASE
ED UNA TRAFFICATA OSTERIA
Era la sede del Porto del Botto
sulla sponda lombarda

Questo attraversamento del fiume, con attracco, e quindi
già nella cartografia antica detto "Porto del Botto", si trova
sulla sponda lombarda del Po.
Ed aveva invece l'attracco in sponda emiliana in località
Il Bosco di Calendasco, dove a differenza del Botto lombardo,
che era una frazione abitatissima, qui al Bosco erano pochissime
case ad uso agricolo ed una fattoria.
Ma era il luogo del porto di fiume, trafficatissimo.
Nella foto un particolare da mappa che risale al 1954. 
C'era doppia possibilità di passo: con traghetto per carri
e con semplice barca, ovviamente pagando il relativo costo. 
 

 

15 AGOSTO

FESTA SOLLENE DELLA
MADONNA ASSUNTA IN CIELO
IN ANIMA E CORPO
Una festa agostana importante, sotto molti punti di vista.
Religiosi e popolari.
 
A Calendasco la Vergine Assunta è compatrona, questo da poco
più di un secolo. Cioè da quando la Chiesa parrocchiale venne
dedicata appunto a Santa Maria Assunta.
Prima di allora era genericamente la chiesa di S. Maria.
E questo per fatto storico antichissimo che già raccontammo.
Un'altra festa storica è la "patronale" della madonna del Santo Rosario,
ed anche questa festa antica in Calendasco, con documentazione.
Tanto è vero che le due feste Patronali più datate erano e sono
appunto il Patrono San Corrado Confalonieri e la Madonna del Rosario.
Come detto, da oltre un secolo, con solenne cerimonia, si dedicò
appunto la Chiesa all'Assunta ufficialmente. 
Nella foto di Umberto Battini il particolare del quadro
attribuito al pittore cremonese Campi. Si conserva anche una statua della Vergine del tardo '700.

 

14 agosto 2025

DOPO L'ESTATE

DUE IMPORTANTI LIBRI
CHE SONO IN LAVORAZIONE
Nei prossimi mesi alle stampe
e reperibili in Libreria a Piacenza
 
Uscirà il secondo volume della Cronaca Storica Medievale Piacentina
con testi presi dalle fonti originali ed anche un nuovo studio storico
sulla Via Francigena locale piacentino, relativo al passo del Po, con clamorosi
nuovi documenti e mappe esplicative.
Due studi storici sempre per mano della ricerca di Umberto Battini, che
attendiamo e dei quali, a tempo opportuno, daremo notizia. 

 
 

13 agosto 2025

CALDO ESTREMO

ECCO COME E' L'ITALIA
NELLA SETTIMANA FERRAGOSTANA 
Temperature che parlano di roventi giornate 

 

ESTATE AGOSTO

CALDO ESTREMO
CANICOLA E AFA
NON MOLLANO SULLE RIVE DEL PO
Afa asfissiante lungo le rive del Grande Fiume
in questi giorni di mezzo agosto
Il cielo ha un colore bianco opaco, si intravedono anche nubi alte, quelle che possono trasformarsi in pericolosi temporaloni agostani.
A farci caso manco volano gli uccellini per il clima torrido.
Intanto le previsioni dicono caldo opprimente almeno
oltre la data dell'Assunta. 
Questa è la "classica" estate padana, forse più marcata. 

10 agosto 2025

GRANDI NUMERI

SEMPRE PIU' AVANTI
TOCCATE LE
125.000 VISITE DI LETTORI
DEL BLOG


CALENDASCO AMBIENTE

IL MINISTRO FOTI
UN INTERVENTO IMPORTANTE
da ILPIACENZA.it quotidiano online
del 10 agosto 2025 

 

LE OSTERIE DELLA CITTA'

PER CAPIRE
DOVE E QUANTE FOSSERO
LE OSTERIE IN CITTA'
articolo da ILPIACENZA.it quotidiano online 
del 9 agosto 2025 di Umberto Battini 

 

