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28 luglio 2016

LONGOBARDI A KALENDASCO

Circa il Codice Diplomatico Longobardo
IL PAESE SUL PO E' NEI DOCUMENTI
La documentazione è ricca e importante

di Umberto Battini 


particolare di uno dei volumi
Un paese fondato dai Longobardi poteva  non trovarsi citato nei documenti più antichi?

Scritto con la Kappa o con la "ci" il paese che ha dato la nascita a San Corrado Confalonieri nel 1290 ha il grande onore e l'onere di essere citato nel famoso Codice Diplomatico del quale la raccolta più copiosa è quella di uno storico di grandezza speciale cioè Carlo Troya.

Lo studio di questi Regesti è particolarmente arduo ma vi assicuro che alla fine il risultato è gratificante!
E così ritrovare Kalendasco quale paese vivo già 1300 anni fa è motivo di orgoglio per questa nostra terra prettamente e da sempre dedita all'agricoltura.



25 luglio 2016

A NOTO AGOSTO CORRADIANO

INIZIA L'AGOSTO DI SAN CORRADO
NOTO IN FESTA
PER OLTRE UN MESE ONORE E DEVOZIONE AL PATRONO

di Umberto Battini


Iniziano lunedi 25 luglio i solenni festeggiamenti in onore del Patrono San Corrado Confalonieri nella città sicula di Noto.
Alle ore 18 tra un tripudio di fedeli, di Cilii e emozione l'Urna che contiene il corpo del Santo sarà calato dalla Cappella ove è custodito e collocato sull'altare maggiore.
Sabato notte alle ore 24, entrando quindi nella domenica, ci sarà la processione notturna fino al Santuario ove l'Urna sarà esposta nella grotta ove S. Corrado visse e morì in santità fino al 20 di agosto!
Questa è la XXIV Traslazione storica!

uno degli articoli sul quotidiano dei Netini a Calendasco - questo è del 21 febbraio 2015

Volevo quindi fare un gemellaggio spirituale in unione con i netini ricordando quando un anno e mezzo fa - febbraio 2015! - Noto si portò a Calendasco perchè fu donato dai Portatori dei Cilii un enorme e decorato Cilio al Patrono del borgo sul fiume Po.
Con grande festa accogliemmo i netini a Calendasco e per una intera settimana il quotidiano di Piacenza Libertà ci dedicò ogni giorno un grande articolo!

Questa giornata del 25 luglio 2015 la festeggiamo in unione con i netini, nostri fratelli maggiori della devozione!
Viva sempre San Currau!

U. B.


20 luglio 2016

COME ME PIU' DI ME


SCORRENDO TRA LE CARTE DEVOZIONALI
I MIEI COMPAESANI CENT'ANNI FA
AMAVANO SAN CORRADO 
SENZA RISERVE
Li prendo ad esempio e non mollo!

di Umberto Battini

Io che "frugo" la Vita del Patrono da ormai vent'anni mi sono accorto che la gente di Calendasco, e in prima fila c'era sempre l'arciprete parroco del tempo, molto si sono distinti in devozione sfegatata verso San Corrado il Patrono!
Lo testimoniano decine di carte dell'archivio, verbali e memorie, firmate e controfirmate. Infatti il Patronato ha 400 anni, per cui nei secoli questa affezione al Santo Corrado è sempre più cresciuta.
Ce ne sarebbe da dire, ad esempio han fatto fare affreschi corradiani, oggi coperti dallo scialbo ma ancora "vivi" lì sotto, la statua, le due reliquie richieste a Noto e avute direttamente da là con tanto di sigillo vescovile! La campana dedicata al Patrono etc etc... 

particolare lettera 1926
Ora mi voglio soffermare su una carta scritta di pugno nel 1926 dal parroco don Giovanni Caprara che oltre ad aver chiesto una delle due reliquie al vescovo di Noto e la ottenne, era devotissimo!
Scrive questa lettera ai discendenti dei Confalonieri di Piacenza.
Dice che S. Corrado salvò Noto dalla peste e Calendasco dalla piena del fiume Po e da altre calamità naturali.
Chiede un aiuto economico per far fare un grandioso affresco sopra al portone interno della chiesa, che rappresenta San Corrado che protegge il paese di Calendasco dalla piena del Po e altri danni.
Dice di avere tanta gratitudine verso il Patrono e che anche gli abitanti del borgo han già fornito una somma per pagare parte dell'affresco.
E infatti questa pittura fu poi eseguita ed ancora si trova sotto lo scialbo, sarebbe interessante "rivederla" così come le altre pitture nella volta.

