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24 settembre 2013

Ricondando la TRANSLATIO 2010

 
tutte le foto sono state scattate da Umberto Battini



Nel 2010 a Noto si tenne la XXII TRANSLATIO SANCTII CONRADII
Partecipai come pellegrino-devoto, e come Portatore di Cilio (ma sebbene vestito da Portatore, con la coccarda colorata regalatemi dall'Amico da tantissimi anni Salvatore Bertoli! passai la notte processionale facendo fotografie in lungo e in largo etc).
Potei conoscere tanti devoti. C'era tutto il Popolo di Noto e non solo!
Ci feci un articolo a tutta pagina sul nostro quotidiano di Piacenza LIBERTA' al mio ritorno.
Vi ricordo sempre www.araldosancorrado.org 







18 settembre 2013

NON SI SA MAI




E se viene la peste?
Si lascia in mezzo al morbo un podestà, per di più di Piacenza, mica di un qualsiasi sobborgo?
Allora il Duca milanese gli concede la fuga, nel caso arrivasse la peste,
"acioché possiati conservarve logamente la persona vostra in sanità".
Ma siccome le faccende son da portare avanti lo stesso, doveva "lassare una persona idonea" che quella anche se avesse contratto la malattia non gliene importava nulla anessuno, il podestà era salvo!
Insomma la solita storia: la vita umana valeva zero se non era di nobile lignaggio.
Queste missive sono uno spaccato che, se ci pensiamo bene, non è mai scemato del tutto dalle democratiche - o meno - nazioni moderne.

Ecco il testo della lettera spedita al podestà di Piacenza da Francesco Sforza:

Cremona, 4 luglio 1451


Potestati Placentie
Per satisfatione della richesta ne haviti facto fare, achadendo novità alchuna de peste in quella nostra cità, che Dio non voglia, acioché possiati conservarve logamente la persona vostra in sanità, siamo contenti et cussì ve concedemo licentia che tunc et eo casu ve possiati absentare da quello vostro offitio per transferirve dove vi parerà meglio per la conservatione vostra, lassata prima per vuy nel dicto offitio alcuna sufficiente et idonea persona, quale habia a supplire ale volte vostre in vostra absentia, acioché non possa occorrere manchamento alchuno in esso.
 Data Cremone, die IV iulii MCCCCLprimo


Umberto Battini
per la storia locale


7 settembre 2013

1453 a CALENDASCO




Questioni di guelfi e ghibellini
Truppe del Colleoni sulle terre del Vescovo e del suo Confaloniere?

di Umberto Battini

Il vescovado piacentino aveva da ormai circa 150 anni il possesso del feudo di Sant’Imento mentre il borgo di Calendasco era affidato ai loto fedeli feudatari i milites Confalonieri che spartanamente vivevano nel castello. Doveva essere un novembre piovoso e grigio, ma quando si è uomini d’arme non c’è stagione che tenga, gli homini d’arme del Colleoni dovevano stanziare in questi prati piacentini dei comuni di Sant’Imento e Calendasco. Si trattava di attendere tempi migliori e poi questi homini d’arme alleati del Duca di Milano, se ne sarebbero andati via. Nel frattempo però c’era da mantenerli assieme ai loro cavalli. E a ciò dovevano provvedere gli homini dei detti comuni. Si lamenta il Duca che il magnifico Bartholomeo Cogliono avesse già tentato ma senza risultato alcuno, di far albergare in quei comuni alcuni suoi uomini che però non erano stati accettati ne alloggiati.

E Benedetto de Curte, capitaneo citadelle civitatis nostre Placentie, sarebbe ora riuscito in tutto ciò? Leggetevi la missiva spedita dal Duca Francesco Sforza e traete le vostre conclusioni.

E’ veramente divertente il serioso ed antico linguaggio: un misto di latinismi ed italiano, ainostri giorni una simile scrittura riceverebbe molte sottolineature in rosso da una qualsiasi maestrina di scuola elementare, ma quello era il modo e la forma cancelleresca di scrivere – carta e penna – missive contenenti ordini ducali.



1453 novembre 5 - “in castris contra Rogadum”

Benedicto de Curte, capitaneo citadelle civitatis nostre Placentie.

Altra volta nuy scripsemo, ad instantia del magnifico Bartholomeo Cogliono, ad li homini et comune de Sancto Hymento et de Calendasco che dovessero allogiare certi cavalli del prefato Bartholomeo; et perché dicto Bartholomeo ne dice che, quantunche fosse stato scripto, che niente de mancho non gli mandò cavallo alcuno, hora luy gli manda certi cavalli et alcuni homini d’arme, quali ha tolti de novo ali suoi servicii, li quali haveranno a stare lì tanto che serano messi impuncto, et poi dicto Bartholomeo gli farà venire in campo et sarà prestissimo. Sichè volemo che tu fazi allogiare dicti cavalli deli dicti homini, et faray che li sia data stantia et strame. Data ut supra.

Ser Iohannes



Umberto Battini

studioso di storia locale


4 settembre 2013

FRANCIGENA e PORTI sul PO


CALENDASCO de super Pado
i guadi secondo la documentazione storica

di Umberto Battini


Intanto bisogna dire che gli studi circa Kalendasco sono e stanno continuando.
Ed effettivamente sono emersi nuovi e importanti dati storici che confermano due cose: la strada romea diretta a Pavia antica capitale longobarda e franca aveva il passo del fiume proprio in Calendasco poi venne anche Soprarivo.
Si è scoperto nero su bianco che oltre al conosciuto passaggio di Soprarivo era attivo anche quello dirimpetto al paese, oggi lo identifichiamo con la località Masero a poche centinaia di metri dal borgo.
Devo dire che è il passo più antico e storico, di epoca longobarda è quello del paese, la conferma è data da pergamene longobarde d'area milanese
Addirittura i diritti di passaggio del fiume, i diritti di pesca sul Po e sui vari corsi d'acqua, dei canali dei molini ed anche i pozzi sono concessi di pugno dal Barbarossa: sempre sto parlando del porticciolo del paese!
In effetti ancora nel 1700 sappiamo dei porti di Soprarivo, del porto del Botto che resta ove oggi è il Masero, un altro passaggio era al Mezzano e un guado era attestato a Cotrebbia Vecchia. 
Ovviamente stiamo citando prettamente i guadi relativi a questa area ben specifica, che però,  stando a quanto emerso, era strategicamente molto interessante se longobardi, franchi e poi anche il Barbarossa si prendon la briga nel corso dei secoli, di mantenere i diritti di questo passaggio accanto al paese di Kalendasco!
Insomma ce ne sarebbe da dire ma voglio essere sintetico e riservarmi gli approfondimenti e le citazioni degli atti in un prossimo studio.
Buona francigena a tutti!


Umberto Battini
studioso di storia locale e agiografo di San Corrado Confalonieri