9 agosto 2025

PELLEGRINI MEDIEVALI

LENTI ALLA META
SULLA STRADA ROMEA
O ANCHE FRANCIGENA 
 


Il classico pellegrino "romeo" cioè diretto verso Roma la Città Eterna, viaggiava lento a piedi, ed aveva un abbigliamento semplice: una veste, un mantello con cappuccio in caso di freddo e pioggia ed il classico bastone. Oltre che una piccola sacca detta "bisaccia" che conteneva i pochi averi e qualche tozzo di pane.
Il bastone era detto "bordone". Addirittura la Chiesa aveva una particolare benedizione da dare a chi intraprendeva il Grande Cammino.
E poi altre prassi che doveva svolgere il pellegrino, ad esempio, far testamento: infatti dato i pericoli e la lunghezza del viaggio, chissà se sarebbe mai tornato.
Con il testamento si mettevano al sicuro le proprietà, e si lasciava agli eredi rimasti, di godere dei beni del pellegrino partito. 

BARBAROSSA A GRAGNANO

ECCO COSA SUCCESSE

SI ACCAMPO' DUE GIORNI
IN QUELL'AREA
ERA IL 1158
 

8 agosto 2025

LIBRO FRANCIGENA

AUTORI VARI
UN LIBRO IMPORTANTE
SULLA VIA FRANCIGENA PIACENTINA 
Presentato a novembre 2024
Edito dalla Banca di Piacenza
 
Nel libro anche un interessante testo storico francigeno
di Umberto Battini storico locale piacentino 

 

7 agosto 2025

LIBRI

GLI STUDI STORICI
EDITATI NEGLI ANNI 

LO STEMMA

NEL CASTELLO DI CALENDASCO
LA STORIA SOTTO AGLI OCCHI
Ecco come la grande casata feudale
dei Confalonieri abbellì il salone  
 

 

MAPPA ANTICA CHE RACCONTA

PARTICOLARE PRESO DA UNA MAPPA
DEL XVI SECOLO
ECCO CALENDASCO BEN DEFINITO
Da destra: la piccola chiesa parrocchiale (fere quadrata)
ingrandita nel 1734, poi il maestoso castello con torre,
ed infine l'hospitale-romitorio medievale ancora con campanile
e inoltre il rivo Confaloniero che gira a gomito
proprio davanti al romitorio, che prese nome
"del gorgolare" (gorgoglio dell'acqua) del mulino  
U B 

 

 

 

6 agosto 2025

PO ESTIVO

COMPAIONO I SABBIONI
DOVE DI SOLITO SCORRE IL FIUME
La normale secca estiva in questo agosto 2025 
e l'immancabile "plastica" 
Bellissimi sabbioni bianchi, che brillano alla luce del sole, silenziosi e abitati solo da stormi di gabbiani e qualche garzetta bianca in compagnia di aironi.
Purtroppo molta plastica, anche vintage, deturpa l'alveo.
Plastica che per secoli rilascerà microplastiche nell'acqua, inquinando lentamente. 
foto U B 

 

4 agosto 2025

SAN CORRADO NELLA GROTTA

LE IMMAGINI DELL'ARCA
NELLA GROTTA DOVE VISSE
L'Arca in argento che contiene il corpo di S. Corrado viene piantonata
a turni regolari, dai Portatori di San Corrado e dai Portatori dei Cilii.
Nel Santuario è inglobata la grotta dove visse da eremita. 
 
L'Arca è anche stata portata processionalmente a Noto Antica
dove visse in carne ed ossa il Patrono.
Nell'occasione anche l'incontro tra la statua della Madonna della Scala
con il Santo Eremita.
Patrono di Noto e di Calendasco, dove nacque nel 1290 nel grande
castello feudo dei Confalonieri. 
fotografie da Internet 

 

3 agosto 2025

I PAPI A PIACENZA

NEL MEDIOEVO
TANTE VISITE PAPALI
Un interessante articolo storico di Umberto Battini
dal quotidiano ILPIACENZA.it
articolo di domenica 3 agosto 2025
dal quotidiano ILPIACENZA.it articolo di Umberto Battini 
 

 