Fatto sta che  don Caprara mi ha dato un bell'esempio di devozione e fedeltà al patrono, in prima persona il parroco si spendeva per far sì che l'amore al Santo rimanesse vivo come lo era già da secoli!
Quindi niente di nuovo sotto al sole, che ci sia stato un "don Caprara" oppure oggi ci sia "un Battini" a spingere sulla devozione nulla cambia! Non mi vergogno assolutamente di amare profondamente S. Corrado Confalonieri che è nato nel paese ove anche io sono nato e battezzato, e ringrazio don Federico Peratici che mi ha cresciuto a "pane e San Corrado" da bambino!
Sò molto bene che al paese della mia devozione qualcuno ride sotto i baffi, qualcuno mi ride alle spalle e qualcuno, i più intelligenti, mi fanno della buona e sana ironia e mi comprendono e anzi mi incoraggiano e loro stessi "s'avvicinano" al Patrono!
San Corrado mi ha fatto avvicinare meglio e più seriamente alla Madonna e a Gesù e al Tabernacolo Santo!
Non potevo chiedere di meglio!
E sono tremendamente innamorato di Noto e specialmente del Corpo Santo di Corrado Confalonieri e di quella grotta santa che è custodita nel Santuario!
Viva Calendasco e viva Noto con la sua e "mia" gente!

voster
Umberto Battini 


19 luglio 2016

ORGANO E CANTORIA


IL PRIMO STRUMENTO FU PRESO NEL 1893
L'ORGANO E LA CANTORIA
NELLA CHIESA DI CALENDASCO 

di Umberto Battini

Dai Registri parrocchiali scopriamo che prima del 1893 la chiesa non possedeva un organo per cui deduciamo che i canti fino ad allora furono principalmente gregoriani.
Sappiamo anche che però, non ostante l'organo fosse presente, nei primi decenni del 1900 la festa patronale di San Corrado veniva solennizzata facendo arrivare da Piacenza una piccola orchestra di archi.
Svariate volte l'organo ed il mantice furono restaurati nel corso del tempo. 
In quel 1893 fu acquistato un vecchio organo dismesso ma nel 1903 ne fu costruito uno completamente nuovo.
L'organo attuale della chiesa è appunto di questa data, la differenza è stata che nel 1971 la cantoria sospesa venne eliminata e l'organo abbassato al livello del presbiterio. Tutto questo ad opera dell'arciprete don Federico Peratici che appunto nei primi anni '70 fece gli adeguamenti voluti con il Concilio Vaticano II.
Nell'immagine che vedete datata 1966 si nota l'organo sospeso con la cantoria e sono visibili gli affreschi fatti nei primi anni del 1900 dal pittore Alberico Bossi.

particolare estratto da immagine del 1966 - foto proprietà Corini/Molinari

Grazie per l'immagine alla fam. Corini/Molinari

Umberto Battini


18 luglio 2016

ACCADDE NEL 1890

Un episodio sacrilego
IL FURTO IN CHIESA
Accadde nell'agosto del 1890
 
di Umberto Battini

particolare della memoria del 1890 lasciataci dal parroco del tempo don Egidio Agazzini

Nella notte tra il 20 ed il 21 agosto del 1890 (126 anni fa ndr) si verificò un increscioso episodio. Dal tabernacolo dell'altare maggiore in chiesa a Calendasco furono rubati la pisside e l'ostensorio entrambi d'argento.
Ovviamente la pisside era piena delle Sacre Specie per cui l'episodio risultò ancor più sgradevole.
Oltre agli atti riparatori con riti la popolazione del borgo si mobilitò immediatamente e furono riacquistati un nuovo ostensorio con custodia ed una pisside con coppa d'argento per richiuderla.
L'episodio sacrilego è riportato accuratamente in un registro della parrocchia, scritto di pugno, arciprete e parroco era don Egidio Agazzini.
Come scopriamo nulla di nuovo sotto il sole! Episodi che sempre si sono verificati e che ancora ai nostri tempi capitano.
Quello che incuriosisce è sapere quale fine avran fatto quelle ostie consacrate contenute nella pisside, probabilmente a quei giorni, non poca era l'indigenza e si può ipotizzare che qualche furfante, non necessariamente del luogo, abbia forzato quel tabernacolo per impossessarsi di quegli oggetti di culto in argento e di un certo valore.

Umberto Battini