
LETTURE DEL BLOG N°119.297 A LUGLIO 2025
1 luglio 2025
PORTO DEL PO
FRATE ARISTIDE DA CALENDASCO
Siamo in pieno medioevo ed almeno dall’anno 1270 il frate Aristide è il superiore del romitoiro ospitale francigeno di Calendasco, lo stesso dove viene accolto S. Corrado dei Confalonieri nel 1315.
Del fatto storico se ne son occupati insigni storici del francescanesimo di chiara fama quali ad esempio il p. Raffaele Pazzelli e il p. Gabriele Andreozzi (entrambi monaci del TOR francescano), che da Roma dopo accurate ricerche su polverosa documentazione, diedero alle stampe ciò che gli studi avevano portato alla luce.
Un volume stampato a Roma nel 1948 riporta della scoperta di un antico manoscritto detto "Anonimo" di Montefalco (non conoscendone l'autore) testo che riporta una "Cronaca" dettagliata fino al 1607 anche sui terziari francescani laici.
Un personaggio che sappiamo essere di Piacenza, questo Aristide, che per l'epoca era conosciuto quale ottimo maestro d'arte, abile costruttore di conventini. Nel 1282 è chiamato a Montefalco per la costruzione del nuovo piccolo conventino delle monache di S. Chiara dai nobili signori Bennati: amico della famosa monaca, un frate laico di chiara fama piacentino del quale poco conosciamo.
Il prezioso manoscritto umbro riporta addirittura che "etiam Beatus Aristes Tertiarius Regularis" cioè frà Aristide è ricordato quale "beato" (il passo prima d'esser proclamato santo).
Nel testo latino antico quindi si dice che "in suo monasterio Corgolaris Placentinae diocesis" (nel monastero della diocesi piacentina detto del Gorgolare) "Corradum accepit in suum Ordinem circa anno Domini 1300" (accettò nell'Ordine terziario San Corrado).
Questo manoscritto è dell'epoca del nostro storico Pier Maria Campi, scritto allo stesso modo cioè in latino e volgare, rifacendosi a più antichi testi e memorie. Precisa il testo che "per mezzo dei Signori Bennati" si fece quindi venire il "B. Aristide da Piacenza che ricevè alla sua religione Terziaria S. Corrado".
Dopo quel periodo se ne tornò a reggere la sua piccola comunità di frati nell'ospitale di Calendasco, detto appunto "del gorgolare" per il fatto che proprio lì davanti girava a gomito il canale del mulino, andando a creare quel gorgo con il classico rumore delle acque.
Su questo luogo esiste documentazione e anche le mappe del XVI secolo segnalano chiaramente sia il piccolo romitorio-ospedale per pelligrini che il canale macinatorio del mulino posto sulla "strata levata".
Le notizie certe che ci vengono dal documento di Montefalco è che quest'uomo laico e terziario francescano era di Piacenza, poi andò a reggere il luogo di Calendasco del "Gorgolare" con alcuni fraticelli. Era un abile "architetto" d'arte muraria medievale tanto che la sua fama lo portò a edificare il nuovo conventino montefalchese e dopo esser tornato accolse nel 1315 S. Corrado Confalonieri dopo il fatto dell'incendio fatidico.
Tra l'altro viene ricordato anche dal Wadding il massimo studioso del '600 del francescanesimo autore dei possenti "Annales Minorum" così come nell'antico manoscritto del 1657 conservato a Parma alla Biblioteca Palatina opera di Francesco Bordoni.
Un uomo particolare questo Aristide, piacentino del sasso e francescano terziario secondo i canoni del tempo, del quale sappiamo poco più del necessario ma abbastanza per inquadrarlo in un preciso e dettagliato periodo storico medievale piacentino.
da ILPIACENZA del 14 gennaio 2024 articolo di Umberto Battini
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