IL SANTO DI CALENDASCO

SAN CORRADO
TRASLATO NELLA GROTTA
A NOTO
Qui visse dal 1343 al 1351
L'Uomo feudatario di Calendasco di Piacenza,
a Noto quest'anno la XXV Traslazione dell'Arca
contenente le sante spoglie, portata alla grotta

LE GABBIANE

IL GRANDE APPRODO SUL PO
ALLE GABBIANE
SPONDA LOMBARDA
Siamo davanti alla località Gerra Vecchia a Boscone Cusani
di Calendasco (Piacenza)  
Questo porto sul Po è molto antico, come testimoniano i documenti e le mappe,
ovviamente il meandro si è mosso nel tempo ma l'approdo era dove è ancora.
Qui il fiume ha due rami, formando un "ballottino" (isolotto) di notevoli
dimensioni e lungo almeno 700 metri. 
una foto U B 

 

2 agosto 2025

LA STORIA SOTTO AGLI OCCHI

IL GRANDE CASTELLO DI CALENDASCO
PER ALMENO TRE SECOLI FEUDO DEI CONFALONIERI
Tra queste mura ebbe i natali fisici un Santo
divenuto poi eremita in quel di Noto
San Corrado Confalonieri penitente terziario laico francescano eremita nato a Calendasco (Piacenza) nel 1290 e morto a Noto nella grotta il 19 febbraio del 1351 



 

 

AFFRESCO NEL ROMITORIO

LA MADONNA DEL GORGOLARE
CON IL BAMBIN GESU' E S. CORRADO
Affresco realizzato circa 30 anni fa dal pittore
piacentino Bruno Grassi
 
Sotto al maestoso portico del medievale hospitale-romitorio detto
di "San Corrado" per tradizione secolare, nel luogo di Calendasco
in provincia di Piacenza, è stato realizzato questo grande affresco.
In questo luogo nel 1315 fu accolto S. Corrado da frate Aristide
il superiore del conventino terziario francescano, di laici. 

 

1 agosto 2025

IL PATRONO PIACENTINO

SAN CORRADO CONFALONIERI
UNISCE NOTO E CALENDASCO 

 

30 luglio 2025

PONTE DI PONTENURE

QUESTO ARTICOLO
LO TROVI ANCHE SUL QUOTIDIANO ILPIACENZA.IT
CERCALO CON GOOGLE O SCORRI QUI E LEGGILO


LA MANUTENZIONE DEL PONTE
SUL NURE A PONTENURE
NEL MEDIOEVO 
DI UMBERTO BATTINI 

E’ una città di fiume Piacenza e di fiumi tutto il suo territorio, e nel medioevo questi corsi d’acque affluenti del Po, si potevan passare su ponti in legno, massicci abbastanza da potere reggere carri stracarichi di prodotti ma però pur sempre da mantenere efficienti.

E’ il caso del ponte sul fiume Nure tra Montale e Pontenure: una fitta documentazione ce ne traccia una storia del tempo notevole, in pieno medioevo.

Abbiamo preso questi dati “di prima mano” dal “Registrum Magnum” del Comune di Piacenza, ed è la documentazione originale delle deposizioni testimoniali rese tra il primo ed il venti novembre del 1294, un carteggio in latino notevole.

Intanto si afferma che il “pontis Nurie” collocato “supra Nuriam” è “super stractam Romeam” e conduce “ad locum Pontisnurii” e alle altre località circostanti ed ai luoghi e castelli del distretto di Piacenza (villas circonstantes et loca et castra districtus Placencie).

La manutenzione spettava a chi confinava con il ponte: i proprietari a destra e sinistra della strada verso la città e ugualmente quelli dalla parte che portava verso il paese di Pontenure, così da dividere equamente le spese degli operai e del legname.

Il podestà di Piacenza in persona “Rufinus de Guaschis” autorizza ed ordina al massaro del comune “Iacobo de Medicis” di raccogliere le testimonianze circa i proprietari di terre nei dintorni del ponte perchè è a questi che spetta per obbligo la manutenzione del ponte.

Dal massiccio carteggio compaiono i nomi dei testi locali interrogati, che descrivono terre, case e cose nelle vicinanze del ponte bisognoso di essere rimesso a nuovo, sistemato e manutenuto (et reaptari et conzari et manuteneri...). Non compare mai citato il ponte romano, probabilmente andato completamente in macerie secoli prima ed il ponte medievale è in legno, così come quello sul fiume Trebbia a S. Antonio o Case di Rocco.

Il primo teste è un certo “Marchixius Giruynus iuravit, tactis scriptursi corporaliter” che giura sulla sacra scrittura poggiando la mano su di essa, quindi segue una deposizione vera e propria, passibile però di severe pene nel caso di falso.

Afferma che il ponte era abitudine (consueverat) fosse mantenuto in parte dalla “ecclesia Sancti Bernabovis” e i preti ne curavano la parte del ponte che era “versus civitatem, desuper stractam Romeam”, ma ora la chiesa era diroccata e abbandonata.

Anche Gugliemo dei Rizzoli “de Pontenurio” fa presente che “est vox et fama pubblica” (si dice ed è da tutti ben risaputo) che le terre attorno al ponte sono della “ecclesie Sancti Brrnabovis” e dei suoi sacerdoti, ma anche la “domus de Montali tenet pro ipso ponte...” cioè anche la Casa del Montale ha qui attorno al ponte tante terre coltive. Infatti la deposizione di “Obertus Dezunus beccarius” (macellaio) ammette che molte terre qui attorno al ponte sono della Casa di Montale retta da “frate Iacobo de Valentia” ed aiutato anche nella gestione da “frate Ianone converso”.

Incredibilmente scopriamo che la Società dei Calzolai di Piacenza qui aveva presso il ponte “unum hospitale in terra dicti pontis”, esisteva un “boschum de ponte” e la chiesa di San Bernabò, sulla via Romea, era ormai “fracta et rupta, destructa”.

Insomma tutte le pertinenze scopriamo che eran pure in parte attribuite alla Casa di San Lazzaro (l’ospitale del lebbrosi), e “Guido de Burlanza de Pontenurio” posto sotto giuramento dice che vi era anche un ospizio per pellegrini “quod vocabatur Coxadoche”.

Sempre sul fiume Nure esisteva una fornace andata distrutta sulla via Romea “in qua est fornacis quedam derupta”: la cosa certa è che una fornace per mattoni e una antica chiesa sono ormai “derupte”, un ammasso di detriti, lungo la Francigena, ma si cita anche un mulino su un vicino rivo.

Nelle altre deposizioni emerge chiaro che ormai è “derupta” la chiesa di San Bernabove e questi luoghi erano passati all’ospitale del Montale piacentino “ipsa terras tenet domus de Montali; et dicitur semper...” cioè sempre era stata di questo ospedale, mantenuto dal paratico dei calzolai e perciò per il lavoro di restauro “dicti hospitalis debet dictum pontem reaptare et conzare et manutenere”.

Il lungo testo è in un ottimo latino, con relazioni dettagliate e precise, meritevoli d’esser studiate, sono trascritte dal notaio di Piacenza Pietro degli Adami, che tutto queste testimonianze ha redatto in forma legale per conto “domini potestati et dicti massarii”.

Della fornace e della chiesa sulla strata Romea vicino al ponte sul Nure non rimane traccia storica, a parte queste citazioni che abbiamo ripreso; una scarna riga tratta dallo storico Campi, ci informa di “una chiesa di San Bernabò posta non lungi dal fiume Nura”. Altra citazione sono le Barnabite cioè Monache di San Bernabò di Piacenza che nel 1373 furon tolte da “San Bartolomeo vecchio” e messe in una domus presso il canale della Fodesta, più o meno nel quartiere piacentino di Sant’Agnese.

In quei secoli, su tutto il distretto piacentino la cura dei ponti in legno sui fiumi era per legge affibbiata a chi aveva terre confinanti, con non poche proteste, ma i ponti sulle strade erano cruciali per permettere il transito a tutti, e ancor di più quando si trattava della trafficatissima “stractam Romeam”.

Umberto Battini

articolo da ILPIACENZA.it quotidiano

SE COPII QUALCOSA CITA LA FONTE !

 

28 luglio 2025

LA TABULA

ANTICA MAPPA
CON IL TRACCIATO PIACENTINO
scorri la pagina web qui e leggi l'articolo
che è stato pubblicato sul quotidiano
piacentino ILPIACENZA.it il 2 giugno 2024
  


E’ una mappa storica d’importanza cruciale, antica e che nel suo originale la si data almeno alla metà del IV secolo, mentre quella esposta in Austria è derivata da quella antica e riprodotta nel medioevo. Anzi già gli studiosi accreditano la copia medievale ad un'altra di età carolingia, insomma dall’epoca romana venne “tramandata” e ricopiata per via delle informazioni topografiche che riportava.

Basta dire che l’Unesco l’ha messa nel “Registro della Memoria del mondo”, una carta geografica che contiene tutto “l’orbe” conosciuto in quei secoli, pensate che è una delle fonti più importanti al mondo per identificare toponimi antichi e qualcosa di piacentino c'è.

Ed ovviamente è riprodotta una porzione del nostro territorio con le strade e la distanza delle “mansio” (stazioni di sosta e cambio cavalli) per la direzione Parma, Milano, Pavia e ovviamente ben oltre.

Il disegno del territorio piacentino costeggia quindi il “flumine Padus” anche se, con errore, è stato posto tutto sulla sponda sinistra, mentre siamo saldamente su quella destra, un errore che non inficia il risultato dei toponimi.

E’ suddivisa “in blocchi” cioè in varie mappe, e interessante è quella appunto relativa alla nostra zona, dove compaiono le località di “tappa” giornaliera lungo l'antica via romana cioè le "mansio".

Intanto si nota bene la città di “Placentia” con la strada che porta verso Lodi “Laude Pompeia” e quindi su fino a “Mediolanum”, proseguendo invece verso est si arriva a “Florentia” che è Fiorenzuola d’Arda.

Dalla città verso ovest si punta su “Ad Padum” che significa “Al Po” che è identificato dagli studiosi come l'area vicina a Calendasco, luogo di passo del Grande Fiume sulla strada romana diretta a Pavia. Non per nulla restò luogo di traghetto per secoli, per diventare snodo cruciale della Via Francigena tra Lombardia ed Emilia.

L'itinerario della "Tabula" prosegue e passa il fiume Lambro dove si approda a “Quadrata” segue poi la località “Lambrum” per poi arrivare alla città di Pavia “Ticeno”, nome che richiama appunto il fiume Ticino su cui sorge. Circa la distanza che è segnata fra “Placentia” e “Ad Padum” (area di Calendasco), gli studiosi indicano che vada letto in IV (4) miglia e non XX (20), come effettivamente appare ancora oggi, circa sei chilometri.

Eravamo parte della Gallia Cispadana e basti ricordare che la Via Emilia venne iniziata nel 189 a.C. e terminata circa tre anni dopo, ebbene nella “Tabula” questa via romana che collegava Piacenza a Rimini, non è ancora segnalata, quindi il segmento che ci riguarda venne disegnato anni prima.

La città di Piacenza venne edificata nel 218 a.C. su di un terrazzo alluvionale del Po, e controllava l’area ovest verso “Clastidium” cioè Casteggio e Stradella ed era in simbiosi con Cremona sull'itinerario romano della via Postumia.

Dobbiamo l'aver rintracciato e conservato questo reperto al grande antichista tedesco Konrad Peutinger e da qui appunto il "nome" della preziosa mappa.

A Vienna l'originale è conservato nella Biblioteca Nazionale Austriaca, ma una copia, grandissima, la possiamo vedere da vicino a Brescia nel Museo di Santa Giulia.

Ad ogni modo la mappa è una solida testimonianza della posizione strategica, sotto vari punti di vista, di Piacenza e relativi luoghi principali, già cruciali oltre duemila anni fa.

testo di Umberto Battini

se copii cita Autore e web !